La difficile questione politica che si presenta al paese, ma anche alla chiesa italiana, la questione reale e non quella immaginaria. I tre grandi blocchi: il centro-destra che si avvia ad essere maggioritario, il PD e i 5Stelle, di Giovanni Amico

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 07 /06 /2021 - 15:05 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito un articolo di Giovanni Amico. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per approfondimenti, cfr. la sezione Carità, giustizia e annunzio.

Il Centro culturale Gli scritti (7/6/2021)

Repubblica del 28 maggio 2021 dava notizia del fatto che, secondo la Supermedia settimanale di Agi/Youtrend, Fratelli d’Italia sarebbe ormai il secondo partito d’Italia dopo la Lega, avendo superato, anche se solo di mezzo punto, il Partito Democratico (PD).

Nei giorni precedenti titolava anche sul fatto che, con l’odierno sistema elettorale, il centro-destra in Italia, se si votasse adesso, potrebbe avere la maggioranza assoluta in Parlamento con i premi di maggioranza riconosciuti dall’attuale legge.

Ebbene tale ipotesi non può non generare dibattito. Sono coscienti le nostre comunità che, nei diversi Comuni d’Italia, come nelle assemblee domenicali, il popolo italiano e il popolo di Dio è politicamente spaccato e metà di esso vota per il centro-destra, un quarto per il Partito Democratico e un quarto per il Movimento 5Stelle?

Quale formazione ipotizzare – e quale proposte accogliere dai laici, in un vero loro ascolto a tutto campo – per giungere ad una composizione dove i cattolici presenti nei tre schieramenti non si adeguino semplicemente alla linea dettata dai tre blocchi, bensì divengano una presenza viva e originale in maniera da costituire un presupposto di libertà e di provocazione all’interno di ognuno di quei tre blocchi per correzioni di linea politica?

Come aiutare i cittadini dei tre gruppi, tutti presenti nei nostri Comuni e nelle nostre assemblee liturgiche, a superare le reciproche accuse di essere comunisti o fascisti, per individuare più correttamente il vero “nemico” nell’ideologia radicale e liberista presente ormai sia a sinistra che a destra e capace di mettere a tacere le complementari sottolineature del “lavoro” e della “famiglia” presenti nella nostra Costituzione?

Che le reciproche accuse di “comunismo” e “fascismo” siano datate appare anche dal fatto che il PD e la Lega governano insieme nell’esecutivo Draghi ed, evidentemente, non debbono ritenere così vere tali accuse se non hanno problemi a sedere gli uni con gli altri al medesimo tavolo di Governo.

Cosa fare per stimolare i tre blocchi a spostare l’attenzione dai progetti radicali e liberisti, che tutti e tre perseguono,per gettare fumo negli occhi e distogliere l’attenzione dal fatto che sui temi del lavoro e della famiglia stanno facendo poco?

Come mostrare che solo una seria politica del lavoro permetterà l’integrazione di nuovi migranti e solo una politica seria sulla famiglia permetterà uno sviluppo economico del paese?

En passant, non si deve dimenticare poi la crisi che hanno i diversi leader come figure pubbliche, con Salvini che è stato, con la sua sfiducia, la causa del sorgere del secondo Governo Conte. Con Conte che, a sua volta, è stato silurato da Renzi. Con Zingaretti che si è dovuto dimettere poiché il PD non lo riteneva più in grado di governare il partito. Con Emma Bonino che è fuoriuscita da +Europa poiché messa in minoranza dal partito da lei fondato. Con Enrico Letta che è tornato in auge dopo essere stato un tempo messo fuori da Renzi e da tutto il PD che lo avevano “rottamato”. Con Di Maio che non sembra avere la fiducia nel suo stesso partito. Con la Meloni che litiga con lo stesso Salvini.

Come permettere a laici maturi, indipendenti dalla gerarchia, liberi, pensanti con le proprie teste, di lavorare all’interno dei tre diversi blocchi, senza scomunicarsi a vicenda accusandosi reciprocamente di comunismo e fascismo, di nazionalismo sovranista o di internazionalismo massonico, accettando invece, come deve avvenire per figure veramente laicali e non “confessionali”, di stare nei diversi partiti, ma in maniera critica, creativa, capaci di accogliere tutto il bene presente in quel determinato gruppo politico, ma anche forti per opporsi con chiarezza a progetti inadeguati?

Come promuovere itinerari di formazione alla politica che non orientino già all’interno di un determinato schieramento, ma aiutino a discernere come stare all’interno dei diversi schieramenti, ognuno dei quali propone chiaramente anche punti programmatici fortemente distanti dalla dottrina sociale della Chiesa?

Abbiamo veramente bisogno di un laicato maturo e responsabile, libero e autonomo, che non si sia slegato dalla gerarchia ecclesiastica solo per finire succube dei tre blocchi politici oggi presenti nel paese, ma per essere libero di agire all’interno di tutti e tre quegli orientamenti in maniera viva e anche contestatrice: dall’interno, ma contestando e proponendo.

Tutto spinge a dire che il partito unico dei cattolici continua ad essere un fatto del passato e che non ha senso ritornare all’idea di un solo partito quasi che i cattolici possano stare solo nel PD o nella Lega/Fratelli d’Italia o nei 5Stelle.

Sarebbe una vera calamità se la più grande spaccatura dovesse continuare ad essere quella dell’appartenenza ai diversi partiti politici, come recentemente denunciato da padre Cantalamessa (cfr. Cantalamessa: l'opzione politica è [purtroppo] il vero fattore di divisione fra i cattolici).