Anche dinanzi al coronavirus i più dimenticati sono le famiglie e gli adolescenti. Breve nota di Andrea Lonardo

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 08 /03 /2020 - 16:36 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Adolescenti.

Il Centro culturale Gli scritti (8/3/2020)

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Video "rai3 coronavirus scuole chiuse bar pieni"

Può questo immaginario plasmare una vita?

Le disposizioni governative sul Coronavirus sono scritte da persone che non sanno cosa è una famiglia. Sono scritte per singles. Puoi certamente chiudere le scuole, ma hai pensato a cosa faranno i bambini, i ragazzi e i loro genitori?

Basta stare un istante in una parrocchia con oratorio per accorgersi in un secondo che tutti i bambini e i ragazzi che non possono recarsi nelle scuole chiuse per il coronavirus si riversano insieme a giocare fin dal mattino nei campetti parrocchiali. Cosa deve fare un oratorio: chiudere i cancelli perché i ragazzi non giochino insieme? Espellerli perché continuino a stare insieme per le strade, se anche gli spazi parrocchiali fossero loro interdetti per il Coronavirus?

I genitori sono al lavoro ed essi sono per strada, abbandonati a se stessi. Meglio: sono insieme, senza mai abbandonarsi gli uni e gli altri, abbandonati dai genitori, ma insieme fra di loro.

Le disposizioni governative  - e al seguito quelle di molte comunità ecclesiali – nemmeno nominano le famiglie e gli oratori. Cosa faranno i bambini e gli adolescenti che non vanno a scuola?

Un’insegnante di liceo mi ha raccontato che i ragazzi, nel salutarla l’ultimo giorno prima della chiusura, le hanno detto: “A professorè, ce viene domani ad ubriacarsi con noi?”

Tutto è demandato ai genitori, come se non fosse noto che questi sono obbligati a recarsi al lavoro. Tutto è demandato ai genitori, come se non fosse noto che ormai da decenni è stato insegnato loro che l’unico atteggiamento che debbono tenere è quello di lasciare i figli liberi di fare ciò che vogliono.

Ci sono disposizioni su tutto: ma esse dimenticano assolutamente che esistono famiglie con bambini e con ragazzi: chi ha figli non è nemmeno considerato. E non è nemmeno considerato che non abbia più gli strumenti per gestire l’educazione, poiché la “cultura” ufficiale li ha abbandonati da decenni come questione secondaria e poco rilevante.

Ecco il grido della città.