La migrazione più lunga [La sterna paradisea dall’Artico all’Antartico], da Le scienze/Scientific American

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 01 /08 /2016 - 15:34 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo dal sito della rivista Le scienze http://www.lescienze.it/news/2010/01/13/news/la_migrazione_piu_lunga-576533/  del 13/10/2010 un articolo a firma gg. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sotto-sezione Creazione ed evoluzione nella sezione Scienza e fede.

Il Centro culturale Gli scritti (17/7/2016)

Settantamila chilometri all'anno, è questa la distanza coperta dalla Sterna paradisaea nel viaggio che compie partendo dalle regioni artiche in cui soggiorna durante l'estate nell'emisfero settentrionale per spostarsi verso quelle antartiche al sopraggiungere della brutta stagione, per poi tornare al successivo cambio di stagione. La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricercatori del Greenland Institute of Natural Resources, dell'Università di Aarhus, del British Antarctic Survey e dell'Istituto islandese di scienze naturali, che illustrano il loro studio in un articolo pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) a prima firma Carsten Egevang.

Sebbene la schiera degli uccelli migratori sia ben nutrita, nessuno si avvicina lontanamente alle performances di questo piccolo uccello del peso che si aggira sui 100 grammi, e che nell'arco della sua vita - in media attorno ai 29 anni - riesce a macinare un percorso pari a tre volte il viaggio di andata e ritorno per la Luna.

La lunghezza del percorso è dovuta al fatto che quando la sterna lascia i suoi areali artici fra fine agosto e settembre non segue una retta più o meno lineare da nord a sud, ma segue un complesso percorso a S che dalla Groenlandia la porta dapprima verso le Azzorre, dove fa tappa per rifocillarsi nelle acque ricche di zooplancton e pesce, per poi dirigersi seguendo le coste dell'Africa verso l'Antartide. In questo lungo viaggio le sterne coprono in media 330 chilometri al giorno. Sulla via del ritorno, che inizia verso maggio, segue invece un'altra rotta che la porta prima verso l'Africa meridionale per poi dirigersi verso i Caraibi e quindi verso l'Artico. In questo caso le tappe giornaliere sono invece di circa 550 chilometri.

La scoperta è stata resa possibile grazie all'uso di speciali geolocalizzatori di cui sono stati dotati alcuni uccelli: del peso di soli 14 grammi essi registrano l'intensità luminosa e la durata del giorno locale, dati da cui è possibile ricavare l'ora dell'alba e del tramonto e quindi ricavare l'esatta localizzazione dell'animale.

"L'uso di questi apparecchi sugli uccelli marini non solo rivoluziona la nostra comprensone degli schemi di migrazione che essi adottano, ma ci aiuta a identificare importanti 'punti caldi' biologici da tenere sotto osservazione", ha osservato Richard Phillips uno degli autori della ricerca. (gg)