La Bibbia aspettava Michelangelo. Brevissimo dialogo con Davide Rondoni (I parte), di A.L.

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 16 /05 /2011 - 12:27 pm | Permalink | Homepage
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N.B. I brani da Trittico romano, di Karol Wojtyla, Libreria Editrice Vaticana, sono ripresi dal web. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la loro presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto.

 (Il Centro culturale Gli scritti, 16/5/2011) 

«“La Bibbia aspettava Michelangelo”. E’ un linguaggio fortissimo quello che ha utilizzato Karol Wojtyla nelle poesie di Trittico Romano». Così Davide Rondoni chiacchierando con i presenti, prima della sua relazione su Leopardi e Manzoni nell’incontro organizzato dall’Ufficio catechistico su “Gli italiani e l’Unità d’Italia”.

Spiega che la Bibbia non basta da sola. Che attendeva Michelangelo. Non che Michelangelo la completi. Ma certo egli la esprime. Come se non avesse la forza di esprimersi da sola, senza quelle immagini. Come se avesse bisogno di quelle immagini. Questo aveva intuito Giovanni Paolo II. E questo poeticamente manifesta nel suo Trittico Romano.

Torniamo ad ascoltarlo.

da Trittico romano, di Karol Wojtyla

Mi trovo sul limine della Sistina -
Forse tutto ciò era più facile interpretare nel linguaggio della "Genesi" -
Ma il Libro aspetta l'immagine.- E' giusto. Aspettava
un suo Michelangelo.
Perché Colui che creava, "vedeva" - vide, che "ciò era buono".
"Vedeva", ed allora il Libro aspettava il frutto della "visione".
O uomo che vedi anche tu, vieni -
Sto invocandovi "vedenti" di tutti i tempi.
Sto invocandoti, Michelangelo!

Nel Vaticano è posta una cappella, che aspetta il frutto della tua visione!
La visione aspetta l'immagine.
Da quando il Verbo si fece carne, la visione, da allora, aspetta.

Stiamo sulla soglia del Libro.

Questo è il Libro delle Origini - Genesis.
Qui, in questa cappella lo ha descritto Michelangelo,
non con le parole, ma con una ricchezza
affluente dei colori.

Entriamo, per rileggerlo,
passando dallo stupore allo stupore.

"Dio foggiò l'uomo a Sua immagine e somiglianza,
lo creò maschio e femmina -
e Dio vide, che ciò era buono assai,
l'uno e l'altra erano ignudi e non ne avevano vergogna".
Questo è possibile?
Non chiederlo ai contemporanei, ma chiedi a Michelangelo,
(o forse anche ai presenti!?).
Chiedi alla Sistina.
Così tanto raccontano queste mura! [...]
Perché proprio di quell'unico giorno si è detto:
"Dio vide che ciò che aveva fatto era buono assai"?
Perché, allora, sembra che la storia contraddica tutto questo?
Pure il nostro ventesimo secolo! E non solo il ventesimo!
Però, nessun secolo riuscirà ad offuscare la verità
su immagine e somiglianza. […]
Anche loro, sulla soglia degli eventi,
vedono se stessi in assoluta autenticità:
erano ignudi tutti e due...
Anche loro sono divenuti i partecipanti di questa visione
che il Creatore ha trasmesso su di loro.
Non vogliono forse rimanere tali?
Non vogliono forse riacquistare questa visione di nuovo?
Non vogliono forse, per se stessi, essere autentici e trasparenti -
come già lo sono per Lui?
Se è così, cantano l'inno del ringraziamento,
un Magnificat dell'intimo umano
ed è allora che sentono profondamente
che proprio "in Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo" -
Proprio in Lui!
E' Lui che gli permette di partecipare a questa bellezza
che aveva ispirato in loro!
E' Lui che gli schiude gli occhi.
[…]
E quando divengono "un corpo solo"
- la più stupenda unione -
dietro il suo orizzonte si schiude
la paternità e la maternità.
E proprio qui, ai piedi di questa stupenda policromia sistina,
si riuniscono i cardinali -
una comunità responsabile per il lascito delle chiavi del Regno.
Giunge proprio qui.
E Michelangelo li avvolge, tuttora, della sua visione.
"In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo..."

La policromia sistina allora propagherà la Parola del Signore:
Tu es Petrus - udì Simone, il figlio di Giona.
"A te consegnerò le chiavi del Regno".
La stirpe, a cui è stata affidata la tutela del lascito delle chiavi,
si riunisce qui, lasciandosi circondare dalla policromia sistina,
da questa visione che Michelangelo ci ha lasciato -
Era così nell'agosto e poi nell'ottobre, del memorabile
anno dei due conclavi,
e così sarà ancora, quando se ne presenterà l'esigenza
dopo la mia morte.
All'uopo, bisogna che a loro parli la visione di Michelangelo.
"Con-clave": una compartecipata premura del lascito delle chiavi,
delle chiavi del Regno.
Ecco, si vedono tra il Principio e la Fine,
tra il Giorno della Creazione e il Giorno del Giudizio.
E' dato all'uomo di morire una volta sola e poi il Giudizio!
Una finale trasparenza e luce.
La trasparenza degli eventi -
La trasparenza delle coscienze -
Bisogna che, in occasione del conclave, Michelangelo insegni
al popolo -
Non dimenticate: Omnia nuda et aperta sunt ante oculos Eius.