Apocrifi e canonici - Ascoltando i maestri. Antologia di testi a cura di Andrea Lonardo

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 17 /12 /2022 - 01:31 am | Permalink | Homepage
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Apocrifi e canonici - Ascoltando i maestri

Antologia di testi a cura di Andrea Lonardo

1/ Chi ha nascosto gli apocrifi?

dal Vangelo di Giuda 33 r. 1
«Spiegazione segreta della rivelazione che Gesù rese conversando con Giuda
per una settimana, tre giorni prima di celebrare la Pasqua».

dal Vangelo di Tommaso 1, titolo
«Sono queste le parole segrete che Gesù, il vivente, ha proferito e Didimo Giuda Tommaso ha messo in iscritto».

dal Vangelo dell’atleta Tommaso 1, titolo
«Sono queste le parole segrete che il Salvatore ha detto a Giuda Tommaso e che io stesso, Matteo, ho messo per iscritto, Mentre passeggiavo, li udii discorrere insieme».

dall’Apocrifo di Giovanni secondo la recensione lunga di Nag Hammadi, conclusione
«Io ho fatto conoscere tutte queste cose alle tue orecchie. Ma te le ho dette perché tu le metta per iscritto e le trasmetta in segreto a coloro che partecipano dello stesso Spirito, perché questo mistero è quello della generazione che non vacilla».

Ireneo di Lione Adverdus haereses I,31,3
«La vittoria
contro costoro consiste nella manifestazione delle loro dottrine»

Ireneo di Lione Adverdus haereses I,31,4
«Abbiamo tentato di mostrare l'informe e misero corpo di questa subdola volpe, rendendolo manifesto. Infatti non ci sarà più bisogno di molti discorsi per demolire la loro dottrina, una volta resa manifesta a tutti. Quando una belva si nasconde in un bosco e di qui assalta e devasta, se si taglia e si sfronda la selva e si fa apparire la belva stessa, non si deve più faticare per catturarla, perché si vede che quella belva è una belva (si può scorgerla, ci si può guardare dai suoi assalti, si può prenderla di mira da ogni parte, ferirla ed ucciderla). Così anche noi, allorché avremo messo in luce i loro misteri occulti e segreti, non avremo più bisogno di demolire il loro sistema con molte argomentazioni».

Divertissement

da Dan Brown, Il Codice da Vinci
«Rimasto solo, Jacques Saunière tornò a osservare la saracinesca d’acciaio. Era in trappola; per riaprire la porta occorrevano almeno venti minuti. Prima che qualcuno facesse in tempo ad arrivare a lui, sarebbe morto. Eppure, la paura che adesso l’attanagliava era assai superiore a quella della morte. “Devo trasmettere il segreto”.
Alzandosi in piedi a fatica, richiamò alla mente tre fratelli assassinati. Pensò alle generazioni venute prima di loro, alla missione affidata a tutt’e quattro.
“Un’ininterrotta catena di conoscenze”.
E all’improvviso, adesso, nonostante tutte le precauzioni e le misure di sicurezza, Jacques Saunière era il solo legame rimasto, l’unico guardiano di uno dei più terribili segreti mai esistiti.
Rabbrividendo, si rizzò in piedi.
“Devo trovare un modo…”
Era intrappolato all’interno della Grande Galleria ed esisteva solo una persona al mondo a cui passare la fiaccola. Saunière guardò le pareti della sua ricchissima prigione. La collezione dei più famosi dipinti del mondo pareva sorridergli come un gruppo di vecchi amici.
Stringendo i denti per il dolore, fece appello a tutte le sue forze e capacità. Sapeva che il compito disperato che lo attendeva avrebbe richiesto fino all’ultimo istante di quel poco di vita che ancora gli rimaneva».

dal Vangelo secondo Giovanni 18,20-21
Gesù rispose al sommo sacerdote: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto».

Cfr. anche Il vangelo gnostico di Giuda ed i vangeli canonici, di Giancarlo Biguzzi
e Il vangelo apocrifo di Giuda e la storicità degli apocrifi: il testo ed i suoi commenti

Cfr. Breve presentazione di tutti gli Apocrifi del Nuovo Testamento conosciuti, di Daniel Doré

2/ La dimensione elitaria

dal Vangelo di Giuda (35 rr. 23-25
«Allontanati dagli altri
e io ti dirò i misteri del regno».

dal Vangelo di Tommaso 7/8
«Gesù ha detto: “L’uomo è simile a pescatore intelligente, il quale ha gettato la sua rete nel mare e l’ha tratta dal mare, piena di pesci piccoli. Il pescatore intelligente ha trovato tra essi un grande pesce buono. Allora egli gettò in mare tutti i pesci piccoli e scelse il grande senza difficoltà. Chi ha orecchi per intendere, intenda!”».

dal Vangelo di Tommaso 23
«Gesù disse: “Vi eleggerò uno tra mille e due tra diecimila e si leveranno come un solo individuo”».

3/ Il Vangelo di Giovanni

Lc 10, 21-24
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Lc 15, 1-32
Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano
dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». […]
Disse […]: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre […]
Mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”.

Vittorio Fusco e il tertium comparationis per una interpretazione corrette delle parabole; cfr Le parabole hanno un rapporto preciso con l’annuncio del Vangelo. Gesù le utilizza per argomentare e sciogliere dubbi riguardo alla sua persona e alla sua missione. Il tertium comparationis in Vittorio Fusco, di Andrea Lonardo

Cfr.
-1/ «“Il discepolo che Gesù amava, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: “Signore, chi è?”» (Gv, 13, 25). Chi è Giovanni, l'evangelista? Perché egli è “il discepolo che Gesù amava”?, di Achille Tronconi 2/ [La figura di Giovanni nel] Gesù di Nazaret di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI: le radici della fede. Un’intervista di Angelo Zema a don Andrea Lonardo 3/ L’evangelista Giovanni nel Gesù di Nazaret di J. Ratzinger – Benedetto XVI, di Andrea Lonardo 4/ Ancora sull’evangelista Giovanni e su Paolo di Tarso accusati di aver “inventato” il Vangelo, di Andrea Lonardo

4/ Vero Dio, ma non vero uomo

dal Vangelo di Giuda (56 rr. 17-20)
«Ma tu [Giuda] sarai maggiore tra loro. Poiché sacrificherai l’uomo che mi riveste».

dal Vangelo di Giuda (35 rr. 14-20)
«Giuda disse a Gesù: “So chi tu sei e donde sei giunto: Tu vieni dal reame immortale di Barbelo. E io non sono degno di pronunciare il nome di colui che ti ha inviato”».

dal Vangelo di Pietro 6.9
«I Giudei, afferrato il Signore, correndo lo sospingevano e si dicevano: “Trasciniamo il Figlio di Dio”... alcuni lo frustavano dicendo: “Onoriamo il Figlio di Dio con questo onore”».

dal Vangelo di Pietro 3
«Portarono due malfattori e crocifissero il Signore in mezzo a loro. Ed egli taceva come se non provasse alcuna sofferenza».

da Giustino, I Apologia, XXVI, 5
«Vi è un certo Marcione del Ponto, il quale tuttora insegna ai suoi seguaci a credere che esiste un altro Dio superiore al creatore. Costui, in mezzo ad ogni genere di uomini, con l'aiuto dei demoni, è riuscito a far sì che molti pronuncino bestemmie e neghino che Dio sia creatore dell'universo, e ammettano che un altro, il quale sarebbe superiore a Lui, ha compiuto cose maggiori di lui»

da Tertulliano, De carne Christi, II, 1
«[Marcione] è insofferente dell’attesa, ed il suo Cristo discende dal cielo in un batter d’occhio. ‘Toglimi di mezzo’ dice ‘questi censimenti di Cesare che ci disturbano sempre, questi alberghi disagevoli, questi pannolii sporchi, queste mangiatoie non certo confortevoli [dura praesepia]: se la schiera degli angeli ha intenzione di onorare il suo Dio di notte, faccia pure! I pastori farebbero meglio a badare alle pecore, e i Magi si risparmino pure la fatica del lungo viaggio: possono tenersi il loro oro!’».

4.1/ Nei Vangeli di tradizione popolare

dal Vangelo di Giacomo
«Ed i genitori di Maria tornarono a casa, meravigliati e lodando il Signore Dio perché la bimba non s’era voltata [per paura nel salire al tempio]. Ora Maria dimorava nel tempio del Signore, considerata come colomba. Il cibo lo riceveva dalla mano di un angelo».

dal Vangelo di Giacomo
«Ora io, Giuseppe, camminavo e non camminavo. Guardai l’aere e lo vidi colpito da stupore. Guardai la volta del cielo e la vidi immobile; gli uccelli del cielo, fermi. Abbassai lo sguardo al suolo e scorsi per terra un vaso: operai sedevano intorno con le mani nel vaso. Chi masticava non masticava più; chi prendeva qualcosa non sollevava più; chi portava alla bocca non portava più: i volti di tutti guardavano in alto. Ed ecco pecore spinte avanti; non andavano innanzi, ma stavano ferme. Il pastore sollevò la mano per percuoterle con il bastone; la mano restò in alto. Guardai giù alla corrente del fiume e vidi le bocche dei capretti poste sopra, ma non bevevano. Quindi tutto, in un istante, riprendeva il suo corso».

Cfr.
-[Gli apocrifi e il governatore Afrodisio nell’arco trionfale di Santa Maria Maggiore in Roma.] Dalle immagini al testo: ipotesi interpretative relative ad una scena di un mosaico in Santa Maria Maggiore, di Davide Ruggeri
-Gli apocrifi alle origini della rappresentazione iconografica dell’infanzia della vita di Maria in età paleocristiana (Santa Maria Maggiore) e medioevale (Cappella degli Scrovegni). Appunti di Andrea Lonardo

da M. Simonetti, Costantino e la chiesa, in Costantino il grande. La civiltà antica al bivio tra Occidente e Oriente, A. Donati – G. Gentili, a cura di, SilvanaEditoriale, Milano, 2005, pp. 56-63.
«Se Costantino, quando si autoelesse capo della chiesa, aveva pensato di assumersi un incarico privo di complicazioni, quale era la funzione di pontefice massimo, aveva fatto male i suoi calcoli, in quanto aveva sottovalutato una caratteristica forte, che specificava la chiesa cristiana nei confronti delle religioni pagane, vale a dire la grande litigiosità interna. A differenza di quelle religioni, quella cristiana aveva alle spalle una sua storia e continuava a viverla giorno per giorno, storia tormentata, a volte convulsa, perché fatta in gran parte di contrasti e polemiche, rivolte non solo all'esterno, nel confronto con pagani e giudei, ma anche, e addirittura soprattutto, all'interno, per motivazioni di carattere sia dottrinale sia anche disciplinare. Quanto a Costantino, e al figlio Costanzo che avrebbe seguito, in sostanza, la politica paterna, il fallimento sarebbe stato dovuto al rifiuto, da parte della maggior parte degli interessati, anche se non di tutti, di distinguere tra forma e sostanza, tra l'accettazione soltanto esteriore di una professione di fede e l'adesione intima a un'altra. Il patrimonio di dottrina, che specificava la religione cristiana di fronte a quella pagana, che ne era priva, e anche a quella giudaica, dove era di entità molto più ridotta e di significato molto meno vincolante, era sentito come componente essenziale del deposito di fede e perciò tale da imporre un'osservanza in cui sostanza e forma s'identificassero, perciò senza distinzione tra adesione esterna e interna. La rabies theologorum era perciò destinata ad avere la meglio sulla moderazione di una politica di compromesso»

5/ La donna

dal Vangelo copto di Tommaso 114
«Simon Pietro disse loro: “Maria se ne vada da noi, perché le donne non meritano la vita!” Gesù rispose: “Ecco, io la trarrò così da renderla uomo. Così anche lei diverrà spirito vivente, simile a voi uomini. Ogni donna che si fa uomo entrerà nel regno dei cieli”».

dal Vangelo di Filippo 32
«Tre donne camminavano sempre con il Signore: Maria sua madre, la sorella di lei e la Maddalena, la quale è detta sua compagna. Maria, in realtà, è sorella, madre e coniuge di lui».

dal Vangelo di Filippo 55
«La Sofia detta sterile è la madre degli angeli
; la compagna di Cristo è Maria Maddalena. Il Signore amava Maria più di tutti e la baciò più volte sulla bocca. Le altre donne, vedendo il suo amore per Maria, gli dissero: “Perché ami lei più di noi tutte?”. Il Salvatore rispose loro: “Come mai io non amo voi come lei?”».

dal Vangelo di Tommaso 61b
«Gesù disse: “Perciò ti dico che quando il talamo è vuoto, si riempirà di luce, quando invece è diviso [tra un uomo e una donna] si riempirà di oscurità».

6/ Lo gnosticismo

Cfr. Per un corretto uso storico-scientifico dei termini gnosticismo e gnosi: la proposta del Colloquio di Messina del 1966.

Come ipotesi di lavoro si propongono le formulazioni seguenti:
1/ Lo gnosticismo delle sètte del II sec. implica una serie coerente di caratteristiche che si possono riassumere nella concezione della presenza nell’uomo di una scintilla divina, che proviene dal mondo divino, che è caduta in questo mondo sottomesso al destino, alla nascita e alla morte, e che deve essere risvegliata dalla controparte divina del suo Io interiore per essere finalmente reintegrata. Questa idea, di fronte ad altre concezioni di una “degradazione” del divino (1), è fondata ontologicamente sulla concezione di una “degradazione” del divino la cui periferia (spesso chiamata Sophia o Ennoia) doveva entrare fatalmente in crisi e produrre - benché indirettamente - questo mondo, di cui essa non può d’altronde disinteressarsi perché deve recuperarvi lo pneuma. (Concezione dualistica su un sottofondo monistico, la quale si esprime con un doppio movimento di degradazione e di reintegrazione).
2/ Il tipo di gnosi implicato dallo gnosticismo è condizionato dai fondamenti ontologici, teologici e antropologici qui indicati: non ogni gnosi è lo gnosticismo, ma solo quella che implica, nel senso sopra chiarito, l’idea della connaturalità divina della scintilla che deve essere rianimata e reintegrata: questa gnosi dello gnosticismo implica l’identità divina del conoscente (lo gnostico), del conosciuto (la sostanza divina del suo Io trascendente) e del mezzo per cui egli conosce (la gnosi come facoltà divina implicita che deve essere risvegliata e attuata; questa gnosi è una rivelazione-tradizione. Questa rivelazione-tradizione è dunque di tipo diverso dalla rivelazione-tradizione biblica e islamica.

(1) Sembra che si possano distinguere, in ordine crescente di “degradazione” del divino, queste concezioni fondamentali:
-il neoplatonismo, in cui la materia è solo l’ultima (e dunque infima) emanazione della Divinità-Luce, senza rottura ontologica del cosmo (ottimismo cos­mico graduato, ma anche antisomatismo moderato).
-lo gnosticismo, in cui il male è presente già potenzialmente e poi in atto alla periferia del mondo divino (plērōma), la cui ultima emanazione è spesso un personaggio che causa una rottura dell’armonia del plērōma e una caduta, da cui derivano questo mondo e, eventualmente, il suo demiurgo. V’è anche una teoria (p. es. presso alcuni degli Zurvaniya di Shahristāni) secondo la quale il male sarebbe implicito sin dall’inizio nel cuore stesso della Divinità, che, a quanto pare, deve esplicitarlo ed espellerlo.

Di Gaetano Lettieri, cfr.
-Deus patiens: l’essenza cristologica dello gnosticismo. Lo gnosticismo, le sue origini cristiane e la sua importanza nello sviluppo teologico del cristianesimo 
-Ancora sullo gnosticismo come fenomeno post-cristiano negli studi di Gaetano Lettieri.

Appendice

Il Vangelo di Giuda dal mercato clandestino al restauro
Il codice che contiene il Vangelo di Giuda non proviene da un regolare scavo archeologico ma dal mercato antiquario clandestino, con tutte le incertezze che ne conseguono circa la provenienza e la data di rinvenimento. Sembra che sia stato ritrovato nel 1978 e, dagli schemi linguistici del testo che sono quelli della lingua copto sahidica, si può ricavare che esso sia originario del Medio Egitto. Anche il luogo del ritrovamento sembra da collocarsi nel Medio Egitto: la candidatura più forte è quella di Beni Masar, 16 km a nord di El Minya.
Il Codice venne in possesso di Hanna, un commerciante antiquario di Eliopoli, sobborgo del Cairo; mentre erano in corso le trattative per la vendita, il codice venne trafugato in Europa. Ricomparso a Ginevra e ritornato in possesso di Hanna, fu da lui messo al sicuro nel caveau di una banca, alla periferia di New York, dopo che egli ebbe rifiutato l’offerta di 50.000 dollari.
Il 3 aprile dell’anno 2000 l’antiquaria Frieda Nussberger Tchacos acquistò il codice, avendo tra l’altro la ventura di dare ad esso il nome: anche nella pubblicazione del 2006 il codice viene chiamato «codice Tchacos». Lo stesso anno la Tchacos vendette il codice all’antiquario statunitense Bruce Ferrini che lo congelò danneggiandolo gravemente, proprio mentre pensava di sottrarlo al deperimento. Il Ferrini poi, perché insolvente, fu costretto a restituire il reperto. Pare non lo abbia restituito integralmente, poiché pagine separate di esso sono successivamente comparse sul mercato.
Le peripezie del codice Tchacos finirono il 19 febbraio 2001 quando esso entrò in possesso della Maecenas Foundation for Ancient Art da poco costituitasi a Basilea. Le ulteriori tappe della storia del codice, per fortuna finalmente positive, furono il (difficile) distacco di ogni singola pagina, il restauro e la messa al sicuro di ogni pagina sotto vetro, la riproduzione fotografica, la decifrazione del testo, la traduzione in inglese e, infine, la pubblicazione.
Questa è la ricostruzione storica che si ricava dal volume di presentazione della National Geographic Society, ma articoli di giornali statunitensi, siti Internet, rapporti di polizia, lasciano intravedere interessi privati e illegalità a non finire in tutta la vicenda. Basti pensare che la Maecenas Foundation fu fondata ad hoc da Mario Jean Roberty, che egli è il legale della signora Tchacos, che egli è l’unico agente della Foundation, che al codice è stato dato il nome della Signora, che la National Geographic non ha acquistato dalla Foundation il codice ma solo il suo contenuto perché il codice, provenendo dal mercato clandestino, non può essere legalmente venduto, che il Vangelo di Giuda è stato lanciato nel commercio mondiale «con una copertura mediatica senza precedenti, con tanto di diretta in mondo-visione sui canali del network National Geographic» e, infine, che Herbert Krosney, autore del secondo libro edito dalla National Geographic Society, è non a caso un produttore televisivo.
Il Codice contiene quattro documenti:
-l’Epistola di Pietro a Filippo (da p. 1 a p. 9), sostanzialmente già conosciuta dal ritrovamento del codice VIII di Nag Hammadi
-un trattato intitolato (Lettera di) Giacomo (da p. 10 a p. 32), anch’esso sostanzialmente conosciuto dal codice I di Nag Hammadi
-il Vangelo di Giuda (da p. 33 a p. 58)
-il Libro dell’Alloghenes (da p. 59 a p. 66), sostanzialmente conosciuto dal codice XI di Nag Hammadi.
N.B. Il materiale di questa scheda storica è liberamente adattato dell’articolo Il Vangelo di Giuda ed i vangeli canonici del prof. Giancarlo Biguzzi, apparso su Euntes docete. Commentaria Urbaniana 2007.

I manoscritti di Nag Hammadi
Il ritrovamento del Vangelo di Giuda ha aggiunto un ulteriore tassello alla conoscenza scientifica dello gnosticismo del II secolo d.C., già noto dall’antichità, ma conosciuto direttamente attraverso manoscritti completi a partire dalla scoperta nel 1945 della cosiddetta biblioteca di Nag Hammadi ad opera di due fratelli di al-Qasr, l’antica Chenoboskion; essi portarono casualmente alla luce una giara che aveva conservato nei secoli tredici codici rilegati in pelle che contenevano 52 trattati gnostici o gnosticizzanti.
L’importanza del ritrovamento consiste nel fatto che sullo gnosticismo, un misto di religione e di speculazione filosofica che caratterizzò soprattutto il II secolo d.C., fino ad allora si avevano conoscenze solo indirette e polemiche attraverso gli scrittori cristiani della Grande Chiesa, mentre ora si poteva ascoltare la viva voce degli gnostici.
Di quei trattati, che divennero immediatamente oggetto di accurato studio, si debbono ricordare almeno il Vangelo di verità, il Vangelo di Tommaso, il Vangelo di Filippo e il Vangelo degli Egiziani.
N.B. Il testo di questa scheda storica è liberamente adattato dalla Mostra Canonici ed apocrifi, dalla Genesi all’Apocalisse: la Bibbia a Roma.