Qual è la differenza fra la famiglia e le unioni civili? Breve nota di Andrea Lonardo

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 03 /06 /2018 - 23:14 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito una breve nota di Andrea Lonardo. Per approfondimenti, vedi la sotto-sezione Famiglia, affettività e sessualità, omosessualità e gender nella sezione Carità, giustizia e annunzio.

Il Centro culturale Gli scritti (18/5/2016)

Come spiegare oggi ai bambini la differenza fra il matrimonio e le unioni civili? Quando voglio trovare le parole per spiegare qualcosa ad una persona grande spesso provo a pensare a cosa direi nella maniera più semplice ad un bambino, anche se non è a lui che debbo parlare. È come un esercizio di pensiero, per poter poi parlare agli adulti in maniera semplice, comprensibile.

Come spiegherei allora in maniera semplice ad un bambino perché la legge italiana non ha voluto modificare la Costituzione repubblicana che parla all’articolo 29 della “famiglia naturale fondata sul matrimonio” ed ha invece legiferato su qualcosa che non è un matrimonio, ma porta invece il nome di “unione civile”[1]? Come presenterei questa scelta fatta coscientemente, da parte di chi non ha voluto aprire l’iter che la Costituzione stessa prevede per la revisione degli articoli fondativi della Repubblica?

Come potrei parlare ad un bambino della posizione di papa Francesco che, da tutti considerato il “leader” mondiale cui dare fiducia, la persona capace di mettersi nei panni degli altri fino alle estreme periferie della terra e delle culture, ha scritto in Amoris Laetitia riprendendo le parole del Sinodo: «“Circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia” ed è inaccettabile “che le Chiese locali subiscano delle pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all’introduzione di leggi che istituiscano il ‘matrimonio’ fra persone dello stesso sesso”» (AL 251)?

Come si può insieme lottare contro l’omofobia, insegnare cioè ai bambini il rispetto per ogni persona, e, al contempo, parlare loro del matrimonio e della famiglia come di una realtà desiderabile, unica, diversa da ogni altro tipo di unione?

Sono convinto che la via migliore sia quella di dire ai bambini la verità più semplice e chiara: la famiglia è originaria. È originaria perché viene prima delle unioni omosessuali. Se in origine ci fossero state unioni omosessuali e non famiglie, la vita non esisterebbe più. Ognuno di noi deve la sua vita  a una serie ininterrotta di famiglie che, nei secoli, dal primo uomo e dalla prima donna ad oggi, si sono amati. Certo molti di loro hanno commesso anche tanti peccatacci e avuto tanti problemi. Ma hanno generato la vita ed hanno permesso che noi nascessimo e che prima ancora nascessero i nostri genitori e prima ancora che nascessero i nostri nonni e che prima ancora nascessero i nostri bisnonni e così via.

Capisco immediatamente ed intuitivamente la differenza che esiste fra la famiglia ed una unione omosessuale quando guardo un albero genealogico.

Capisco tale differenza pensando ad ogni cellula del mio corpo che ha un DNA composto dai geni di due antenati, di un uomo e di una donna, così come era composta ogni cellula di mio padre e di mia madre e così via fino al primo uomo ed alla prima donna. Capisco che sarà così in eterno, anche se un giorno diventasse legge la maternità surrogata, cosa che ovviamente non mi auguro.

La famiglia è originaria perché è in essa che sono sempre nate anche persone omosessuali. La famiglia è una realtà così libera che in essa possono nascere e crescere persone omosessuali. La famiglia è originaria anche rispetto a chi si sente omosessuale. Ed, infatti, gli omosessuali hanno una grande gratitudine per i loro genitori.

Ecco perché la famiglia non deve essere omofoba, ecco perché dobbiamo lottare con i nostri bambini contro l’omofobia. Perché ognuno è un figlio, perché ognuno è nato dai suoi genitori, perché ognuno è degno e prezioso.

Ma questo non sposta di una virgola l’originarietà della famiglia. Essa è talmente forte che anche se la legge dovesse un giorno consentire la maternità surrogata, ecco che quel bambino accudito da due persone dello stesso sesso si domanderà un giorno: “Ma chissà dov’è mia madre?” “Ma chissà dov’è mio padre?” Perché i bambini non sono stupidi. Perché l’inconscio e il conscio esistono. I bambini cercheranno chi ha dato loro un corpo. Cercheranno di superare il muro di gomma che le ditte che si arricchiscono sulla maternità surrogata già oggi cercano di erigere. Ogni figlio adottivo cerca i suoi genitori materiali, si domanda dove siano, cosa sia loro successo.

Inoltre, se le due persone dello stesso sesso dovessero separarsi ecco che il bambino dirà: “Questa è mia mamma. È lei che mi ha portato in grembo. E quest’altra invece è la compagna di mia madre: non mi ha portato in grembo, non le rassomiglio”. Oppure dirà: “Questo è mio padre, perché ho il suo stesso naso e quest’altro invece è il compagno di mio padre”. I bambini diranno questo anche se il compagno del papà sarà più simpatico, più intelligente o più comprensivo del papà. Perché una cosa è sapere chi è nostro padre o madre ed un’altra è la preferenza spirituale per una persona.

Se un bambino dovesse un giorno scoprire di avere una malattia genetica, i medici cercheranno di capire da chi l’ha ereditata per poterla evitare ad altri e più ancora per poter meglio curarlo ed aiutarlo.

Non mi piace la parola “famiglia tradizionale”. La famiglia non è tradizionale, è originaria. Ha il copyright, piuttosto. È “di origine controllata”, come i grandi vini ed i grandi cibi.

Ecco perché la scuola deve insegnare il rispetto delle differenze, deve lottare contro il bullismo con tutte le sue forze. Deve lottare contro l’omofobia. Ed insieme deve negare l’esistenza di “diversi tipi di famiglie”. Deve invece dire, come la Legge stessa appena approvata suggerisce, che esiste la famiglia e che esistono le unioni civili che sono un’altra cosa.

Potremmo dire tante altre cose. Ad esempio, che le unioni civili saranno poche rispetto alle famiglie, come la storia recente dei paesi europei dove leggi simili sono state approvate dimostra e come dimostreranno le statistiche italiane. Potremmo dire che l’eliminazione del vincolo di fedeltà nelle unioni civili voluto dagli stessi proponenti è anch’esso estremamente significativo[2]. Ma queste differenze vengono dopo.

Ciò che è originario è che la famiglia è basata sulla differenza sessuale dell’uomo e della donna, la differenza più grande che esista ed insieme l’unica che permette la nascita di figli.

Io sono un materialista. La famiglia è materialista. L’unione civile merita rispetto, ma è spiritualista rispetto alla famiglia: in essa conta più ciò che io penso di me, che il sesso. Conta più ciò che tu pensi di te, che il sesso. Non c’è, invece, famiglia senza sesso. Ci può, invece, essere unione civile senza sesso. È il sesso che fa la famiglia. Ed è il sesso che poi permette eventualmente la nascita di figli. Ed i figli sanno di avere un padre ed una madre, perché è da un padre e da una madre che sono nati materialmente.

POST SCRIPTUM

Continuerò a dire ad adulti e bambini che la famiglia è basata sul sesso, sempre con un grande sorriso, anche se di fatto la legislazione italiana evolvesse avvicinandosi ad equiparare, pur senza identificarli formalmente, i due istituti. Le mie affermazioni precedono qualsiasi discorso politico, giurisprudenziale, morale e civilistico. Riguardano i circa 2 milioni di anni di storia umana (cioè il computo degli anni dell’esistenza della specie umana, ma la quantificazione numerica è ovviamente discussa) che fanno sì che noi siamo quello che siamo, quei 2 milioni di anni che non sono legati ad una religione, ad una cultura, a forme di controllo patriarcale, matriarcale, o comunque imposto. Sono i 2 milioni di anni che fanno sì che noi siamo ciò che siamo con il nostro DNA ed il nostro inconscio. E 2 milioni di anni non sono pochi. Io ne provo stupore!

Quanto detto dipende dal valore che io riconosco a ciò che mi precede e, di generazione in generazione, ha fatto sì che io esista e sia vivo. La famiglia è originaria, la famiglia precede ogni pensiero sulla vita.

Note al testo

[1] Si tratta ovviamente della Legge sulle unioni civili proposta con Atto della Camera n. 3634 ed approvata con una votazione sulla quale il Governo ha posto la fiducia in data 11/5/2016. La legge era stata originariamente proposta dalla senatrice Cirinnà insieme ad altri senatori, ma è stata poi totalmente riscritta con un Maxiemendamento governativo che ha portato taluni a chiamarla più precisamente Legge Renzi-Alfano-Cirinnà.

[2] È estremamente significativo che nella nuova Legge sulle unioni civili esse non siano caratterizzate dall’impegno alla fedeltà (che invece vale per la famiglia, come recita l’articolo 143 del Codice di diritto civile), non siano caratterizzate da un “interesse della famiglia” superiore ai diritti delle due persone (ancora l’articolo 143) . Ma, soprattutto, è significativo che per legiferare sulla famiglia naturale si sia sentita l’esigenza di legiferare sui figli, mentre quando si è legiferato sulle unioni civili sia stato possibile emanare una legge prescindendo dall’esistenza dei figli. Certo ciò è dovuto al fatto che gli italiani, in maggioranza, non sono favorevoli a che ci siano bambini esclusi per legge dall’avere la mamma o il papà, ma ciò significa anche che le unioni civili non implichino come elemento costitutivo la presenza di figli – fra l’altro, le statistiche proposte dai giornali portano a ritenere che a tutt’oggi secondo la maggioranza degli italiani è bene che le unioni di due persone dello stesso sesso escludano l’adozione di figli.