II incontro del corso per guide turistiche Roma al cuore del Rinascimento. Michelangelo (schema e testi Andrea Lonardo)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 24 /11 /2021 - 13:34 pm | Permalink | Homepage
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Premesse

- volutamente prima di Raffaello, perché è cronologicamente precedente!

Michelangelo nasce nel 1475

Raffaello nasce nel 1483, ma muore prima, nel 1520, mentre Michelangelo muore nel 1564

- Michelangelo: non singole opere, non frammenti

- esattamente come per Bernini

Baldacchino, colonnato, cattedra

- così Michelangelo

- per San Pietro
Pietà

Tomba di Giulio II

Crociera e tamburo della Cupola

- Per il Palazzo e le Cappelle
Sistina: Storie della creazione, Giudizio universale

Cappella Paolina

Muore come sovrintendente alla Fabbrica di San Pietro

- non possiamo fare il gossip sulla Pietà o sul Giudizio

Sarebbe un peccato mortale culturale!

- grandissima difficoltà di questi luoghi

Né vera spiegazione possibile, né vero silenzio possibile

Fittizio silenzio, imbarazzante anche, e fittizia spiegazione a volte

Come creare suspence

Servirebbe anche un intervento di chi “comanda”, ma è difficile!

Pietà, distante dopo l’attentato

Problematizzare

- certo un luogo di culto

Io, quando entro, mi rivolgo all’altare e faccio il segno di croce

Si può dire: dopo averla contemplata, elevate un pensiero a Dio, se siete credenti, oppure fermatevi a domandarvi cosa vi manca, cosa desiderate

- peculiarità: non è un Museo, è la casa del papa, quelle opere non sono state fatte per i turisti, ma per chi viene accolto qui, entriamo nella sua cappella

Non è come andare al Louvre

La Pinacoteca, in fondo, è secondaria!!!

Certamente non lo “sputare nel piatto dove si mangia”

La Pietà

Cappella di Santa Petronilla, leggendaria figlia di San Pietro, protettrice della Francia (prima figlia della Chiesa!), una rotonda abbattuta da Bramante

- Pietà per il cardinale ambasciatore del re di Francia, Villier (trasposizione italiana del vero nome, Jean de Bilhères) che, fra l’altro, fu il primo ad acquistare il terreno di Trinità dei Monti e a porre la prima pietra di quella che poi divenne la famosa chiesa con la sua scalinata

Terminata a 24 anni (cosa può fare un giovane!)

- Descriverla

Cristo è stato deposto dalla croce e la pietà popolare ha immaginato un ultimo momento prima della sepoltura

I Vesperbilder: le immagini del Vespro, cioè della sera della passione

Chi ha un lutto di un figlio, sa di cosa stiamo parlando

Lei lo prende sulle sue ginocchia

Lei, bellissima, lui bellissimo

Un dolore contenuto, dolce, non urlato

Lei più giovane

Condivi: è una bellezza casta che non sfiorisce

Figlia del tuo Figlio (Antonio Paolucci)

La sua bellezza, del Cristo

Lei vestita, le pieghe del manto

Lui, il corpo, le vene, i muscoli

- quale domanda grande?

come far percepire ciò che è grande, il senso, anche la novità cristiana

Tanti non conoscono l’ABC del cristianesimo, come far conoscere? Senza che lo credano, ma che lo conoscano

Quale bellezza salverà il mondo? L’Idiota di Dostoevskij

Non la bellezza di un’opera d’arte

Il principe Myskin è “bello”, perché è buono e vede il bene dove tutti vedono solo spazzatura

Il suo fallimento finale

Esiste una bellezza che entrando nel mondo salva il mondo?

Non più solo Apollo, ma il dolore e l’amore che è rifiutato

- Sonetti di Michelangelo (da Michelangelo, Rime, BUR Rizzoli, Milano, 1987).

(n. 8, p. 49)

Come può esser ch’io non sia più mio?
O Dio, o Dio, o Dio,
chi m’ha tolto a me stesso,
c’a me fusse più presso
o più di me potessi che poss’io?[1]
O Dio, o Dio, o Dio,
come mi passa el core
chi non par che mi tocchi?[2]
Che cosa è questo, Amore,
c’al core entra per gli occhi,
per poco spazio dentro par che cresca?
E s’avvien che trabocchi?

[1511 ca.]

Madrigale.

(n. 286, p. 324)

Gl’infiniti pensier mie d’error pieni,
negli ultim’anni della vita mia,
ristringer si dovrien’n un sol che sia
guida agli etterni suo giorni sereni[3].
Ma che poss’io, Signor, s’a me non vieni
coll’usata ineffabil cortesia?

[1552-54]

Frammento, probabilmente di sonetto.

La bellezza di un uomo: questo è l’umanesimo e il Rinascimento: Cristo è il più bello dei figli dell’uomo

Cosa è un classico, braccio che pende ripreso da Caravaggio nella sua Deposizione

La tomba di Giulio II (il Mosè)

Cfr. su questo Il Mosè di Michelangelo e la “tragedia della sepoltura”: la tomba di Giulio II e le sue vicende, dalla basilica di San Pietro in Vaticano a San Pietro in Vincoli, di Andrea Lonardo

Ascanio Condivi, allievo di Michelangelo e suo antico biografo, ci racconta nella sua Vita di Michelagnolo Buonarroti, scritta nel 1553 (Michelangelo sarebbe morto undici anni dopo, nel 1564):

Visto questo disegno, il Papa mandò Michelagnolo in San Pietro a veder dove comodamente si potesse collocare. Era la forma della Chiesa allora a modo d’una croce, in capo della quale Papa Nicola V aveva cominciato a tirar sù la tribuna di nuovo: e gia era venuta sopra terra, quando morì, all’altezza di tre braccia. Parve a Michelagnolo, che tal luogo fosse molto a proposito: e tornato al Papa gli spose il suo parere, aggiungendo, che se così paresse a Sua Santità, era necessario tirar su la fabbrica e coprirla. II Papa l'adomandò: Che spesa sarebbe questa? A cui Michelagnolo rispose: Centomila scudi. Sien -disse Giulio- ducento milia. E mandando il Sangallo architettore e Bramante a vedere il luogo, in tai maneggi venne voglia al Papa di far tutta la Chiesa di nuovo. Ed avendo fatti fare più disegni, quel di Bramante fu accettato, come più vago e meglio inteso delli altri. Cosi Michelagnolo venne ad esser cagione e che quella parte della fabbrica già cominciata si finisse (che se ciò stato non fusse, forse ancora starebbe come ell'era) e che venisse voglia al papa di rinovare il resto, con nuovo e più bello e più magno disegno.

1441, incarico a Bernardo Rossellino: San Pietro è rinascimentale, non barocca, nelle intenzioni!

1505, dopo la Pietà (1499) e il David (1504)

Terminata 40 anni dopo, nel 1545

impegnato negli affreschi della Cappella Paolina (1542-1550) ed, immediatamente dopo, diverrà (ufficialmente dal gennaio del 1547) il responsabile della Fabbrica di San Pietro in Vaticano alla quale lavorerà fino alla morte

- Bramante riuscì a conquistare Giulio II all’idea che non si trattasse tanto di allargare il coro della basilica per porvi la propria tomba, quanto piuttosto di porre mano ad un totale rifacimento dell’intera costruzione o, almeno, dell’intera zona della tomba. Questa decisione fu l’inizio di quella che il Condivi chiama la “tragedia della Sepoltura”, cioè il dramma, agli occhi di Michelangelo, dei continui ridimensionamenti del progetto originario della tomba di Giulio II, con i conseguenti rinvii della sua realizzazione.

Giulio II decise, infatti, contestualmente all’approvazione del progetto bramantesco di riedificare l’intera basilica, di tagliare i fondi per la propria tomba per impiegare tutte le forze nella realizzazione della nuova San Pietro. Michelangelo vide così il fallimento del suo primo progetto della tomba e decise la fuga da Roma il 17 aprile del 1506; il giorno successivo, il 18 aprile, Giulio II scendeva nella fossa preparata da Bramante per porre la prima pietra della nuova basilica.

Così il progetto michelangiolesco della sepoltura fu la causa per la quale si diede inizio al progetto di un totale rinnovamento di San Pietro, ma quest’ultimo fu, a sua volta, il motivo della “tragedia della Sepoltura”, la causa dell’arenarsi del progetto della tomba.

Giulio II riuscì, comunque, a riconciliarsi presto con Michelangelo e a riaverlo con sé. Lo scultore, infatti, accolse infine i nuovi lavori che il pontefice gli propose, realizzando prima una statua bronzea per Bologna (il Giulio II, appunto, ora scomparso), poi affrescando la volta della Sistina con le storie della Genesi (1508-1512).

- chiamato da Giulio II per la propria sepoltura

All’origine, una tomba intorno alla quale si potesse girare, da porre in fondo al nuovo presbiterio erigendo dal Bramante

Assoluta menzogna che dovesse stare sulla tomba di Pietro

L’idea originaria, già affidata al Rossellino, era quella di un allargamento del presbiterio

Idea umanistico-rinascimentale: il medioevo deve essere abbattuto

- È solo dopo l’episodio del vitello d’oro, quando Mosè ha ottenuto il perdono divino ed ha ricevuto per la seconda volta le tavole della Legge (le prime le aveva infrante lui stesso per denunciare il peccato del popolo), che, secondo il libro dell’Esodo, il volto di Mosè brilla ormai della luce divina con una luce così splendente che gli ebrei rimasti alla base del monte non possono vederlo senza che egli si veli il viso, tanto la luce è abbagliante. “Quando Mosè scese dal monte Sinai – le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte - non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con lui. Ma Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo che la pelle del suo volto era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a lui... Quando Mosè ebbe finito di parlare con loro si pose un velo sul viso...” (Es 34, 29-35). E questo si ripeteva ogni volta, dice sempre l’Esodo, “quando entrava davanti al Signore per parlare con lui” (Es 34, 34).
La traduzione latina del IV secolo di san Girolamo - detta Vulgata perché utilizzava il latino, la lingua del volgo, del popolo - per visualizzare questi raggi di luce utilizza il termine latino corna, a motivo del quale si stabilizzò nell’iconografia la rappresentazione del viso raggiante di Mosè attraverso la rappresentazione dei due corni sulla fronte: “et ignorabat quod cornuta esset facies sua ex consortio sermonis Domini” (Es 34, 29 Vulg).

Cfr. Il Mosè di Michelangelo ha le corna. Perché?, di Andrea Lonardo

Il Condivi così descrive la statua alla destra del Mosè:

[Essa] rapresenta la Vita contemplativa, una donna di statura più che ‘l naturale, ma di bellezza rara, con un ginocchio piegato non in terra, ma sopra d’un zoccolo, col volto e con ambo le mani levate al cielo, sì che pare che in ogni sua parte spiri amore.

Alla sinistra, invece:

D’altro canto è la Vita attiva, con uno specchio nella destra mano, nel quale attentamente si contempla, significando per questo le nostre azioni dover essere fatte consideratamente, e nella sinistra una ghirlanda di fiori. Nel che Michelagnolo ha seguitato Dante, del quale è sempre stato studioso, che nel suo Purgatorio finge aver trovato la contessa Matilda, qual egli piglia per la Vita attiva, in un prato di fiori.

Similmente si esprime il Vasari che così afferma:

Due [...delle nicchie] erano tonde dalle bande e vi dovevano andare le Vittorie, in cambio delle quali in una messe Lia figliuola di Laban per la Vita attiva, con uno specchio in mano per la considerazione che si deve avere per le azioni nostre, e nell’altra una grillanda di fiori per le virtù che ornano la vita nostra in vita e dopo la morte la fanno gloriosa. L’altra fu Rachel sua sorella per la Vita contemplativa con le mani giunte, con un ginocchio piegato, e col volto par che stia elevata in ispirito: le quali statue condusse di sua mano Michelagnolo in meno di un anno.

Il suggerimento del Vasari che indica le statue accogliendo l’interpretazione del Condivi ma aggiungendovi i nomi delle due mogli di Giacobbe, Lia e Rachele, può essere accolto poiché proprio le caratteristiche che la Sacra Scrittura attribuisce loro

Sopra le due donne Michelangelo fece disporre a sinistra una Sibilla ed a destra un Profeta; è l’antichissimo tema iconografico, ripreso anche nella Sistina, dove sia l’antichità pagana con tutta la sua ricerca razionale e poetica rappresentata dalle Sibille e tutta la rivelazione veterotestamentaria rappresentata dai profeti divengono cammino preparatorio della venuta del Figlio

In mezzo ad esse sta Giulio II, che la critica moderna, dopo i restauri dell’anno 2000 (Forcellino), assegna alla mano di Michelangelo. Il pontefice è rappresentato con la tiara, coricato su di un fianco. Solo gli occhi chiusi indicano come egli sia stato sopraffatto dalla morte. Il sepolcro non contiene il corpo di Giulio II. 

Il sepolcro dei due della Rovere venne violato dai lanzichenecchi

Subito sopra la tomba di Giulio II sta una Madonna in piedi con il Bambino

Assurda lettura ideologia del Forcellino che così afferma:

[Le mani del pontefice] sono le mani della resa, della consapevolezza dell’inutilità e vanità dell’operare, perché non da questo sarà determinato il destino eterno”, dove l’espressione “vanità dell’operare” nuovamente cerca di insinuare l’adesione ad una posizione filo-luterana. La postura delle mani scolpite viene inoltre ricondotta ad “un altro sentimento [...]: quello di un ritorno della Chiesa a una dimensione puramente spirituale, lontana dal governo temporale e dai nefandi commerci sviluppati in suo nome. […]

Forse sulla scelta di girare il volto del profeta pesò anche la presenza dell’Altare delle catene sul lato opposto del transetto dove era collocato il Mosè. Questo altare era il simbolo della superstizione cattolica e il fondamento di quel potere temporale che continuava a rivendicare una Chiesa in cui Michelangelo non si riconosceva più. Un’antica tradizione raccontava che un frammento delle catene che avevano tenuto prigioniero san Pietro si era miracolosamente saldato ad un frammento ritrovato in Palestina quando Eudossia sposò Valentiniano, segnando l’unità simbolica dell’impero sotto la nuova fede cristiana. Se Mosè avesse posato lo sguardo diritto in avanti, com’era nel primo progetto, avrebbe posato lo sguardo proprio su quell’altare, mentre con la mirabolante modifica volgeva lo sguardo verso la luce che scendeva da una finestra aperta proprio alla sua sinistra e oggi purtroppo tamponata. Il raggio di luce che illuminava i suoi “corni” al tramonto sarebbe stato il completamento spirituale a cui tutto il movimento tendeva.

“La fede salva [...] la carità non salva” (dove la “fede” sta per la Vita contemplativa e la “carità” per la Vita attiva). La corona tenuta in mano dalla Vita attiva, che è iconograficamente simbolo di vittoria e di merito, viene invece vista dal Forcellino come “simbolo di carità per il suo perenne verdeggiare e la sua circolarità senza fine”. Lo specchio diviene una “lucerna il cui fuoco è alimentato dai capelli stessi che vi finiscono dentro [...] simbolo dei pensieri buoni che ispirano la carità”

Tutto il sistema di illuminazione dopo il restauro era così concepito! Bisogna essere consapevoli di quanto di poco scientifico ci sia nelle reinterpretazioni moderne che hanno un chiaro intento “ideologico”

- Invece, il volto per essere rivolto a chi giunge (e non più angolare come nel primo progetto)

La finestra non c’entra niente, Mosè guarda a chi si avvicina a lui!

Mosè, la forza, la legge (non esiste qui una contrapposizione fra grazie ed opere, fra fede e carità, come vorrebbe Forcellino)

Sigmund Freud (è chiaro a chiunque che non è la grazia, ma è il padre e la legge!); cfr. S.Freud, Il Mosè di Michelangelo, Boringhieri, Torino, 1991

Un atto d’amore a Giulio II, suo “padre”, ed alla forza della sua presenza

Le Storie della creazione nella volta della Sistina

- Molte delle figure affrescate nella volta della Sistina rappresentano la riproduzione in pittura degli studi che Michelangelo aveva già realizzato in vista della loro traduzione in scultura per la tomba del pontefice

T. Verdon, nel suo Michelangelo teologo, sottolinea come queste opere si richiamino a dei temi iconografici già presenti negli artisti che lavorarono per Sisto IV, ma che questi furono, al contempo, radicalmente rielaborati. I Prigioni, infatti – fa testo già il Condivi - rappresentano le Arti liberali (fra le quali la Pittura, la Scultura, l’Architettura) “imprigionate nella morte a causa della scomparsa del loro brillante promotore Giulio II”. Nella tomba di Sisto IV, opera del Pollaiolo, le singole Arti erano rappresentate da figure femminili ognuna con i propri attributi specifici (ad esempio la Musica è rappresentata mentre suona un organo a canne).
Nei Prigioni di Michelangelo lo stesso tema è radicalmente reinterpretato. Infatti, solo il corpo umano, nella sua nudità, senza ulteriori simboli che caratterizzino le singole arti, esprime tutta la tensione della vita e, con essa, la fatica e la ricerca di armonia della creatività umana

2 a Parigi (1513 ca.) e 4 a Firenze (1525-1530, meno finiti)

- il luogo e la sua funzione!

Elezioni, dal successore di Pio IX, Leone XIII

Stanza del pianto (sacrestia)

Camino per le fumate

L’extra omnes e il suo significato: il conclave (perché non ci siano interferenze esterne!!)

- senso della totalità

Creazione, con i prigioni, con le figure umane

Con le Sibille e i Profeti (5 e 7)

Con gli antenati di Gesù

Sonetto inviato da Michelangelo al pistoiese Giovanni di Benedetto

Jo gia facto un gozo in questo stento/
chome fa l’aqua a’gacti in lombardia
/
over d’altro paese che si sia/
cha forza l’ventre apicha socto l’mento/
la barba al’cielo, ella’memoria sento/
in sullo scrigno el’pecto fo d’arpa/
el’pennel sopra l’viso tuctavia/
m’el fa gocciando un ricco pavimento/
e lombi entrati mi son nella peccia/
e fo del cul per chontrapeso groppa
/
e passi senza gli’occhi muovo in vano/
dinanzi mi s’allunga la chorteccia/
e per piegarsi a dietro si’ragroppa/
e tendomi com’archo siriano/
pero fallace e strano/
surgie il’iuditio che la mente porta/
la’mia pictura morta/
difendi orma giovanni el’mio onore/
non sendo in loco bon ne io pictore.

Giona è ritratto proprio sopra l’altare, come chiave di volta dell’intera sequenza degli affreschi. Chi guarda in avanti, vede lui, con a fianco il grande pesce e, al di sopra, il ricino (il qiqajon) che Dio utilizzò per ricordargli la misericordia divina.
Analoga funzione hanno i pennacchi che raffigurano quattro episodi di salvezza dell’AT. A fianco di Giona, a destra, è Il serpente di bronzo, innalzato da Mosè nel deserto per liberare il popolo dalla morte, immagine della croce di Cristo.
Alla sinistra, invece, la punizione di Aman che, secondo il libro di Ester, aveva progettato l’uccisione del popolo ebraico, ma grazie all’intervento della regina Ester pagò invece il fio della sua colpa.
Dalla parte opposta, verso l’ingresso, sul pennacchio di sinistra, si vede Davide che uccide il gigante Golia, liberando così il popolo dai filistei e, su quello di destra, Giuditta che copre il capo di Oloferne che ha appena decapitato, ulteriore immagine della salvezza di Israele dal suo nemico. Fra i due episodi di salvezza, sta Zaccaria, l’ultimo profeta biblico, l’ultimo ad annunciare la prossima venuta del messia.

L’uomo, più che le altre creature

Pian piano evolve verso riquadri con meno figure

L’immagine più famosa, non l’immagine, né il soffiar nelle narici uno spirito di vita

Differenza con immagini medioevali del Dio che dà leggi e con attenzione a tutte le creature. No, qui è centrale l’uomo:

Ma anche l’antropomorfismo del Padre nella creazione del sole e della luna e delle piante

La creazione della donna zelah – fianco e non costola

da Daniel Lifschitz
«Perché Dio plasmò dalla costola e non dalla testa? Per evitare che la donna dominasse l’uomo. Perché non dal piede? Per evitare che l’uomo la dominasse. Dalla costola, perché avessero pari dignità». 

da Pietro Lombardo
“Veniva formata non una dominatrice e neppure una schiava dell’uomo, ma una sua compagna” (Sentenze 3, 18, 3). 

Il tormento e l’estasi

Giulio II consapevole che ciò che sarà duraturo sarà l’opera del suo pittore e non la propria

Il giudizio universale

Sulla parete d’altare sta, invece, il Giudizio universale, affrescato da Michelangelo con un lavoro durato 450 “giornate”, senza contare i lavori preparatori (per un totale di cinque anni), per coprire da solo i circa 200 mq di superficie con 391 figure.
Michelangelo - che aveva trentatré anni quando iniziò la Volta della Sistina - iniziò a lavorare al Giudizio nel 1536 a 61 anni, dopo che Paolo III ne richiese l’opera nel 1534.
In realtà l’incarico risaliva al secondo papa Medici, Clemente VII, che già nel 1533 aveva chiesto a Michelangelo di realizzare il Giudizio nella parete d’altare e la Caduta degli angeli ribelli nella controfacciata

- certo si può dire, per attirare l’attenzione, che si riconobbe in Minosse il volto dell’allora cerimoniere pontificio, Biagio Martinelli da Cesena, che aveva pesantemente criticato l’opera di Michelangelo come indegna di una cappella papale, con due orecchie d’asino

Ma non solo questo!

- Certo si può dire che il Cristo ha il viso dell’Apollo del Belvedere

- tutto è nudo e egli è nudo

Questo è il giudizio, la nudità

Non i braghettoni di Daniele da Volterra

- La solitudine dell’inferno

I diavoli, le persone nella forma delle non-persone

- La comunione a sinistra

- solo corpi, non ci sono architetture, seggi del giudizio, mandorle

Cristo e gli uomini e Michelangelo nella pelle di san Bartolomeo

L’insieme della Cappella

Una visione “totale”

O tutto ha senso o niente ha senso

1/ Creazione

2/ Storia dell’AT/NT

Il tema degli affreschi è scolpito a chiare lettere sopra ognuno di essi. Si può così vedere chiaramente che la prima coppia superstite degli affreschi ha per tema i sacramenti della rigenerazione (regeneratio): la circoncisione per l’AT ed il battesimo per il NT.

La seconda coppia ha per tema la tentazione (temptatio) cui furono sottoposti Mosè e Cristo ai quali, invece, bisognava ubbidire come inviati di Dio.

La terza coppia ha per tema la convocazione (congregatio) del popolo dell’Antica e della Nuova alleanza.

La quarta ha per tema la promulgazione (promulgatio) della legge mosaica e poi della legge della nuova alleanza nel discorso della montagna.

La quinta tratta dell’opposizione (conturbatio) agli inviati di Dio.

La sesta del rinnovamento (replicatio) della promulgazione dell’alleanza dopo il superamento delle opposizioni contro Mosè ed il Cristo.

Cfr. A. Lonardo, Dove si eleggono i papi. Guida ai Musei Vaticani. Cappella Sistina. Stanze di Raffaello. Museo Pio Cristiano, EDB, Bologna, 2015.

3/ Arazzi di Raffaello con la storia della chiesa (Atti degli Apostoli)

4/ Giudizio (parusia, il ritorno/manifestazione di Cristo)

    Della nuova San Pietro parleremo nel IV incontro

Note al testo

[1] Chi mi ha strappato a me stesso al punto di essere penetrato in me più di me, e di potere su di me più di quanto io non possa?

[2] Come può passarmi il cuore se nemmeno par che mi tocchi?

[3] Si dovrebbero stringere in un solo pensiero che sia guida agli eterni e sereni giorni della mia vita.