1/ Lettera enciclica per i 100 anni dal genocidio armeno e la canonizzazione dei martiri armeni, di Karekine II, Patriarca armeno-ortodosso 2/ La più grande canonizzazione della storia: 1,5 milioni di armeni massacrati dall’impero ottomano. La cerimonia, presieduta da Karekine II, è avvenuta ieri pomeriggio a Echmiadzin (Erevan)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 24 /04 /2015 - 13:51 pm | Permalink | Homepage
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1/ Lettera enciclica per i 100 anni dal genocidio armeno e la canonizzazione dei martiri armeni, di Karekine II, Patriarca armeno-ortodosso

Riprendiamo dall'Agenzia di stampa AsiaNews del 29/12/2014 la Lettera enciclica del patriarca Karekine II sulla canonizzazione dei martiri del genocidio armeno ed un breve articolo che presenta l’avvenuta canonizzazione. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la loro presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (24/4/2015)

Etchmiadzin (AsiaNews) - Con una solenne lettera enciclica, il patriarca armeno ortodosso Karekine II ha aperto in modo ufficiale le celebrazioni e memorie dei 100 anni dal genocidio armeno, che dureranno per tutto il 2015.

Il massacro di circa 1,5 milioni di armeni avviene verso la fine dell'impero ottomano, prima con il sultano Abdul Hamid II, poi con i gruppi dei "Giovani Turchi", e infine con lo stesso Kemal Ataturk, il padre della patria turca. Gli armeni sono presi di mira perché cristiani, istruiti e appartenenti alla classe media.  Soprattutto nel 1915 si chiudono le loro scuole, le chiese, le organizzazioni e si lancia una vera e propria caccia con uccisioni, violenze, stupri, umiliazioni. A queste seguono le deportazioni nel deserto, le fosse comuni, i treni ripieni di sfollati e incendiati. I sopravvissuti sono coloro che sono riusciti a raggiungere l'attuale Armenia (allora sotto il dominio russo e poi sovietico), o la Siria e il Libano.

La Conferenza di Parigi del 1920 ha riconosciuto il genocidio armeno e al presente lo riconoscono almeno 20 Stati. Ma la Turchia non l'ha mai fatto, motivando i massacri con il bisogno di combattere gruppi indipendentisti.  Diversi scrittori e storici che hanno pubblicato testi sul genocidio sono stati perseguiti. Solo lo scorso anno, l'allora premier Recep Tayyip Erdogan ha presentato ai discendenti degli armeni condoglianze per il massacro.

Nella sua lettera, il patriarca Karekin II annuncia che il 23 aprile 2015 egli presiederà una liturgia in cui proclamerà santi tutte le vittime del genocidio, uccise "per la fede e per la patria" e farà del 24 aprile una Giornata della Memoria per "i santi martiri del genocidio". Secondo informazioni non confermate in via ufficiale, il 12 aprile 2015, anche papa Francesco celebrerà in piazza san Pietro una messa a ricordo del genocidio degli armeni. Di seguito il testo completo della lettera enciclica (traduzione a cura di AsiaNews).

"Ma il sentiero dei giusti è come la luce che spunta e va vieppiù risplendendo, finché sia giorno perfetto"
Proverbi 4,18

Il centenario del Genocidio degli armeni è davanti a noi, e le nostre anime risuonano di una potente richiesta di verità e giustizia che non sarà messa a tacere.

Ogni giorno del 2015 sarà un giorno di ricordo e devozione per il nostro popolo, un viaggio spirituale ai memoriali dei nostri martiri in patria e della diaspora, davanti ai quali con umiltà ci inginocchiamo in preghiera, offrendo incenso per le anime delle nostre vittime innocenti che giacciono in tombe senza nome poiché hanno accettato di morire piuttosto che ripudiare la loro fede e la loro nazione. Davvero "il sentiero dei giusti è come la luce che spunta e va vieppiù risplendendo, finché sia giorno perfetto".

Nel 1915, e negli anni successivi, i turchi ottomani hanno commesso un genocidio contro il nostro popolo. Nell'Armenia occidentale - sul nostro suolo nativo - nella patria dell'Armenia e nelle comunità armene in tutta la Turchia, un milione e mezzo di nostri figli e figlie hanno subito uccisioni, carestie e malattie: sono stati deportati e costretti a marciare fino alla loro morte. Secoli di creatività e di onesti traguardi raggiunti sono stati distrutti in un attimo. Migliaia di chiese e monasteri sono stati dissacrati e distrutti. Le istituzioni nazionali e le scuole rase al suolo e rovinate. I nostri tesori spirituali e culturali sono stati sono stati sradicati e cancellati. L'Armenia occidentale, dove per millenni - dal tempo di Noè - il nostro popolo ha vissuto, creato e costruito la sua storia e cultura, è stata privata della sua popolazione nativa.

Un secolo fa - quando i frammenti della nazione armena, dopo aver perso il proprio patrimonio, sono stati sparsi in tutto il mondo, e mentre l'Armenia orientale combatteva una lotta all'ultimo sangue per la sopravvivenza contro gli invasori turchi - era difficile credere in un futuro per il popolo armeno. Tuttavia una nuova alba è sorta. Con la grazia del Signore, il nostro popolo è risorto dalla morte. Su una piccola parte recuperata della nostra patria, la nostra gente ha ripristinato lo Stato, ricreato un Paese dalle sue rovine e vestigia, e costruito una "patria di luce e di speranza", di scienza, istruzione e cultura. Gli armeni esiliati in tutto il mondo hanno costruito le case e i loro cuori nel mondo, sono sbocciati in Paesi vicini e lontani, portando avanti le loro tradizioni e la loro vita spirituale. Ovunque i figli della nostra nazione hanno vissuto, hanno raggiunto il successo, guadagnandosi rispetto e fiducia, e ottenendo riconoscimenti per il loro lavoro coscienzioso e il loro contributo alla scienza, alle arti e al
bene comune. Questa è la storia del nostro popolo durante il secolo scorso - una storia di avversità e risurrezione. Oggi, nonostante la difficoltà, la nostra nazione rafforza la sua sovranità indipendente, crea una nuova vita di libertà, e guarda con speranza al futuro, abbracciando il risveglio nazionale, l'ottimismo e la fede.

Gloria a te, o Signore, gloria senza limiti, "Come uno scudo Tu ci proteggi con il Tuo favore" (Salmi 5,12). Riponendo la nostra speranza in Te, o Signore, il nostro popolo è stato illuminato e rafforzato. La Tua luce ha acceso l'ingegnosità del nostro spirito. La Tua forza ci ha spinto verso le nostre vittorie. Abbiamo creato anche se altri hanno distrutto le nostre creazioni. Abbiamo continuato a vivere anche se altri ci volevano morti. Tu, o Signore, hai voluto che la nostra gente - condannata a morte da un piano genocida - sia riuscita a vivere e risorgere, in modo da poter presentare questa giusta causa davanti alla coscienza dell'umanità e al diritto delle genti, per liberare il mondo dalla callosa indifferenza di Pilato e dalla negazione criminale della Turchia.

Per il bene della giustizia - fino al trionfo della nostra causa, noi continueremo la nostra lotta senza ritirarci - Chiesa, Nazione e Stato insieme. Il sangue dei nostri martiri innocenti e le sofferenze del nostro popolo gridano per avere giustizia. I nostri santuari distrutti, la violazione dei nostri diritti nazionali, la falsificazione e distorsione della nostra storia, tutti gridano per avere giustizia. Essendo sopravvissuto al genocidio, il nostro popolo ha creduto e continua a credere che la moltitudine dei Paesi retti, delle Organizzazioni nazionali e civiche, e degli individui che hanno riconosciuto e condannato il genocidio armeno saranno presto affiancati da altri che credono che l'affermazione della verità e della giustizia siano il prerequisito e il garante di un mondo pacifico, privo di ostilità e di violenza.

In ricordo del nostro milione e mezzo di martiri del genocidio, esprimiamo la nostra gratitudine alle nazioni, alle organizzazioni e agli individui che hanno avuto il coraggio e la convinzione di riconoscere e condannare il genocidio armeno. Esprimiamo gratitudine a quei Paesi e popoli gentili che hanno accettato i figli della nostra nazione come fratelli e sorelle. Questi esempi di giustizia e di umanità sono pagine luminose nella storia dell'umanità. Essi saranno sempre ricordati e apprezzati per generazioni, e saranno di beneficio alla vita tranquilla, sicura e migliore del mondo.

Come Pontefice degli armeni, è di conforto per lo spirito annunciare alla nostra gente che il 23 aprile 2015, durante la Divina Liturgia, la nostra Santa Chiesa offrirà un servizio speciale per canonizzare i suoi figli e figlie che hanno accettato il martirio come santi "per la fede e per la patria", e proclamerà il 24 aprile come Giornata del ricordo dei Santi Martiri del Genocidio.

O, popolo armeno, abbellito dall'Alto - una nazione martire; una nazione risorta - vivi con coraggio, avanza con sicurezza, con il tuo sguardo rivolto verso il monte, verso l'Ararat che contiene l'Arca, e con il cuore incrollabile mantieni alta la tua speranza. L'incoraggiamento e il messaggio del Signore sono rivolte a te: "Anche se non sei forte, sei stato fedele alla mia parola e non hai tradito il mio nome ... Tieni saldo quello che hai in modo che nessuno porterà via la tua corona della vittoria" (Apocalisse 3, 8-11). Quindi, cerchiamo di rimanere saldi davanti a Dio, giusto e vero, sui fermi sentieri della fede che, come la luce del mattino, disperde le tenebre e rende visibili gli orizzonti della speranza. La nostra strada è con Dio; e una vita di fede è la nostra vittoria.

Rendiamo fecondo il centenario valorizzando il percorso di travaglio e di rinascita del nostro popolo, durato 100 anni, in modo che i nostri figli - riconoscendo la volontà eroica dei loro nonni e genitori di vivere e creare e i loro sforzi intrapresi per il bene della nazione e della patria - possano creare un nuovo giorno luminoso per la nostra patria e per la nostra gente, dispersa in tutto il mondo. Trasformiamo la memoria dei nostri martiri in energia e forza per la nostra vita spirituale e nazionale e, davanti a Dio e a tutti gli uomini, illuminiamo il percorso dal nostro giusto cammino per guidare il nostro passo verso la realizzazione della giustizia e delle nostre sacre aspirazioni.

Dal nostro amato centro spirituale, creato da Cristo, e davanti alla Santa Sede Madre del Santo altare di Echmiadzin (della discesa dell'Unico Unigenito ), preghiamo Dio per la pace, la sicurezza e il benessere della nostra patria, del nostro amato popolo in tutto il mondo e, soprattutto, per la luce eterna e la pace per le anime innocenti dei Santi Martiri del Genocidio. Possano l'amore e la fratellanza, la giustizia e la verità regnare sopra l'umanità, e possano le vie dei giusti irradiare, orientare e diffondere la luce fino all'alba di un nuovo giorno, che porti pace e felicità a tutto il mondo.

La grazia, l'amore e la pace di Nostro Signore Gesù Cristo sia con voi e con tutti noi. Amen.

2/ La più grande canonizzazione della storia: 1,5 milioni di armeni massacrati dall’impero ottomano. La cerimonia, presieduta da Karekine II, è avvenuta ieri pomeriggio a Echmiadzin (Erevan)

Riprendiamo dall'Agenzia di stampa AsiaNews del 24/4/2014 un breve articolo che presenta l’avvenuta canonizzazione dei martiri del genocidio armeno. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la loro presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (24/4/2015)

Erevan (AsiaNews) – Alla vigilia del giorno che commemora il genocidio armeno, il Katholicos Karekine II ha canonizzato tutti i martiri uccisi dall’impero ottomano dal 1915 al 1917. La cerimonia si è svolta ieri pomeriggio all’aperto, a Echmiadzin, a pochi km dalla capitale, davanti ai resti di quella che si può considerare la cattedrale cristiana più antica (del IV secolo) e questa dei martiri armeni è la canonizzazione del maggior numero di martiri nella storia della Chiesa.

Durante la cerimonia, Karekine II ha usato spesso la parola “genocidio”, che il governo turco – in qualche modo successore dell’impero ottomano – rifiuta. “Durante i difficili anni del genocidio degli armeni – ha detto il Katholicos – milioni del nostro popolo sono stati sradicati e massacrati in maniera premeditata, uccisi col fuoco e con la spada, assaggiando i frutti amari della tortura e del dolore”.

“La canonizzazione dei martiri del genocidio – ha aggiunto – dona un respiro nuovo di vita, di grazia e benedizione alla nostra esistenza cristiana e nazionale”.

Alla fine della cerimonia, alla presenza del presidente Serzh Sarkisian, le campane hanno suonato in tutta l’Armenia, ma anche in diverse parti del mondo, dove vi sono consistenti comunità armene: New York, Parigi, Madrid, Berlino, Venezia.

Alla canonizzazione hanno partecipato molti armeni della diaspora. Oggi a Erevan si terranno le cerimonie civili a ricordo del genocidio di 100 anni fa. Sono stati invitati diversi capi di Stato fra cui il presidente russo Vladimir Putin e il francese François Hollande. Alcuni hanno preferito non andare per timore di rovinare il loro rapporto con la Turchia.

Ankara nega con forza che vi sia stato un genocidio degli armeni. Per il governo la causa della morte di 300mila (e non 1,5 milioni) armeni ha avuto come cause la guerra civile e la fame.

Alla commemorazione del genocidio avvenuta in Vaticano lo scorso 12 aprile, papa Francesco ha detto che quello degli armeni è il “primo genocidio del XX secolo”, scatenando i rimbrotti e le minacce del presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Finora più di 20 nazioni – fra cui Russia, Francia, Italia – hanno riconosciuto il genocidio. Gli Stati Uniti non hanno ancora mai usato la parola “genocidio”, sebbene la comunità armena negli Usa continui a domandarlo ai vari presidenti.

Due giorni fa, per la prima volta, il parlamento austriaco ha osservato un minuto di silenzio in memoria del genocidio armeno. Al tempo l’Austria era alleata dell’impero ottomano. Il gesto ha provocato le ire della Turchia che ha denunciato “un’offesa al popolo turco contraria ai fatti” e ha richiamato il suo ambasciatore per consultazioni.