Felice, cioè “fecondo”. Breve nota di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Vita.
Il Centro culturale Gli scritti (27/4/2025)
«Chi è felice?» – domanda una monaca ad un gruppo di giovani universitari. E spiega: «Sapete bene, per esperienza, che felice non è chi raggiunge un risultato. Non è facile capire cosa voglia dire essere felici. Aiuta l’etimologia. Felice è chi è fecondo, chi genera vita intorno a sé, fisicamente o spiritualmente».
Controllo e scopro che, infatti, felice, è l’italiano del latino felix, che deriva dal verbo inusitato feo, greco phyo, “produco”, per cui ha il significato di fecondo (phusis è la natura).
In poesia si dice, infatti, arbor felix=albero fruttifero. Nella toponomastica sono note le regioni che portano tale aggettivazione: Arabia felix o Campania felix=fertile, feconda. Della regione “Arabia” o della “Campania” si diceva che avessero alberi carichi di frutta, che fossero regioni “felici”.
“Felice” è così correlato al vocabolo “fecondo”, dalla stessa radice=che genera prole, che produce abbondantemente, ubertoso, fertile.
Così si getta luce sull’idea di felicità e su quella di infelicità.
Felice è realmente chi genera vita intorno a sé.