Le nozze di Figaro, di W.A. Mozart. Breve nota di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Musica e Arte e fede. Cfr. in particolare:
- Dal Mozart e Salieri di Alexandr Puskin all'Amadeus di Peter Shaffer ed, infine, di Milos Forman: la genesi della leggenda della presunta morte per avvelenamento. Una recensione ed un invito alla lettura della biografia di Salieri scritta da Volkmar Brauenbehrens, di Andrea Lonardo
- Il "divino" Amadeus e la grazia della fede: per Mozart cattolico. Dalla Grosse Messe al Requiem, di Andrea Lonardo
- La leggenda degli ultimi anni di Mozart e la realtà storica. Appunti da una conferenza del prof. Francesco Zimei, di Andrea Lonardo.
Il Centro culturale Gli scritti (12/10/2025)
Le nozze di Figaro è un’opera di Mozart su libretto di Lorenzo da Ponte – singolare figura di intellettuale ebreo, battezzatosi e poi divenuto addirittura prete, sebbene molto sui generis!
Ebbene quanto al tema, sarebbe facile descrivere l’opera come una dissacrazione dell’amore e del matrimonio, con tradimenti, anche se mai consumatisi pienamente, che si susseguono nei loro inizi, vuoi per pulsioni sessuali, vuoi per vendetta di chi si scopre tradito, e con ribaltamenti di travestimenti.
Allo stesso modo, si potrebbe dire che il testo è troppo facile e addirittura banale nelle sue soluzioni, con una tardona innamorata che cerca di sottrarre l’ormai prossimo marito ad una giovane e poi scopre di essere la madre di lui, decidendo di sposarsi con il magistrato con cui, fino ad un istante prima, stava tramando alle spalle del ragazzo.
Si potrebbe accusare ancor più – e quante volte è stato fatto dalla critica – il finale stesso dell’opera di essere buonista e quindi falso, con tutte le coppie, ormai rappacificate, che giungono a celebrare le nozze o a riconfermare i loro precedenti matrimoni.
Tale analisi critica, tesa a vedere nell’opera di Mozart una critica ai costumi sessuali del tempo, alla loro eccessiva liberalità e, al contempo, alla fallacia dell’amore umano, sembrerebbe la valutazione critica più adeguata, ma solo se ci si trovasse dinanzi ad un testo teatrale scritto ad hoc con tale intento.
Se lo si considera, invece, per ciò che esso è, come un’opera “in musica”, ecco che tutto cambia.
Ciò che è stupefacente ne Le nozze di Figaro non è tanto l’intreccio delle storie, assurdo e surreale, se lo si considerasse da un punto di vista puramente drammaturgico.
È la musica che trasfigura tutto! Qui è la musica di Mozart a fare la differenza.
Ciò che è assolutamente incredibile è come Mozart riesca a rendere credibile ogni voce, ogni scena, ogni passaggio, ogni singolo canto, ogni insieme, come se fosse unico.
L’uomo che si dispera è veramente un uomo che si dispera. La ragazza che cerca di giungere alle nozze, avendo il mondo contro, è veramente tale.
Non c’è niente di ironico, di satirico, di sbugiardante i sentimenti umani.
E la critica c’è tutta. Al conte, alla tardona, ai magistrati al soldo dei potenti, alle svolte impreviste della storia.
Ma a tutti la musica conferisce un valore diverso.
Sono la musica e la sua armonia che regnano sovrane.
La lirica mozartiana è ben diversa da quella italiana, basata sulla potenza e lo sfoggio gorgheggiante delle voci. Qui in Mozart, invece, ogni voce canta come uno strumento insieme alle altre e tutte insieme si annodano in armonia inarrivabile.
Per ben due volte sono sette cantanti insieme che intrecciano le loro voci con gli strumenti e l’insieme è stupefacente.
Per Mozart ciò che conta non è la potenza della singola voce o il gorgheggio che provi l’abilità – cosa che pure è presente – ma il cantare insieme, dove ogni voce fa da contrappunto all’altra, come ogni strumento fa lo stesso con gli altri strumenti.
Fino a sette voci e l’intera orchestra che “cantano” insieme. Non l’amara ironia, non la critica sociale, non il disprezzo degli affetti, ma questo permettere ad ogni voce di essere sé stessa, esaltando al contempo l’altra che si incrocia con la propria: questo è Le nozze di Figaro – e questo sono il Don Giovanni e Così fan tutte e Il flauto magico tedesco.
Tutte le altre notazioni sono moralistiche ed esterne all’opera stessa ed indicano un approcciarsi ideologico al mondo di Mozart.
Al limite, proprio Il Flauto magico – pur in un’apparenza massonica – rivela la vittoria dell’amore in maneira più chiara e definitiva delle opere italiane (Su Il flauto magico, cfr. il nostro Il "divino" Amadeus e la grazia della fede: per Mozart cattolico. Dalla Grosse Messe al Requiem, di Andrea Lonardo).
Ma è la cifra di quella musica che è inseguita e conseguita e chi vi leggesse altro non avrebbe capito un’acca di Mozart – e nemmeno di Da Ponte.
Come è giusto dire di Amadeus, tutto è falso in quel film, tranne la musica stessa che è di Mozart (cfr. su questo Dal Mozart e Salieri di Alexandr Puskin all'Amadeus di Peter Shaffer ed, infine, di Milos Forman: la genesi della leggenda della presunta morte per avvelenamento. Una recensione ed un invito alla lettura della biografia di Salieri scritta da Volkmar Brauenbehrens, di Andrea Lonardo).
Non c’è niente di storico in quel film, se non la musica. Essa regna. Così è delle opere liriche di Mozart: è la sua musica che trasfigura un testo altrimenti risibile e debole, con svolte troppo semplicistiche e surreali che andrebbero altrimenti bene solo in un teatrino “parrocchiale” dove ci si veda solo per ridere di battutacce in dialetto – ma non si dimentichi che alcuni teatrini parrocchiali mettono in scena opere straordinarie con attori, per quanto ancora emergenti, di assoluta qualità.