Gli edifici sacri di Roma sono pilastri della memoria storica e religiosa della città e della Chiesa; non possono spostarsi dai siti cui sono incardinati. Il loro destino è di essere continuamente ritoccati e rifatti. È inevitabile leggerli come palinsesto e spiarne le successive redazioni, di Serena Romano

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 23 /05 /2022 - 22:14 pm | Permalink | Homepage
- Segnala questo articolo:
These icons link to social bookmarking sites where readers can share and discover new web pages.
  • email
  • Facebook
  • Google
  • Twitter

Riprendiamo sul nostro sito un brano da S. Romano, Riforma e tradizione (La pittura medievale a Roma. Corpus. Vol. IV), Roma, Jaca Book, 2006, p. 12). Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Roma e le sue basiliche.

Il Centro culturale Gli scritti (23/5/2022)

[...]

Gli edifici sacri di Roma sono pilastri della memoria storica e religiosa della città e della Chiesa; non possono spostarsi dai siti cui sono incardinati, il loro numero e la loro ubicazione sembrano fissati una volta per tutte nei primi tempi del cristianesimo, che a sua volta vive di nessi topografici dichiarati, o più oscuri, con l’Antico. Così il loro destino è di essere continuamente ritoccati e rifatti; sono strumento di comunicazione per eccellenza nella politica e nella propaganda, e ogni epoca ha bisogno di servirsene.

È inevitabile leggerli come palinsesto e spiarne le successive redazioni - l’una all’altra tutt’altro che indifferenti, al contrario legate da una visualità dialettica strettissima - attraverso la stratificazione della loro storia.

Le visualizzazioni dell’Atlante, che comincia ad accompagnare la pubblicazione dei volumi del Corpus, sono in questo senso uno strumento di cui gli studiosi fino ad oggi non hanno mai potuto disporre, e che spiega la nostra idea del Medioevo romano come nessun discorso e nessun saggio forse sarebbe capace di fare. Incrociate allo svolgimento diacronico dei volumi del Corpus, le ricostruzioni degli edifici-palinsesto di Roma includono quanto è conservato delle pitture e dei mosaici medievali, e usano i documenti grafici che pure sono schedati nel corpus, per integrare quanto è stato perduto, ma mantenuto al livello della conoscenza in quanto memoria; ricreano nella misura più ampia e precisa possibile la compresenza delle fasi della civiltà figurativa medievale nella città.

[...]