La femminista Bindel aggredita da una transgender dopo una conferenza sulle donne ad Edinburgo, di Monica Ricci Sargentini

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 16 /06 /2019 - 14:15 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo dal Corriere della Sera del 6/6/2019 un articolo di Monica Ricci Sargentini. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sotto-sezione Gender.

Il Centro culturale Gli scritti (16/6/2019)

Non c’è pace per le femministe radicali in Gran Bretagna. Le donne che rivendicano la loro specificità di genere e contestano l’accesso agli spazi loro riservati ai transgender vengono cacciate dai convegni, bullizzate, insultate e spesso anche aggredite. Era già accaduto allo Speaker’s Corner di Hyde Park nel 2017 quando un gruppo di femministe era stato picchiato da alcune attiviste trans. Ed è successo nuovamente oggi all’Università di Edinburgo quando, dopo una conferenza, Julie Bindel, giornalista lesbica e femminista, è stata avvicinata da una donna trans che già in precedenza aveva incitato in un tweet alla violenza contro le Terf, Trans Excludent Radical Feminist, come vengono chiamate in senso dispregiativo le femministe radicali.

Il racconto

Bindel ha raccontato di essere stata aggredita mentre era stava per prendere un taxi con la professoressa Rosa Freedman: «Avevamo avuto un incontro molto positivo in cui avevamo parlato della violenza maschile contro le donne e non avevamo mai nominato la questione trans ma quando sono uscita questa persona mi è venuta incontro urlando e si è scagliata su di me cercando di colpirmi in faccia. Per fortuna una guardia è prontamente intervenuta». La giornalista ha filmato l’accaduto e questo ha scatenato di nuovo Brennan che è stato infine allontanato da tre uomini della sicurezza. L’aggressione è stata confermata anche dalla professoressa Freedman che ha parlato con la 27sima ora: «Stavamo camminando verso il taxi con i bagagli quando un uomo si è avvicinato a Julie con fare minaccioso urlando “Sei una puttana”, “Sei una terf” e le ha sferrato un pugno ma lei si è scansata. Le guardie lo hanno fermato ma lui ha cercato di spingerle via e si è scagliato nuovamente sulla mia amica. Sono ancora scioccata».

La protesta

Poche ore prima, nella piazza antistante la sala della conferenza, si era tenuta una protesta di attivisti trans che contestavano la presenza di Bindel. La messa al bando di oratori non graditi, che in inglese, viene chiamata no-platform è diventata un vero problema nei Paesi anglossassoni perché mette a repentaglio la libertà di espressione. Alla fine del 2017 il ministro per l’Università Jo Johnson aveva ventilato multe per le università che non rispettavano il diritto di parola e di lettura (molti libri vengono censurati). «Penso che chi ha soffiato sul fuoco chiamandoci bigotte, fasciste e naziste perché abbiamo fatto una conferenza sui diritti delle donne dovrebbe prendersi le sue responsabilità» ha aggiunto Bindel.

Il tweet violento

L’università di Edinburgo ha confermato l’incidente: «Il nostro staff della sicurezza ha agito prontamente ed è riuscito ad evitare che qualcuno si facesse male». La trans, però, nega di aver alzato le mani: «Non ho colpito nessuno, volevo solo parlare faccia a faccia con una persona che ha causato molti danni alle trans». Tuttavia la donna, che su Twitter si fa chiamare Cathy Brennan (@townbattle), un nome falso, si era già resa autrice di un cinguettio in cui incitava alla violenza contro le femministe se si fossero mai presentate al Pride di Londra come era accaduto lo scorso anno: «Tutti gli alleati dei trans al #PrideLondon devono cacciare la spazzatura terf. Spaventatele, andategli sotto la faccia, il dibattito con loro non funziona quindi fategli del male».

Le dimissioni

A riprova dell’aria che tira, ieri, i 12 membri del comitato del Pride Network dell’Università di Edinburgo si sono dimessi non in segno di solidarietà a Bindel ma per protestare contro chi aveva autorizzato il convegno sulla violenza contro le donne «mancando così di prendere posizione contro l’odio transfobico nel campus». È la linea dei no platform su cui si dibatte da tempo in Gran Bretagna.

© Corriere della Sera RIPRODUZIONE RISERVATA