Un dramma educativo: non sappiamo quali preghiere insegnare a chi lavora, ma anche ai bambini. In attesa di deciderlo, che preghino al risveglio, a mezzogiorno e alla sera con tre Ave Maria e leggano il vangelo della messa del giorno. Breve nota di Andrea Lonardo

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 14 /01 /2019 - 00:02 am | Permalink | Homepage
- Tag usati: , , ,
- Segnala questo articolo:
These icons link to social bookmarking sites where readers can share and discover new web pages.
  • email
  • Facebook
  • Google
  • Twitter

Riprendiamo sul nostro sito un articolo di Andrea Lonardo. Per approfondimenti, cfr. la sezione Preghiere.

Il Centro culturale Gli scritti (13/1/2019)

Vincent van Gogh, L'Angelus (1880, copia da Millet); disegno a matita, 
gessetto e acquarello, 47 x 62 cm, Museo Kröller-Müller, Otterlo

Come si insegna oggi a pregare a chi si alza presto per andare a lavorare? E quali preghiere sono adatte per chi torna a casa stanco la sera? Quali preghiere si possono insegnare ai bambini per quando si svegliano? Quale preghiera si consiglia  per la pausa pranzo?

Se il Concilio Vaticano II ha rinnovato con grande sapienza l’annuncio eterno della fede (con la Dei Verbum), la liturgia (con Sacrosanctum Concilium), le prospettive di impegno del laico (con Gaudium et spes), non lo ha fatto per la preghiera personale.

Sia chiaro subito che ciò non è una colpa del Concilio. Un concilio non si può occupare di tutto, non può affrontare ogni tema e questione.

L’assenza di un documento specifico conciliare sulla preghiera personale ha fatto sì che i cristiani sentissero ormai inadeguate le preghiere precedenti, ma non sapessero più con quali preghiere pregare e quali trasmettere per la vita ordinaria.

Se si chiede, infatti, quali siano le preghiere che possono aiutare a santificare il mattino al risveglio, o quali siano le più adatte per benedire la giornata che si chiude alla sera, si avranno le risposte più svariate. Chi dirà la lectio divina, chi lodi e vespri, chi il rosario, chi la lettura della Bibbia, chi talune devozioni, chi l’Atto di fede o quello di speranza o di carità, chi il Gloria, chi la Salve Regina.

Certo è che, nelle diverse e grandi possibilità offerte, manca poi una forma breve e semplice per il popolo. Breve e semplice al punto che possa essere insegnata a chi va a lavorare e si alza molto presto con orari strettissimi. Breve e semplice perché possa essere anche la preghiera dei bambini.

In attesa di una maturazione di tale questione, due punti fermi possono essere proposti.

In primo luogo, pregare al mattino, a mezzogiorno e a sera con tre Ave Maria per volta (cioè la preghiera dell’Angelus nella sua forma semplice che è memoria dell’Incarnazione).

In secondo luogo leggere il vangelo del giorno, il vangelo cioè della messa, ancorando così la preghiera personale alla liturgia della Chiesa e all’eucarestia.

Una preghiera semplice, quindi, anzi semplicissima: le tre Ave Maria per tre volte al giorno.

E l’ascolto della Parola del giorno, tramite la lettura del Vangelo proposto dalla scansione dell’anno liturgico.

Tutto il resto è buono, anzi ottimo. Ma da queste due proposte si può iniziare per affaticati, per oppressi e per i bambini.

Giovanni Segantini, Ave Maria a trasbordo, 
1886, Sankt Moritz, Segantini Museum