In visita alle comunità cristiane dell’Iraq. La Missione Raggio, di sr Nuha Aboud e sr Joumana Aoun

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 21 /10 /2018 - 23:00 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito una testimonianza redatta da sr Nuha Aboud e sr Joumana Aoun, salesiane del Medio Oriente.

Il Centro culturale Gli scritti (21/10/2018)

“Siate fermi nella fede, forti nelle tribolazioni...”. 

All’alba del lunedi 12 settembre siamo arrivate noi, sr Nuha Aboud ed io sr Joumana Aoun, all’aeroporto di Erbil – Irak. Siamo state accolte con grande gioia da una famiglia (Nabil e Baidaa), della parentela di Sr. Nuha, rifugiati ad Aincawa nel nord, provincia diretta dai Kurdi. Abbiamo aspettato alcune ore affinché si sono aperte le frontiere per passare dal Kurdestan a Karakosh.

La loro gioia nel darci il benvenuto, la loro generosità nel condividere con noi quel poco che possedevano ci ha toccato il cuore. Certo, nessuna difficoltà può cambiare una cultura timbrata dal dono gratuito, radicato nella fede. Anzi, l’oro, nel fuoco, si purifica e riacquista maggiore bellezza!

Ascoltare la famiglia raccontare l’esperienza del loro esilio, ci ha edificati e da lì iniziò il nostro apostolato dell’ascolto, della consolazione, dell’ammirazione! “Sì, è vero che noi abbiamo perso tutto, ma grazie a Dio, tutti i membri della mia famiglia sono salvi e questo mi basta... ringrazio Dio che ci ha protetti e ringrazio la Chiesa che ha provveduto a noi il necessario... tante famiglie vivono in condizioni peggiori di noi... Dio è Buono.” Afferma Baidaa. Il marito continua: “Abbiamo sofferto tanto come migliaia di famiglie. Abbiamo sperimentato l’importanza della vita fraterna in Chiesa. Ora posso lavorare e provvedere un poco alle necessità della mia famiglia e la Chiesa continua ad aiutarci materialmente e spiritualmente, grazie a Dio”.

Nabil ci ha accompagnato in un giro nella zona e ci ha mostrato i caravan, dove abitavano i rifugiati dal 2014 fino a poco mesi fa.

Alcune famiglie, nelle zone cristiane che sono state liberate dall’oppressione dell’ISIS - intendiamo Karakosh, Karmles, Bartilla... - sono ritornate nei loro villaggi. Con il supporto della Chiesa, stanno cercando di ricostruire le case. Altre famiglie invece, hanno scelto di rimanere nel Kurdistan perché hanno trovato possibilità di lavoro. La Chiesa ha affittato per loro appartamenti.

IL NOSTRO VIAGGIO VERSO KARAKOSH

Dopo un caloroso saluto, Nabil ci trovò un taxi per Karakosh, la nostra meta. È la città assalita e distrutta da ISIS, la terra di sr Nuha.

L’autista, cristiano di Karakosh, ci ha mostrato lungo la strada dei tunnel scavati nel tempo dall’ISIS e dai loro alleati; ci ha mostrato anchei campi per rifugiati sia cristiani che musulmani che abitano in caravan. La loro situazione è pesante.

Arrivando a Karakosh, subito notiamo le strade totalmente rovinate, case bruciate, altre totalmente distrutte... La speranza riprese in noi vedendo case ristrutturate o in via di rifacimento. È l’uccello della “fenice” che rinasce alle ceneri.

Finalmente, siamo alla casa natia di Sr. Nuha dove ha trascorso la sua fanciullezza. La famiglia è in esilio in Francia. Vi abita ora la sorella con la sua famiglia. I segni del fuoco che aveva tutto bruciato sono ancora evidenti.

Tante emozioni agitano il cuore, particolarmente quello di sr Nuha! Il sorriso nasconde le ferite e il malessere del momento. Siamo qui per seminare speranza e fiducia nel cuore della sorella che ci ha accolte con gioia inesprimibile. Sono passati cinque anni senza potersi vedere tra le sorelle. Dopo il benvenuto generosissimo della famiglia, passiamo la prima notte da lei.

L’INCONTRO CON SUA ECC. GIOVANNI PETRUS MUSHI, VESCOVO DEI SIRIACI CATTOLICI DI MUSSUL (KARAKOSH) – KARKUK E LA PROVINCIA DI KURDISTAN.

Martedi, alle 6:30 am, abbiamo partecipato alla S. Messa nella chiesa di Sant’Efrem, nel seminario. In seguito, salutiamo il parroco Padre Roni Mumika che si offrì per farci un giro nel seminario, semi-distrutto e usato come prigione delle donne rapite.

Purtroppo, i segni del fuoco che hanno divorato la biblioteca più preziosa ci intristisce. Dopo ciò, alle nove, abbiamo passato al vescovado vicino per incontrare Sua Ecc. Giovanni Petrus Mushi che ci accolse con paterna bontà. A lui consegniamo la lettera dell’Ispettrice Sr. Lina Abou Naoum che chiese il permesso per questa “missione raggio” in Iraq.

Sua Ecc. Ci indirizzò a incontrare i sacerdoti incaricati delle diverse attività della Chiesa locale, specialmente quella giovanile. Ed eccoci subito al lavoro... Alle 11:30 un incontro organizzativo con Padre Roni Mumika, aprì la via a diverse attività a favore dei giovani di diverse fasce di età.

Non abbiamo dimenticato che il motivo della nostra visita, e quindi di ogni attività, sarà il sostegno al popolo che ha sofferto ingiustizie e violenze di ogni tipo. È imparare dalla loro solida fede; vivere con loro la fraternità e la speranza; sognare il domani e seminare la gioia salesiana nei cuori.

Giovedi 13-09-2018: Alle otto di sera abbiamo partecipato all’adorazione settimanale nella Chiesa di Sant’Efrem, nel seminario.

Venerdi 14-09-2018, alle 9:30 am, siamo andate insieme a famiglie premurose, per una gita al convento dei Siriaci Ortodossi, San Matti. Là al nord di Mussul su un’alta montagna, sono state protette tante famiglie durante l’invasione ISIS.

La sera, ancora a Sant’Efrem, vicino la casa del nostro pernottamento, eravamo alla Santa Messa dell’Esaltazione della Santa Croce. E come è solito tradizionalmente nella festa, abbiamo assistito al fuoco grande acceso per l’occasione.

Sabato 15-09-2018: siamo nella Chiesa di San Giovanni alle 6 am, per andare verso il Nord dell’Iraq–Akra. Siamo con l’associazione che prende cura delle donne nella zona. Erano 560. Il responsabile è P. Roni con alcuni volontari laici.

Lunedi 17-09-2018 alle 5 pm siamo con i ragazzi, dalla prima elementare fino alla prima media, erano quasi 200. Il tema da noi animato era “la sincerità”. I ragazzi si sono entusiasmati e coinvolti nei diversi bans, giochi e attività.

Martedi 18-09-2018: alle 7:30 è l’incontro nel seminario con i giovani che costituiscono i cori di cinque parrocchie. Infatti, sono nove le parrocchie a Karakosh. Erano circa 100. Dopo aver parlato in breve con loro di Don Bosco e della nostra spiritualità salesiana, abbiamo dato il via al gioco e ai bans. Di seguito la cena insieme.

Mercoledi 19-09-2018: Nel pomeriggio, accompagnate dalla sorella di Sr. Nuha, siamo andate al convento per i Siriaci cattolici dedicato ai santi martiri Behnam e Sara sua sorella, due martiri dei primi secoli della Chiesa, nella provincia di Ninive – Namrud. Questo convento è la sola oasi di cristianesimo in una zona tutta musulmana, dove le famiglie si ritirano per la preghiera.

Giovedi 20-09-2018: alle 6:30 am abbiamo incontrato Padre Imad Iklimos e assistito alla sua Messa, nell’antica chiesa storica e grande di Karakosh. È dedicata alla Madonna -Al Tahira - cioè l’Immacolata. Purtroppo è distrutta in buona parte ed è in restauro.

Venerdi 21-09-2018: Alle 5:30 pm abbiamo animato un incontro ad un gruppo di giovani adolescenti sulla vita di Don Bosco. E come sempre non mancavano i giochi Erano quasi 150 giovani. Il responsabile è un prete religioso, di un ordine locale, fratello di Gesù Redentore.

Sabato 22-09-2018: Alle 9:30 am siamo con Sua Ecc. Mons. Giovanni Petrus Mushi per raccontare l’esperienza. Era molto soddisfatto delle attività da noi svolte. Ci ha chiesto di ritornare più a lungo. L’abbiamo ringraziato per l’accoglienza promettendo di non deludere le sue attese.

Domenica 23-09-2018: nella parrocchia di S. Behnam e Sara a Karakosh, siamo alla Santa Messa. Eravamo molto colpite dello stato della chiesa che era bellissima, e ora tutta bruciata.

Nel pomeriggio, siamo in visita alla famiglia di Sr. Rawaa Ishoo, la seconda FMA [suora salesiana] di Karakosh.

Lunedi 24-09-2018: Nella mattinata siamo andate a visitare un santuario per siriaci ortodossi, Mokortaya, dove il vescovado è distrutto dalla guerra. Accanto al santuario esistono i resti di tunnel scavati da ISIS che legavano due villaggi. Siamo passate nei cimiteri non tanto distanti. Anche questi sono distrutti! Hanno profanato i cimiteri mettendo i cadaveri fuori, cercando soldi e oro e usando le bare per mettere armi. Anche la chiesa è totalmente distrutta.

Oltre le attività svolte per molti, abbiamo visitato alcune famiglie e ascoltato il loro dolore, quello espresso e quello impossibile da decifrare. Gli sguardi tristi colpiscono il cuore. Sono incerti attorno al domaniCi sarà la vera pace? Una domanda alla quale nessuno per ora riesce a rispondere!

Molte sono le sofferenze psichiche, specialmente nei cuori dei piccoli e delle donne. Di tanto hanno bisogno! Chi potrà guarire le ferite ancora aperte?

Nonostante il profondo dolore e la distruzione, la Chiesa viene incontro alla gente in modo meraviglioso e a tutti i livelli, materialmente e spiritualmente organizzando per il popolo tempi di svago, di preghiera, di incontri...

Alcune espressioni sentite dalla gente:

-“Possono distruggere tutto, ma non toglierci la fede…”

-“Con la nostra vita cristiana possiamo fermentare la nostra società”.

-“Qui è la nostra storia e qui sarà il nostro futuro!”