Quel discorso che dovete fare ai vostri figli, di Carina Kolodny [«Viviamo in una cultura in cui una madre, preoccupata dal voler crescere dei figli che si "comportino in maniera decorosa", ritiene le giovani donne responsabili del fatto che i giovani uomini le considerino degli oggetti»]

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 15 /06 /2016 - 17:02 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo da l’Huffington Post del 9/6/2016 un articolo scritto da Carina Kolodny. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sotto-sezione Educare all'affettività nella sezione Catechesi, scuola e famiglia.

Il Centro culturale Gli scritti (15/6/2016)

Ai genitori degli adolescenti,

Ricordate quella delicata conversazione che avete avuto con vostro figlio? Quella in cui gli avete detto: "Ti voglio bene, ma ho bisogno che tu capisca che, indipendentemente dal modo in cui una donna si veste o si comporta, non è un invito a fischiarle dietro, provocarla, molestarla o aggredirla"?

O quando avete detto a vostro figlio: "La verginità di una donna non è un premio, e dormirci insieme non fa punteggio"?

E che dire invece della chiacchierata a cuore aperto in cui gli avete amorevolmente spiegato che dal punto di vista giuridico "una donna non deve necessariamente lottare, e tu non devi necessariamente tenerla ferma perché si tratti di STUPRO. Se lei si trova in uno stato d'alterazione ciò significa solo che per legge il suo non è un consenso, NON che sia una preda facile".

O magari vi rammenterete d'aver condiviso quello che poi è il mio preferito: "Le tue esperienze sessuali non determinano il tuo valore, così come quelle delle donne non determinano il loro".

Ultima, ma non per importanza, ricorderete forse il momento in cui avete rimproverato vostro figlio, avendo scoperto che ricorreva facilmente alla parola "t...a"? O il momento in cui v'è capitato di sentirlo parlare di qualche compagna di scuola come se fosse una terra di conquista più che una persona?

Vorrei che prendeste un attimo in considerazione tutte queste conversazioni, per poi chiedervi la ragione per cui non ve le ricordate. Il motivo più probabile è che non sono mai accadute. In effetti, ciò vale per la stragrande maggioranza dei genitori.

Al contrario, ecco alcune conversazioni di cui potreste avere un ricordo più nitido. Vi darò un indizio: probabilmente non è a vostro figlio che vi stavate rivolgendo.

"Bisogna fare attenzione a come ci si comporta e a come ci si veste - è facile farsi una cattiva reputazione".

"È così che sono fatti i ragazzi -- non bisogna offrirgli alcuna scusa per comportarsi così con te".

"Fa' attenzione! Quando ti vesti così, certa gente lo interpreta come un invito".

"Non uscire mai per conto tuo, non avventurarti di notte in solitudine, non bere mai bevande che siano già state stappate".

Queste sono conversazioni che genitori amorevoli come voi intrattengono spesso. Nascono da un luogo in cui ci si prende cura, in cui ci si preoccupa, ma soprattutto da un luogo d'indottrinamento culturale distorto che sta facendo del male, soffocando e punendo le giovani donne.

L'indottrinamento culturale di cui sto parlando funziona più o meno così: è responsabilità della giovane donna quella di proteggersi da stupri, aggressioni, molestie, stalking e abusi, perché i ragazzi son fatti così, e fra loro c'è chi proprio non riesce a trattenersi.

Come autrice specializzata in questioni di salute e sessualità, mi son ritrovata a parlare a un buon numero di genitori più che consapevoli di questa realtà distorta, che però non avevano idea di che cosa farci.

"È ingiusto e orripilante", ha riconosciuto una volta una madre, "ma ciò non cambia il fatto che sia vero. Non posso cambiare il fatto che là fuori ci siano individui raccapriccianti che si comportano in questo modo. Devo aiutare mia figlia a proteggersi".

Allora diamo un rapido sguardo a questi "uomini raccapriccianti", Chi sono, in realtà? Chi sono gli uomini raccapriccianti che stanno rendendo pericoloso per vostra figlia l'andare da sola a un party al campus? Chi sono gli uomini raccapriccianti che le stanno fischiando dietro, o la stanno molestando verbalmente, o si stanno rivolgendo a lei con parole intimidatorie? Chi sono gli uomini raccapriccianti che la stanno perseguitando? Molestando? Aggredendo?

Chi sono questi "uomini raccapriccianti", da dove provengono, E chi diavolo li ha cresciuti?

La risposta, sfortunatamente, è VOI.

Abbiamo a disposizione fin troppe informazioni per continuare a scaricare la colpa sull'omino anonimo che s'aggira nell'ombra. Abbiamo una quantità di dati più che sufficiente a concludere che la maggior parte di coloro che se ne rendono colpevoli non sono gli "altri", sono i coetanei, i compagni di classe, gli ex fidanzati e gli amici.

Sono giovani ragazzi che vostra figlia probabilmente già conosce e con cui già si trova a interagire. Non potete costruire una cinta muraria intorno a vostra figlia per impedire a questi uomini d'entrare nel suo mondo - ci sono già.

Non m'aspetto che siate lieti di ricevere tutte queste notizie. Ho motivo di dubitare che molti di voi riescano perfino ad accettarle. Vorrei che vi rendeste conto che non sto dicendo che tutti i ragazzi sono stupratori o che tutti loro non mostrano rispetto nei confronti delle donne - e di certo non intendo asserire che tutti i ragazzi siano semplicemente programmati così.

Ciò che sto dicendo è questo: noi viviamo in una cultura che mette sotto processo le vittime con domande tipo: "Beh, che cosa indossavi?" e "quanto hai bevuto?". Noi viviamo in una cultura in cui una madre, preoccupata dal voler crescere dei figli che si "comportino in maniera decorosa", ritiene le giovani donne responsabili del fatto che i giovani uomini le considerino degli oggetti. Noi viviamo in una cultura in cui un giudice commina trenta giorni a uno stupratore perché la sua vittima quattordicenne era "più matura della propria età anagrafica". Noi viviamo in una cultura che assegna il compito di non esser stuprate alle donne e alle ragazze invece d'aspettarsi e di pretendere che i ragazzi e gli uomini abbiano la responsabilità di non stuprare.

Vostro figlio sta crescendo in una cultura in cui tutti quei messaggi gli girano intorno. Potreste averlo cresciuto in una casa che finisce per perpetuare quella cultura senza neanche volerlo, o magari l'avete cresciuto in una casa dove gli sono stati insegnati dei valori che sono in assoluto contrasto con quella cultura. La domanda più importante è: gli avete mai detto esplicitamente di non sposarla mai, quella cultura? Gli avete mai detto che quella cultura è inaccettabile e SBAGLIATA? Avete mai avuto con lui una delle suddette conversazioni?

Quando intrattenete con vostra figlia la conversazione sul come "evitare d'esser stuprata" è difficile, perché non volete immaginarla vittima. L'idea d'intrattenere con vostro figlio la conversazione sul "non stuprare" è più difficile, perché non vorreste mai immaginarlo capace di farlo.

Fatelo perché tanti genitori hanno supposto di non averne bisogno, e perciò tanti altri ne hanno sofferto.

Fatelo perché amate vostro figlio, e volete che abbia un futuro luminoso davanti a sé.

Fatelo perché non farlo è da irresponsabili.

Fatelo per vostra figlia, o per le vostre nipoti, o per le giovani donne in generale, perché per quanto terrificante possa risultarvi quella conversazione, la realtà molto più terrificante è che alle giovani donne si continua a insegnare a vivere nel timore degli uomini.

È questo ciò che state facendo in realtà quando avete una di quelle conversazioni sul "non farti stuprare" con vostra figlia. Le state dicendo d'esser sempre diffidente, le state dicendo di trascorrere la propria vita a guardarsi le spalle, le state dicendo che ogni uomo è un potenziale predatore.

"MA È VERO", potreste pensare. "Tutto ciò è vero".

E non avreste torto. Le aggressioni di natura sessuale oggi sono un fenomeno pervasivo - una su quattro/cinque studentesse del college viene aggredita sessualmente prima del diploma.

Ma l'aggressione sessuale è un fenomeno pervasivo indipendentemente dalle conversazioni che molti genitori possano aver avuto con le proprie figlie. Pare che l'ottica del "non farti stuprare" non sia una strategia efficace per arginare questa pandemia. Anzi, è controproducente perché non fa altro che perpetuare una cultura all'interno della quale gli uomini non avvertono il bisogno di assumersi le proprie responsabilità.

Fortunatamente gli strumenti per mettere un freno a questi reati ce li avete. Voi POTETE contribuire a proteggere vostra figlia e altre giovani donne come lei.

E lo potete fare nel salotto di casa vostra.

Tutto ciò che dovrete fare è parlare a vostro figlio.

Questo post è stato pubblicato su HuffPostUsa ed è stato tradotto da Stefano Pitrelli.