1/ L’accoglienza dei rifugiati nelle parrocchie di Roma 2/ La Chiesa in cammino con i profughi e gli stranieri: la proposta di un itinerario formativo

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 18 /10 /2015 - 22:17 pm | Permalink | Homepage
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1/ L’accoglienza dei rifugiati nelle parrocchie di Roma

Riprendiamo sul nostro sito una nota pubblicata su sito della Caritas diocesana di Roma il 3/10/2015. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sotto-sezione Immigrazione, accoglienza e integrazione, nella sezione Carità, giustizia e annunzio.

Il Centro culturale Gli scritti (18/10/2015)

Sono più di ottanta le parrocchie e gli istituti religiosi di Roma che hanno dato la disponibilità per accogliere almeno un rifugiato dopo l’appello di Papa Francesco ad aprire le porte. Un numero importante a cui si aggiungeranno nei prossimi mesi altre iniziative di solidarietà – gemellaggi tra parrocchie, adozione di famiglie da parte di altre famiglie, iniziative di sostegno economico, locali da utilizzare per la formazione – che coinvolgeranno tutte le comunità della diocesi e che la Caritas diocesana promuoverà a partire dal 2016.

Alla prima scadenza del 30 settembre, non definitiva, 62 parrocchie, 13 istituti religiosi, 2 seminari, 2 case famiglia e 2 istituti pontifici hanno aderito alla proposta della Caritas per la “prima accoglienza” – rivolta a richiedenti protezione internazionale ancora non riconosciuti che saranno inviati dalla Prefettura di Roma – o per la “seconda accoglienza”, per rifugiati già riconosciuti e che hanno terminato il periodo di assistenza nel circuito dell’accoglienza dello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) cui aderisce la Caritas stessa. Mentre sono in corso i sopralluoghi tecnici, che termineranno a metà ottobre, finora sono 17 le parrocchie risultate idonee ad accogliere subito (12 prima accoglienza, 5 seconda); 8 parrocchie dovranno effettuare importanti lavori di ristrutturazione e adeguamento e saranno pronte tra due mesi, 14 sono risultate non idonee a ospitare in quanto incompatibili con le normative. A questo numero vanno aggiunte 16 parrocchie che già collaborano stabilmente con la Caritas diocesana nell’accoglienza dei senza dimora e alle quali è stato chiesto di lasciare gli spazi disponibili per il prossimo “Piano Freddo” (novembre 2015-marzo 2016) e che, al termine di questi, potranno dedicarsi a ospitare famiglie. Altre 8 parrocchie, inoltre, mettono a disposizione spazi per promuovere le scuole di italiano e mense diurne.

«Una straordinaria partecipazione delle parrocchie data la novità e l’originalità della richiesta» ha detto monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, per il quale «l’appello di Papa Francesco ha aperto il cuore dei romani. Occorre considerare – ha commentato monsignor Feroci – che le nostre comunità sono state chiamate dal Santo Padre a qualcosa che va oltre l’ordinario e la storia pastorale di tutta la Chiesa italiana ed europea. I complessi parrocchiali non sono stati pensati per fare questo tipo di accoglienza. Sono anzitutto luoghi di culto e di insegnamento, così come avviene per i luoghi di tutte le altre religioni. A questo va poi aggiunto che a settembre l’attività pastorale non è ancora ripresa in pieno e oltre quaranta comunità parrocchiali hanno visto avvicendarsi i propri parroci che in questi giorni si stanno insediando. Per questi era impossibile poter aderire in tempi così stretti all’appello. Purtroppo sui media sono state date letture distorte e offensive; addirittura ci risulta che sono stati offerti soldi a dei rifugiati siriani per indossare una telecamera nascosta e andare a chiedere accoglienza fermando i sacerdoti per strada. Vorrei invece che fosse compreso l’enorme sforzo che i parroci stanno facendo insieme alle comunità».

2/ La Chiesa in cammino con i profughi e gli stranieri: la proposta di un itinerario di approfondimento per le parrocchie “Ero forestiero e mi avete ospitato…”

Riprendiamo sul nostro sito una nota pubblicata su sito della Caritas diocesana di Roma il 2/10/2015. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (18/10/2015)

Non è possibile restare indifferenti dinanzi alle tragiche immagini di migliaia di rifugiati che bussano alle nostre porte, la coscienza di ogni cristiano è interpellata direttamente. «Il Vangelo – ha detto Papa Francesco – ci chiama, ci chiede di essere “prossimi”, dei più piccoli e abbandonati». Soprattutto durante il Giubileo della Misericordia. Il 6 settembre 2015 il Santo Padre ha rivolto un appello «alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa» per ospitare una famiglia di profughi, «incominciando dalla mia diocesi di Roma».
Straordinaria e impegnativa è stata la risposta delle nostre comunità che fin dal primo momento, con il coordinamento della Caritas diocesana, si sono mobilitate.

Il fenomeno delle migrazioni è vasto e con molte sfaccettature. Semplificare spiegazioni e possibili soluzioni rischia di banalizzare la complessità, rafforzare i germi dell’ignoranza, trasformare una tragedia epocale in un sondaggio di opinioni in cui una soluzione vale un’altra; rischia di far crescere l’ebola del razzismo, già così, purtroppo, presente nelle parole e nei fatti di tanti.

Per questo, la Caritas Diocesana, l’Ufficio Catechistico e l’Ufficio Migrantes (per la Pastorale delle migrazioni) propongono alle comunità parrocchiali anche un percorso di approfondimento: un itinerario di sei incontri tenuti da esperti per coinvolgere e informare le comunità parrocchiali sui temi delle migrazioni e sulla pastorale dell’accoglienza.

I contenuti dell’itinerario, le modalità ed il numero degli incontri potranno essere concordati, rivisti e riadattati in base alle esigenze delle comunità.

Contatti
Per avviare i percorsi nelle parrocchie:
Caritas diocesana di Roma
Segreteria di Direzione
Tel. 06.69886424 – E-mail: direzione@caritasroma.it

Ufficio Catechistico
Segreteria
Tel. 06.69886301

Ufficio Migrantes
Segreteria
Tel. 06.69886558

1° Incontro Ero straniero e mi avete ospitato: accoglienza identità della Chiesa.
Se Carità è sinonimo di Chiesa, l’immigrazione, l’accoglienza dell’ultimo, possono essere un’opportunità per fare Chiesa? In questo incontro si vuole riflettere insieme sul significato di accogliere, di aprire le nostre comunità all’altro, al più debole, non solo come segno di fratellanza ma anche come opportunità di sperimentare il Vangelo nella propria vita, di fare comunione.

2° Incontro Dall’altra parte del mare: perché si migra nel mondo.
Non possiamo parlare di immigrazione senza parlare di conflitti ma anche di missionarietà, di educazione alla pace e di mondialità. In questo incontro verranno affrontati i temi delle migrazioni nel mondo, delle cause delle migrazioni, delle rotte utilizzate, dei contesti sociali e politici dai quali provengono gli immigrati che arrivano in Italia ed in Europa, ma anche della solidarietà internazionale, delle prospettive e del cambiamento generato dalle migrazioni.
Seguirà la testimonianza di un rifugiato accolto in Italia.

3° Incontro Essere straniero oggi in Italia.
Si parte da una considerazione: l’essere straniero è una condizione, almeno all’inizio, sfavorevole. Quali sono gli atteggiamenti che quotidianamente abbiamo nei confronti degli stranieri e quali i loro vissuti. Quali pregiudizi e stereotipi, legati alle diverse culture e religioni viviamo reciprocamente e quale futuro possiamo pensare per il nostro Paese e la nostra Città. Seguirà la testimonianza di un migrante e/o l’incontro con il rappresentante di una altra confessione religiosa.

4° Incontro Testimonianze di vita e di fede.
Nell’urgenza di offrire ai migranti il sostegno e l’aiuto di cui oggettivamente hanno bisogno, a volte rischiamo di mettere tra parentesi la ricchezza di fede e di cultura, le tradizioni di vita di cui sono portatori. Si propone quindi un incontro/testimonianza con uno o più migranti cattolici, laici, religiosi o sacerdoti, che ci parleranno della propria esperienza di fede, di come vive la Chiesa e come è incarnato il Vangelo nei propri Paesi di origine, spesso in contesti di guerra, di povertà, a volte anche di mancanza di libertà religiosa e di persecuzione.

5° Incontro L’Islam in mezzo a noi
La maggior parte dei migranti nella città di Roma è di religione cristiana, ma i nuovi richiedenti protezione internazionale sono spesso di religione islamica. Che cosa è importante sapere delle loro tradizioni religiose per poter comunicare e dialogare in modo costruttivo e il più possibile senza fraintendimenti? Come le persone di fede islamica sono abituate a rapportarsi con i cristiani nei loro Paesi di origine? E’ garantita la libertà religiosa? Cosa pensano di noi? Questo incontro vuole offrire strumenti che facilitino la convivenza e sostengano, in modo più consapevole, il “dialogo della vita” a cui siamo chiamati dal contesto storico attuale.

6° Incontro Andata e ritorno: leggi vecchi e nuove sull’immigrazione in Italia.
L’Italia ha intrapreso da tempo un percorso legislativo nella gestione delle migrazioni che prosegue, seppure con difficoltà e disomogeneità. Superati i proclami politici e le ideologie, riflettiamo in questo incontro sulle politiche migratorie in Italia, sulla sua legislazione, sulle prospettive di evoluzione o di involuzione.