«Sono svedese, nata in una famiglia atea. ho cantato in chiesa in un coro e in alcuni momenti, soprattutto in momenti duri, quando sono arrivata in chiesa il cuore pieno di disperazione e angoscia, ho sentito l’amore di dio e sono tornata a casa molto più serena. Quando andavo a messa sentivo spesso la sua presenza così forte che cominciavo a piangere». Testimonianze di alcuni dei catecumeni che saranno battezzati in Roma per la Pasqua 2023

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 09 /04 /2023 - 22:08 pm | Permalink | Homepage
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Presentiamo sul nostro sito alcuni stralci dalle domande dei catecumeni che hanno chiesto di essere battezzati in Roma per la Pasqua del 2023. Per approfondimenti sul catecumenato e per altre testimonianze degli anni precedenti, cfr. la sotto-sezione Catecumenato nella sezione Catechesi, famiglia e scuola. Cfr. in particolare:

Il Centro culturale Gli scritti (9/4/2023)

***«SONO SVEDESE, NATA IN UNA FAMIGLIA ATEA. HO CANTATO IN CHIESA IN UN CORO E IN ALCUNI MOMENTI, SOPRATTUTTO IN MOMENTI DURI, QUANDO SONO ARRIVATA IN CHIESA IL CUORE PIENO DI DISPERAZIONE E ANGOSCIA, HO SENTITO L’AMORE DI DIO E SONO TORNATA A CASA MOLTO PIÙ SERENA. QUANDO ANDAVO A MESSA SENTIVO SPESSO LA SUA PRESENZA COSÌ FORTE CHE COMINCIAVO A PIANGERE»

Ho 35 anni e sono di Stoccolma in Svezia. Sono nata e cresciuta a Stoccolma, Svezia, paese molto secolarizzato, in una famiglia atea. I miei genitori non mi hanno fatto battezzare quando sono nata e non ho ricevuto un’educazione religiosa crescendo. Ho cominciato ad avvicinarmi alla fede per il fatto che ho cantato molti anni in cori parrocchiali.

Ad un certo punto ho iniziato a cantare in un coro per giovani nella chiesa cattolica di Sant’Eugenia di Stoccolma. Avevo degli amici che cantavano già lì e il coro è sempre stato aperto a persone che non facevano parte della comunità. All’inizio la messa e la liturgia mi sembravano abbastanza estranee, però a poco a poco ho cominciato a capire il senso delle diverse parti del rito, i gesti e le parole. Le omelie mi hanno spesso stupito e ho sentito che quello che veniva letto e detto era giusto, buono e vero, che quello in realtà dava più senso alla vita. Una volta che avevo aperto il mio cuore a quel messaggio e al Signore, ho cominciato a sentire più regolarmente la sua presenza quando venivo in chiesa, soprattutto durante il rito dell’eucaristia. Negli ultimi anni sono andata abbastanza regolarmente in chiesa, se non ogni domenica, almeno due o tre volte al mese, in alcuni momenti, soprattutto in momenti duri, quando sono arrivata in chiesa il cuore pieno di disperazione e angoscia, ho sentito l’amore di Dio e sono tornata a casa molto più serena. Quando andavo a messa sentivo spesso la sua presenza così forte che cominciavo a piangere. Sentivo la necessità di poter vivere la mia fede pienamente, di poter partecipare all’eucaristia, vivere più vicino al Signore al quotidiano e in ogni aspetto della mia vita, e di poter condividere la mia fede con altre persone.

***«IL MIO AMICO FRATERNO È IL MIO SICOMORO. IN TUTTI QUESTI ANNI HO GUARDATO A LUI CON INTERESSE, CURIOSITÀ E, AD ESSERE SINCERO, ANCHE CON UNA PUNTA DI SANO SCETTICISMO. PERCHÉ QUESTO RAGAZZO CHE STA DIVENTANDO UOMO È COSÌ IMPERTURBABILE?»

Sono nato a Roma nel 1990. Provengo da una famiglia non religiosa. I miei genitori, con il massimo rispetto, hanno deciso coscientemente di non farmi battezzare da bambino. Mi hanno sempre ripetuto, pur da non credenti, che un percorso di fede è qualcosa di estremamente serio e che non può essere preso alla leggera o accettato passivamente. Mio padre e mia madre mi hanno sempre ripetuto che avrei dovuto scegliere liberamente io, da adulto, se essere cristiano o meno. Io, personalmente, fino a poco fa non sentivo nessuna esigenza particolare di esserlo: perdoni la sincerità.

Sono appassionato, fin da piccolo, agli studi umanistici e storici. Ho sempre studiato, nel mio privato, la storia del Cristianesimo, in generale, e della Chiesa Cattolica in particolare, leggendo ad esempio (per puro interesse culturale e storico) un alto numero di encicliche papali.

Da non credente, ho sempre considerato la vita terrena di Gesù Cristo un unicum nella storia umana. Questo interesse, in seguito, è stato rafforzato dall'elezione di Papa Bergoglio. Ho apprezzato, da subito, l'azione di Francesco, il suo magistero illuminato e la direzione da lui impressa a tutta la Comunità dei credenti. In tutti questi anni, poi, ho avuto l'onore di avere al mio fianco Gianluca, mio amico, che è decisamente il mio sicomoro. In tutti questi anni ho guardato a lui con interesse, curiosità e, ad essere sincero, anche con una punta di sano scetticismo. Perché questo ragazzo che sta diventando uomo è così imperturbabile? Da dove attinge questa forza decisa unita a un sorriso che non lo abbandona mai? Davvero basta conoscere la Fede per essere così in Pace? Se basta questo, come si trova la Fede? Queste erano alcune delle domande che mi ronzavano in testa osservando Gianluca, il mio amico fraterno e prossimo mio padrino. Tutto il percorso mi sta arricchendo in modo sostanziale. Nella mia storia, la conoscenza di Gesù è stata decisiva e mi ha spalancato le porte per tutto il resto. Il Figlio dell'Uomo è la Liberazione. Cristo è l'Amore. L'Emmanuele è il Vangelo. Grazie a Lui sto imparando a sorridere alla Vita, a non avere paura, ad amare incondizionatamente, ad aiutare il prossimo, sentendomi meglio io stesso e, allo stesso tempo, non facendolo in alcun modo per egoismo. Spero, insomma, di imparare ad essere veramente Uomo: unico, irripetibile, ma al tempo stesso uguale a tutte le mie sorelle e a tutti i miei fratelli.

***«SONO ITALIANA, MA VANTO ORGOGLIOSAMENTE LE MIE ORIGINI PERSIANE. SÌ, PER MIO MARITO IO MORIREI E SÌ VOGLIO RICEVERE I SACRAMENTI»

Sono una ragazza di 31 anni nata e cresciuta a Roma, ma non sono del tutto italiana in quanto vanto orgogliosamente un’origine Persiana. I miei genitori si conobbero all’università, quando più di quarant’anni fa, si trasferirono in questo paese stupendo Sono una psicologa clinica. Ho avuto nella vita sempre la grande possibilità di studiare e lavorare contemporaneamente e credo che questa sia stata la chiave per definire chi sono oggi.

C’è sempre stata una costante che ha accompagnato la mia crescita che è stata la fede: non sapevo darle un nome, non sapevo darle un aspetto e non sapevo darle un’accezione, ma Lei c’è sempre stata. Verso l’età delle prime comunioni mi venne chiesto dai miei genitori se volessi iniziare un percorso anche io, ma risposi di no. Avevo bisogno di capire perché nel mondo tante cose non andassero e perché tanta gente soffrisse e dulcis in fundo a seguito, qualche anno dopo, della morte del mio zio preferito, decisi definitivamente che avevo bisogno di altro tempo.

Poi scattò l’adolescenza e come ogni adolescente ho vissuto tanti anni ancora nel dubbio rispetto a questa scelta di iniziare questo cammino, ma ci terrei a fare una premessa: la stessa bambina di dieci anni che vedeva i compagni fare la comunione ogni sera prima di dormire pregava, magari sbagliando, magari facendo il segno della croce male e con la mano sbagliata, ma quella preghiera la faceva stare meglio e la faceva dormire più serenamente. Ci sono poche persone in questo mondo per cui io riserbi così tanta stima e ammirazione come per mio marito; lui è un Sole, è energico, ha voglia di vivere, di imparare, di divertirsi ed è la persona più dolce e paziente che conosca. È una persona estremamente credente e ci tengo visceralmente a precisare che lui non mi ha mai spinto a prendere questa decisione perché mi ha sempre lasciata libera di decidere.

Io credo fermamente che il Signore si presenti nella vita di ognuno di noi in modi e tempistiche diverse, ma di una cosa sono certa: se Dio mi ha dato la possibilità di essere amata da una persona come Federico, vuol dire che mi ha voluto fare un grande Dono.

Quando conoscemmo il nuovo parroco, io rimasi un pochino male per il numero di volte secondo cui il parroco ci chiedeva “se fossimo certi” di sposarci. Iniziammo il corso prematrimoniale e dopo qualche incontro, a cui ovviamente erano presenti tante altre coppie come noi, una sera prese un crocefisso e ci disse: “Questo è l’Amore che ha Dio per noi, lui ci amava così tanto da morire per noi. Voi sareste capaci di Amare di così tanto?” Lì, in quel momento si fermò tutto nel mio cervello e capii in primis l’essenza dell’Amore ed in secundis quanto amavo e amo mio marito.

“Sì, per mio marito io morirei e sì voglio prendere i sacramenti.” Questo pensai.

***«VENGO DAL PERÙ. NEL DOLORE HO RICORDATO LE PAROLE DI MIA MADRE: "DIO È SEMPRE CON NOI"»

Ho 44 anni e vengo da Lima, Perù.

Condivido il motivo per cui cerco Dio, poiché ricordo che mia madre e mia nonna mi hanno insegnato l'amore di Dio. A casa mancavano sempre le cose essenziali: mia nonna è morta quando ero molto giovane, ma mia madre è rimasta per continuare ad inculcare l'amore di Dio. Sono cresciuto e mia madre si è ammalata di cancro ed è venuta a mancare all'età di 47 anni: è stato un colpo molto duro, ricordo che mia madre ci diceva sempre che Dio è presente ovunque e che sempre sarà con noi.

È stato così che da adulto quando hanno diagnosticato una malattia a mia figlia che mi sono avvicinato a Lui, ho ricordato le parole di mia madre "DIO È SEMPRE CON NOI", l'ho pregato tanto e con grande devozione con tutto il cuore. Sono stati giorni di angoscia ma Dio mi ha mostrato il suo amore curando mia figlia, ho sempre voluto battezzarmi ma non c'era la possibilità di farlo per tanti motivi, così per la millesima volta ho sentito Dio vicino a me, ho deciso di venire a Roma, ho chiesto tanto a Dio di benedirmi con la mia famiglia in questo desideri. Tutto si è realizzato grazia a Lui.

Ecco perché se mi chiedi “perché voglio essere battezzato?” Ti rispondo perché "DIO È AMORE ED È SEMPRE CON NOI" e io voglio essere un figlio di Dio.

***«VENGO DALL'HONDURAS. CHIEDO IL BATTESIMO PERCHÉ DESIDERO ESSERE UN ESEMPIO PER LA MIA FAMIGLIA, PER I MIEI AMICI E PER TUTTI QUELLI CHE MI STANNO INTORNO»

Ho 34 anni e vengo dall'Honduras.

Sono stato accolto tra i catecumeni nella parrocchia di Santa Maria De La Luz, dal mio parroco.

Condividerò con voi perché ho deciso di cercare Dio: frequentavo raramente la chiesa, poiché non sapevo quanto fossero importanti i sacramenti, era poco comprensibile. Quando ho incontrato la mia compagna, si stava preparando per la cresima e mi diceva quanto fosse importante per lei.

Adesso voglio concludere il mio percorso per essere un esempio per la mia famiglia, per i miei amici e per tutti quelli che mi stanno intorno, voglio trasmettere tutto il bene che Gesù ci ha lasciato, ora che sono adulta e piena di ragione, Chiedo alla chiesa cattolica di essere battezzata.

***«SONO CRESCIUTA IN UNA FAMIGLIA DI TESTIMONI DI GEOVA. AD OGGI SO CHE È STATA LA MIA PAURA DI TORNARE IN VECCHI SCHEMI RIGIDI E VUOTI DI QUELLA COMUNITÀ A TENERMI LONTANA DAL BATTESIMO PER ANNI»

Ho 40 anni sono nata a Roma e vivo a Roma.

Sono cresciuta in una famiglia di testimoni di Geova e anch'io lo sono diventata fino ai miei 27, poi per vicissitudini personali e familiari mi sono allontanata dalla congregazione e poi l'ho lasciata definitivamente, decidendo di non farne più parte.

Non è stato facile anzi molto doloroso e mi ci è voluto un po’ per riavvicinarmi ad una comunità religiosa. Nel 2014 ho conosciuto un sacerdote che è diventato il mio parroco e ho potuto fare con lui delle meravigliose conversazioni teologiche e ogni volta che entravo in chiesa sentivo il cuore aprirsi riempirsi e poi alleggerirsi, cosi iniziai il mio Catecumenato.

Purtroppo dopo il primo anno mi allontanai, nonostante la grande accoglienza e l'amore di tutta la comunità scappai. Ad oggi so che è stata la mia paura di tornare in vecchi schemi rigidi e vuoti della comunità dei testimoni di Geova, e ho avuto bisogno di altro tempo per capire che seguire Cristo è tutt'altro. Avevo fame di spiritualità ma non riuscivo a lasciarmi andare alla chiamata del Signore.

Poi il Signore e Maria mi hanno riportata dal sacerdote e dalla comunità che nel mentre con amore e grande fede non mi aveva mai lasciata, grazie al potere della preghiera.

Così due anni fa tornai dove tutto era iniziato con il desiderio fortissimo di rispondere a piena voce e senza timori alla sua chiamata ad essere Cristiana Tutte le ansie le paure circa il passato sono svanite e più sono con il Signore più lo ascolto più lo amo e mi sento amata.

So che con Lui e soltanto con Lui tutto è possibile.

***«VENGO DALL’ALBANIA. LA MIA VITA È LEGATA A DIO PERCHÉ IN TANTI PERCORSI E MOMENTI DIFFICILI LUI È STATO SEMPRE VICINO A DARMI LA FORZA DI AFFRONTARE TUTTO»

Ho 28 anni, sono una mamma vedova di due figli. Vengo dall' Albania e vivo qui in Italia da nove anni.

La mia vita è legata a Dio perché in tanti percorsi e momenti difficili Lui è stato sempre vicino a darmi la forza di affrontare tutto; oggi non riesco a immaginare la mia esistenza senza di Lui. Provengo da una famiglia di religione musulmana non praticante ma, comunque, credente in un solo Dio. Io e i miei fratelli siamo cresciuti con l'idea che Dio esiste e sta sempre con noi e con il crescere ho sentito sempre di più il desiderio di conoscerlo più da vicino; credo che ci stia riuscendo.

La mia vita non è stata per niente facile; ho cominciato a cambiare totalmente quando a 18 anni ho perso una parte importante di me, mia madre. Lei era tutto per me, ero così legata a lei che, successivamente, non sono più riuscita ad essere me stessa. Dopo quasi un anno dalla morte di mia madre, i miei nonni materni mi hanno fatto conoscere un ragazzo che è poi diventato mio marito; è lì che la mia vita ha preso un'altra direzione, non avevo altra scelta e così ho deciso di venire a vivere con lui e la sua famiglia qui in Italia. Dopo quattro anni insieme con mio marito, sono rimasta incinta del mio primo figlio, è stato lui a darmi il motivo più bello per ricominciare davvero a vivere. Ho capito che l'avere lui mi bastava anche se il mondo mi cadeva addosso. Al compimento degli otto mesi di Adriano, mio marito è rimasto vittima di un incidente stradale dove ha perso la vita; è lì che la mia vita ha cambiato di nuovo direzione. Sono rimasta sola con un figlio di otto mesi e incinta di soli due mesi del mio secondo figlio.

In mezzo ai problemi e ai conflitti non sapevo cosa sarebbe successo alla mia vita e a quella dei miei figli che stavano crescendo senza il loro papà. Mi sono fidata di più di Dio ed è stato l'unico che non mi ha mai deluso. In Italia dopo essere stata da un’amica sono stata accolta in una Casa famiglia dove mi trovo da quasi un anno e mezzo. Qui ho approfondito la conoscenza di Gesù e si è sviluppato il desiderio di andare in chiesa, dove mi sono sentita protetta e amata con i miei figli. Ho deciso, allora, di far ricevere loro il sacramento del Battesimo e, in un secondo momento, di riceverlo anche io.

***«SONO SCOUT. UN GIORNO, DURANTE UNA ROUTE SOTTO LA PIOGGIA TROVAMMO IL POSTO PIÙ BELLO IN CUI SIA MAI STATA: UNA VALLE ENORME CIRCONDATA DA PINI E CON A FIANCO UNA PARETE ALTISSIMA DI PIETRA PERFETTAMENTE DRITTA, FU UN MOMENTO MERAVIGLIOSO. DA QUEL MOMENTO MI SONO AVVICINATA A DIO»

Ho 19 anni e sono di Roma. Vengo da una famiglia laica che mi ha sempre detto che una volta maggiorenne avrei potuto scegliere il mio percorso di fede.

A 16 anni ho iniziato il mio cammino con gli scout che continuo tuttora, per la prima volta sono entrata in contatto con Dio e con la Chiesa cattolica. Facendo strada e servizio è nato dentro di me il desiderio di battezzarmi. Ricordo ancora molto bene il momento in cui Dio si è manifestato a me per la prima volta: con i miei compagni scout stavamo in Trentino in route estiva del 2021. Eravamo in mezzo ad un bosco senza un posto dove dormire, pioveva e faceva freddo. In quel momento il don che ci accompagnava, ci diede supporto e ci fece fare una preghiera, era la prima volta che pregavo in un momento di difficoltà. Pochi istanti dopo le nuvole e la pioggia sparirono e uscì il sole, così iniziammo a camminare e pochi metri più in là dal posto in cui avevamo pregato trovammo il posto più bello in cui sia mai stata: una valle enorme circondata da pini e con a fianco una parete altissima di pietra perfettamente dritta, fu un momento meraviglioso. Da quel momento mi sono avvicinata a Dio e ho iniziato a camminare e a fare servizio con occhi diversi sentendo sempre più forte dentro di me la chiamata del Signore.

Il servizio che però mi ha segnato di più è stato quello fatto questo Natale al RSA Don Guanella in cui io e il resto del clan abbiamo aiutato persone con gravi problemi fisici e mentali. Scoprire una realtà così difficile e dolorosa non è stato facile ma vedere persone che si dedicano totalmente al prossimo sotto guida della Fede è stato illuminate.

Oltre a tutte le esperienze fatte con gli scout anche il cammino con il Catecumenato è stato molto interessante, ho potuto conoscere altre persone più o meno giovani che come me avevano il desiderio di battezzarsi. Confrontarmi con loro, sentire le loro storie e conoscerli è stato molto bello, abbiamo potuto condividere insieme le esperienze di questo cammino e l’attesa per il grande giorno sempre più vicino.