1/ Nella canzone Poco ricco di Checco Zalone l’ironia su Fedez e sui rapper che vivono vendendo la propria immagine. Breve nota di Andrea Lonardo 2/ Jacobs-Fedez è divorzio. Battaglia legale per la gestione dell’immagine. L’oro olimpico dei 100 e della 4x100 lascia la Doom, ma il rapper va in tribunale contro la rescissione unilaterale del contratto

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 07 /02 /2022 - 00:20 am | Permalink | Homepage
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1/ Nella canzone Poco ricco di Checco Zalone l’ironia sui rapper che vivono vendendo la propria immagine. Breve nota di Andrea Lonardo

Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per approfondimenti, cfr. la sezione Musica.

Il Centro culturale Gli scritti (6/2/2022)

Nella canzone Poco ricco di Checco Zalone una critica ironica, ma severa, a quei cantanti che sanno che la notorietà è denaro, è che erano "poco ricchi", mentre ora sono miliardari grazie alle polemiche che creano ad arte per denaro: perché la polemica ti rende famoso e ti permette di monetizzare.

Karl Marx avrebbe scritto oggi che "la polemica è l'oppio dei popoli", Karl Marx avrebbe scritto oggi che è la polemica che permette di rubare tempo e denaro alla povera gente.

La canzonetta di Checco Zalone prende in giro evidentemente Fedez, perché ha un cane bracco, perché ha regalato alla moglie il viaggio in Oman, perché abitava nel Bosco verticale, perché è di Milano, perché ha una Porsche bianca, perché si presta come testimonial di diverse case di moda, presenziando ad esempio alle sfilate di Prada, perché sui social ha presentato la Tata Rosalba dei suoi figli.

Trovo estremamente interessante che nessun giornalista evidenzi tali espliciti rifermenti a Fedez voluti da Zalone, forse perché esistono sul palco persone intoccabili – ed anche Zalone, a suo modo, lo è.

Ma l’atteggiamento zalonesco di ridicolizzare personaggi alla moda può essere applicato anche ad Achille Lauro. Pochi probabilmente ascolterebbe sue canzoni se egli non creasse un suo personaggio. Molti uomini da palcoscenico debbono inventarsi ad arte un personaggio, costruire un rituale della polemica, altrimenti pochi li ascolterebbero e resterebbero "poco ricchi".

La brama del denaro contribuisce a far scattare la molla del sensazionalismo a tutti i costi, del "miracoloso", del cantante che "crea" l'"arte". Così l’uomo “di spettacolo” da “poco ricco” diviene miliardario.

Marx avrebbe aggiunto che, così facendo, tali esibizioni alienano le persone, cioè le portano a pensare ad altro, a dibattere di altro, rispetto alla vera questione che è l’ingiusta discriminazione per cui ci sono ricchi e poveri.

Marx elaborò il concetto di "alienazione" prodotta dal capitalismo: è esattamente tale meccanismo che usa lo spettacolo. "Alienare" per concentrare sul poco o nulla di polemiche pretestuose e, così producendo l’effetto di distogliere la gente dai veri problemi: dalla crisi energetica, dal fatto che i migranti in Europa non sono accolti, dalle domande del cuore, dall'inquinamento, dall'aumento dei prezzi, con i fruttivendoli che divengono proibitivi per la gente normale - figuriamoci per i più poveri!

Più debole, invece, è Zalone quando ironizza sugli LGBTQ+ esattamente come gli altri ironizzano da anticlericali.

Qui il testo di Poco ricco:

Che ne sai di me?
Della mia Playstation 2 quando già c’era la 3?
Che ne sai di me?
Delle gioie mie represse del mio iPhone 5 senza la s
Quando cammini per strada
Vedi l’insegna di Prada
Ma senti una voce amara
Che ti dice Zara
Quando nell’autosalone
Scusi un’informazione?
Quel Porsche nero c’è anche a chilometro zero?
Quando ti senti prigioniero nel tuo quartiere galera
Perché la vita non ha senso a tre chilometri da Brera
E lì la sera guardavo la ringhiera
Stavolta m’impicco Ahhh..
Ahhh...
Sento ancora le ferite di quando ero
Poco ricco
Sai ci penso quando attracco con il mio caicco
Mamma mia com’ero poco ricco
Quando scendo do la mancia allo sceicco
Minchia zio com’ero poco ricco
Quando compro i croccanti del mio cane Bracco
Da Cracco
Uno glielo scrocco
Per rispetto di mia madre
Devastata dopo yoga alla mattina
Dentro casa una sola filippina
Dolce botulina
Adesso ne hai 44 in fila
Col resto di due e il permesso a Manila

E ricordo mio padre con le puttane in viale Monza
Quelle a 20 euro, basse, con la panza

Adesso ho un padre eccezionale
Va a puttane dentro il Bosco Verticale
E lì ci ho preso un trilocale
Ci vado a meditare

E dal terrazzo dietro corso Como guardo il Duomo
Lo compro io
Si può sfrattare Dio?

E lì il morale cade a picco Ahhh..
Il cash non mi ha cambiato
Sono ancora
Poco ricco
Poco ricco
Poco ricco

Rit…

A tutti i poco ricchi del mondo, io vi conosco
Conosco le vostre ferite
Sono anche le mie!
Siamo fratelli di sangue
Ragadi

Incredibilmente significativo è, comunque, il passaggio della canzone che canta:

E dal terrazzo dietro corso Como guardo il Duomo
Lo compro io
Si può sfrattare Dio?

2/ Jacobs-Fedez, è divorzio. Battaglia legale per la gestione dell’immagine. L’oro olimpico dei 100 e della 4x100 lascia la Doom, ma il rapper va in tribunale contro la rescissione unilaterale del contratto

Riprendiamo sul nostro sito un articolo da La Gazzetta dello sport, pubblicato il 20/1/2022. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per approfondimenti, cfr. le sezioni Sport e Musica.

Il Centro culturale Gli scritti (6/2/2022)

“Fiero di lavorare al tuo fianco, orgoglio italiano”. Era cominciata così la collaborazione tra Marcell Jacobs e Fedez. Un messaggio scritto dal rapper dopo il trionfo nei 100, ai Giochi di Tokyo. Ma 5 mesi dopo è rottura totale. Il campione olimpico ha deciso di lasciare la Doom, l’azienda che cura l’immagine di artisti e personaggi famosi e di passare all’agenzia londinese X-Hybrid perché non soddisfatto della gestione dopo il trionfo di Tokyo. Ne ha dato notizia Il Sole 24 Ore, che rivela: il caso non è chiuso. Fedez impugnerà la risoluzione unilaterale del contratto esercitata dal velocista bresciano.

La collaborazione tra Jacobs e la Doom (Dream of Ordinary Madness) l’agenzia di Fedez gestita dalla madre, Anna Maria Berrinzaghi, è nata anni fa, ben prima dell’esplosione del velocista azzurro. Ora Jacobs, oltre a essere scontento della promozione dopo i Giochi, sostiene che il contratto non è più in linea perché la Doom è una agenzia nazionale, mentre lui nel frattempo è diventato di caratura mondiale. Dopo aver lasciato la Doom, Jacobs ha firmato con X-Hybrid, agenzia londinese con gestione italiana. Appartiene all’imprenditore Luca Oddo, ex fondatore di Casta Diva, tra i soci c’è anche il manager sportivo Luca Scolari, che ha già pronto per Jacobs un ruolo da “Ambasciatore” dell’Italia, per promuovere il paese nel modo, con il rinforzo di un accordo con il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia.

Gli avvocati di Doom hanno portato la questione in tribunale, sostenendo che Jacobs deve rispettare il contratto fino alla scadenza (settembre 2022) e ha chiesto un risarcimento. I legali di Jacobs si appoggiano al principio della “giusta causa” per l’addio, anche perché non ci sarebbe alcuna firma con la Doom, ma con un’altra società, prima di passare alla agenzia di Fedez.