Littizzetto: "Io, mamma adottiva. Com'è bella una famiglia diversa". Un’intervista di Silvia Fumarola

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 02 /11 /2014 - 12:46 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo da La Repubblica del 9/6/2014 un’intervista di Silvia Fumarola a Luciana Littizzetto. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (2/11/2014)

"Quello che non ho sono due figli che mi assomigliano; quello che ho è che ci ho guadagnato, perché sono bellissimi". Una dichiarazione d'amore, quella di Luciana Littizzetto, durante il programma con Fazio & Saviano, a Vanessa e Giordan, i due ragazzi che ha preso in affido. La sua famiglia insieme al compagno Davide Graziano e alla cagnolina Gigia. La ragazza terribile che discetta di Walter e Jolande con la massima disinvoltura, quando parla dei figli cambia voce.

Madre affettuosissima e un po' ansiosa, ha quasi pudore dei sentimenti: "I figli non sono venuti, non era destino", racconta, "il desiderio di maternità non era così pressante, non mi sono sentita di affrontare le pratiche di inseminazione. Ero una donna abbastanza serena e contenta, però all'idea di diventare madre non avevo rinunciato, ho sempre avuto il tarlo dell'affido. Il mio approccio è stato molto sociale, frequentavo la comunità ‘La difesa del fanciullo’ di Torino e l'ho capito subito: i ragazzi hanno bisogno di amore e di una casa"

L'amore ti salva la vita, ma diventare genitori è un percorso a ostacoli. "Ci vuole disponibilità e elasticità, non tutti ce la fanno" continua l'attrice "anche perché spesso ti affidano bambini già grandi. "Affido" è una parola che mi piace, contiene il senso della fiducia, non possiedi niente. I piccoli mantengono un legame con i genitori naturali e va bene così: non devo avere il possesso esclusivo.

Con Davide ci siamo chiesti subito: "Saremo in grado?". Andavamo in una struttura vicino a Pavia, colloqui, incontri, dopo un po' di tempo le assistenti sociali ci annunciano: "Sarebbero due". Fratello e sorella, uno di nove anni, l'altra di dodici. Un filo d'ansia ci è venuto, ma l'avventura è cominciata". Da sei anni vivono insieme, affido totale; Luciana non è sposata, non può adottare. "Ma l'affido è bellissimo ed è concesso ai single. Poi in Italia l'adozione ha tempi così lunghi. Ora discutiamo delle vacanze: Sardegna o Sicilia? Facciamo i progetti che si fanno in tutte le famiglie, mia madre quando può mi dà una mano, santa donna. Io scherzo su tutto ma non faccio l'amica, faccio la mamma, sanno che possono contare sempre su di noi ma che devono rispettare le regole. Per le confidenze ci sono gli amici".

La comica irriverente non colora di rosa una realtà bellissima ma anche dura, faticosa: "All'inizio non è facile", confessa, "tu non sei preparata e non lo sono loro, vanno in una casa che non conoscono, in comunità non hanno spazi esclusivi. I ragazzi in affido si fidano poco, hanno le spine, si rischia di farsi male entrambi. Poi, col tempo, non sai quanto ce ne vorrà, le incomprensioni si superano. I genitori di Vanessa e Giordan hanno perso la patria potestà, ce l'ha il comune di Torino. Io ho la tutela: se vorranno a diciotto anni potranno aggiungere al loro cognome il mio".

Pestifera oggi come ieri, la Littizzetto ride quando confessa di essere stata "una figlia unica trasgressiva, ma in modo contenuto perché andavo dalle suore. Mi sbattevano fuori dalla classe anche se alzavo gli occhi al cielo o sbuffavo". Esagerata. "Scherza? Erano severissime. Una volta la preside - ero arrivata in ritardo per lo sciopero dei tram - mi fulminò: "Ce ne fossero due come te chiuderemmo la scuola". "Madre, sono stremata, c'è lo sciopero, ho il vocabolario che è pesante". Lei: "Dovevi solo svegliarti prima". Pensavo: "Quando avrò una figlia non la manderò mai dalle suore". Invece mio figlio è finito dai preti, è incline a ‘tagliare’, sì, insomma, marina la scuola. E i preti sono bravi, gli danno le regole. Per dire, col suo spirito imprenditoriale si era messo a vendere i miei autografi in classe. Un euro l'uno".

Mamma sullo schermo - dalla commedia Genitori e figli-Agitare bene prima dell'uso a È nata una star? alla serie tv Fuoriclasse - Lucianina, come la chiama Fabio Fazio, ha le idee chiare sul suo ruolo. "I miei figli avevano voglia di famiglia, di dire: "Mamma, che facciamo?". Tu all'inizio pensi che devi stare sempre lì, ti senti in colpa quando vai a lavorare, pensi: non ce la farò mai. Sono una madre buffa che aspira all'autorevolezza, ma per tante donne è così: dovremmo sdoppiarci. Adesso che sono adolescenti tutto si complica, il maschio vuole l'indipendenza, ragiona come se avesse 30 anni. Dico sempre che con i figli, scusi l'espressione, ti prendi una vagonata d'amore e di merda".

Il fatto di essere una madre famosa cambia le cose? "Quando mi hanno conosciuto non sapevano bene chi fossi, erano stupiti che tutti mi salutassero. In realtà non mi seguono in tv: lui ama le gare di rap, lei segue Csi, preferisce a Fazio le serie sanguinolente. Li vedo seduti davanti al computer - sono sempre connessi 'sti ragazzi - e mi chiedo: a che pensano? Semini tulipani ma a volte crescono narcisi, e ti dici: cavolo, non volevo i narcisi, ma sono belli lo stesso. L'ansia nasce anche dal desiderio di mettergli delle cose nella testa. Sono giovani, il terreno è fertile, ma corri il rischio che diventi arido. Invece le piantine devono fiorire, li trascino al museo e sbuffano, li porti al cinema e sbuffano... Poi all'uscita il piccolo fa: sai che mi è piaciuto? E dentro esulti".

Lei che semina pensieri e pianta paletti: "Perché contano libertà e fiducia, ma senza paletti è la fine", è cresciuta con i ragazzi. "Alla fine conta solo l'esperienza: conoscersi, volersi bene, passare il tempo insieme. Lo rifarei domani. Da piccoli era tutto più complicato, gli veniva la febbre? E vai coi consigli: vasche di acqua fredda, no, pezze bagnate sulla fronte, calzini con l'aceto, Tachipirina, Oscillococcinum. Puoi impazzire. Oggi c'è un bel legame, a volte con Davide ci guardiamo, la nostra casa è un porto di mare, preferisco che portino gli amici qua. Quintali di spesa, lo sa quanto mangiano dieci ragazzi? Provare per credere".

N.B. de Gli scritti

Merita ascoltare ciò che Luciana Littizzetto dice in relazione al congelamento degli embrioni proposto dalla Apple e da Facebook in vista di una successiva fecondazione artificiale per sfruttare il periodo lavorativo delle donne, in Che tempo che fa, Rai tre, 19/10/2014. 

Il Centro culturale Gli scritti (2/11/2014)