Un’ascia lavorata fra 500.000 e 300.000 anni fa rivela la differenza fra l’uomo e l’animale, di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Scienza e fede.
Il Centro culturale Gli scritti (12/10/2025)
Fra 500.000 e 300.000 anni fa qualcuno realizzò un’ascia, preservando la conchiglia fossile (mollusco bivalve cretaceo Spondylus spinosus) situata al centro di una faccia.
Se ne possono vedere le immagini al link https://collections.maa.cam.ac.uk/objects/450987/ del Maa, Museum of archaeology and anthropology, raccolta di immagini e dati on-line a cura di alcuni dei principali enti di ricerca inglesi.
Il reperto venne ritrovato in Gran Bretagna, nel Norfolk, presso West Tofts e viene datato dagli studiosi ad un periodo oscillanet fra i 500.000 e i 300.000 anni fa, cioè nel Paleolitico inferiore, precisamente nell’Acheuleano, età in cui si datano l’Homo erectus, e specie derivate, come l’Homo heidelbergensis.
L’Homo habilis – che già manifestava una vita spirituale e che quindi deve essere indicato pienamente come “uomo” - si sviluppò intorno a 1.800.000-2 milioni di anni fa, in diverse regioni africane come gli odierni Etiopia, Kenya, Tanzania, Sud Africa, Malawi, dove ne esistono reperti (cfr. su questo Quando è comparso l’uomo? Già l’Homo habilis presenta segni evidenti di cultura, di Fiorenzo Facchini) e, quindi, l’ascia in questione è molto successiva.
L’ascia con la conchiglia fossile indica come l’uomo che la realizzò e la utilizzò avesse già il senso della bellezza, come avesse già un senso artistico: egli non solo utilizzava utensili, come altri animali, perché utili, ma ne percepiva la loro qualità estetica e, per questo, lavorò proprio quella pietra con quel fossile e non una qualsivoglia altra pietra.
Ebbene anche questo è l’uomo.