Appunti irlandesi 1/ L’anglicanesimo come religione di Stato in Irlanda, da Enrico VIII fino al 1829, e la chiesa cattolica clandestina. A/ La requisizione di tutti i luoghi di culto cattolici B/ La distruzione (“dissoluzione”) di tutti i conventi e i monasteri, con la cacciata di tutti i frati e i monaci, di tutte le suore e di tutte le monache C/ L’eliminazione della gerarchia cattolica D/ Il divieto di studiare teologia in Irlanda per i cattolici e la costituzione nell’Ottocento della Catholic University, oggi University College Dublin, fondata da John Henry Newman nella sua stessa casa E/ I martiri irlandesi della Riforma

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 20 /09 /2023 - 21:40 pm | Permalink | Homepage
- Segnala questo articolo:
These icons link to social bookmarking sites where readers can share and discover new web pages.
  • email
  • Facebook
  • Google
  • Twitter

Riprendiamo sul nostro sito alcuni appunti di Andrea Lonardo, pensati in connessione con un viaggio-pellegrinaggio in Irlanda dell’agosto 2023. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la loro presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Luoghi della storia della Chiesa in Europa, Riforma protestante e Cristianesimo, ecumenismo e religioni
Sull'Irlanda, cfr.

Centro culturale Gli scritti (20/9/2023)

1/ L’anglicanesimo come religione di Stato in Irlanda, da Enrico VIII fino al 1829 e la chiesa cattolica clandestina

Quando si discute dei rapporti fra l’Irlanda e gli inglesi, ci si sofferma soprattutto sulle questioni relative ai planters, cioè ai coloni inglesi inviati ad occupare i terreni agricoli e a sottomettere via via l’isola, si discute della politica, del rifiuto del diritto di voto o dell’eleggibilità in Parlamento, così come dell’impoverimento fino al culmine toccato dalla Grande carestia – un vero e proprio “genocidio” ante litteram; cfr. In un museo la fame dell'Irlanda racconta se stessa [e l'oppressione della "liberale" Inghilterra ottocentesca], di Riccardo Michelucci) e si tocca, sempre giustamente, la questione territoriale con riferimento all’Irlanda del Nord.

Ma una questione ancora più rilevante resta sempre sottaciuta per comprendere quello che gli irlandesi dovettero subire nei secoli ed è il divieto di essere cattolici che fu operante per tre secoli, con momenti che furono più terribili di altri.

Prima di trattare dei martiri uccisi dagli inglesi a motivo della fede cattolica, vale la pena mostrare quattro aspetti di tale opposizione:

A/ La requisizione di tutti i luoghi di culto cattolici

B/ La distruzione (“dissoluzione”) di tutti i conventi e i monasteri, con la cacciata di tutti i frati e i monaci, di tutte le suore e di tutte le monache

C/ L’eliminazione della gerarchia cattolica

D/ Il divieto di studiare teologia in Irlanda per i cattolici e la costituzione solo nell’Ottocento della Catholic University, oggi University College Dublin, fondata da John Henry Newman nella sua stessa casa

Si giungerà, infine, a ricordare i martiri irlandesi della Riforma

1.1/ La requisizione di tutti i luoghi di culto cattolici

Da Enrico VIII fino all’Ottocento fu proibito in Irlanda essere cattolici: certo i cattolici continuarono ad essere tali in coscienza, ma non era ammesso dalla legge che lo fossero.

In particolare, come avvenne peraltro anche in Inghilterra, in Galles e in Scozia, nei primi decenni e poi con Cromwell la celebrazione di una messa cattolica implicava la pena di morte.

La gravità di tale situazione appare dalla requisizione di qualsivoglia edificio cattolico da parte della Church of Ireland, la chiesa irlandese anglicana fedele ai re d’Inghilterra.

In qualsivoglia città o paese ci si rechi in Irlanda appare evidente che le chiese dei cattolici, siano esse parrocchie che cattedrali, sono neogotiche o neoclassiche o moderne, ma comunque tutte posteriori al 1829.

Nessun edifico antico è in possesso della chiesa cattolica. Se le abbazie e i conventi vennero distrutti, come avvenne in Inghilterra già al tempo di Enrico VIII – lo si vedrà al punto 2), non avvenne lo stesso delle chiese per le celebrazioni dei fedeli: queste vennero semplicemente requisite ed affidare alla Church of Ireland per essere officiate esclusivamente da clero fedele ai re inglesi.

È per questo che, solo per fornire un esempio, in Dublino la cattedrale della Church of England è la Christ Church che era la cattedrale cattolica, affidata in origine ai canonici regolari. Recentemente è stata riportata alla luce, sul fianco della cattedrale, l’antica sala capitolare dei canonici regolari cattolici che venne distrutta con la conversione della cattedrale da cattolica ad anglicana.

Dublino, Sala capitolare dei canonici, scavata a fianco 
della Christ Church, oggi Cattedrale della Church of Ireland 

La cattedrale cattolica di Dublino viene chiamata oggi Procattedrale di Santa Maria (St Mary's Pro-Cathedral), affettuosamente soprannominata “La Pro”: essa venne costruita solo fra il 1815 e il 1825 sul terreno di un'antica Abbazia Cisterciense. Il suo stile neoclassico di Santa Maria è in contrasto con l'aspetto delle chiese della città, per lo più in stile gotico. 

Procattedrale di Santa Maria (St Mary's Pro-Cathedral)

1.2: Storia della diocesi cattolica di Dublino tratta da Archdiocese of Dublin Overview
(dal link https://dublindiocese.ie/archdiocese-overview/ traduzione con Traduttore Google da noi rivista), scritta da Mgr. Ciarán O’Carroll

[…] Una conseguenza delle invasioni scandinave nel IX secolo fu il saccheggio, il saccheggio e l'incendio di molti monasteri. I norvegesi inizialmente adoravano i propri dei, ma in seguito alla conversione di uno dei loro leader nel X secolo numerosi danesi iniziarono ad abbracciare il cristianesimo. Negli anni successivi alla vittoria di Brian Boru a Clontarf nel 1014, il re Sitric iniziò a organizzare la Chiesa su base gerarchica a Dublino.

Questo primo vescovo danese, Donato, fu consacrato dall'arcivescovo di Canterbury e anche molti dei suoi successori furono consacrati in Inghilterra. Le riforme della Chiesa del XII secolo includevano la convocazione del sinodo di Rathbreasil in cui il numero delle sedi fu fissato a ventiquattro, Dublino esclusa. Questo sinodo ha riconosciuto come diocesi la diocesi di Glendalough, la chiesa fondata da San Kevin nel VI secolo. Successivamente, a seguito di un sinodo generale a Kells nel 1152, Armagh, Dublino, Cashel e Tuam furono create sedi arcivescovili, con giurisdizione canonica sui loro suffraganei. Gregory fu nominato primo arcivescovo di Dublino e gli furono assegnate come suffraganee le sedi di Kildare, Ossory, Leighlin, Ferns e Glendalough.

Alla morte dell'arcivescovo Gregory, San Lorenzo O'Toole, già abate di Glendalough, divenne il suo successore nel 1162. Fu consacrato nella cattedrale di Dublino da Gelasius di Armagh nel 1162. San Lorenzo avviò numerose riforme significative come l'introduzione degli ordini religiosi dal Continente e l'insediamento di una comunità di canonici per ministrare nella Cattedrale della Santissima Trinità (poi denominata Christ Church).

A quel tempo venne fondata a Dublino l'Abbazia di Saint Mary, inizialmente benedettina, poi cistercense, che per diversi secoli sarebbe stata un importante centro religioso per Dublino e dintorni. San Lorenzo guidò i sei vescovi irlandesi che parteciparono al Terzo Concilio Lateranense a Roma nel 1179.

Papa Alessandro III lo nominò Legato Pontificio. In seguito alla sanzione papale, convocò un consiglio della Chiesa irlandese che prese una ferma posizione contro gli abusi dell'epoca. Durante una missione di mediazione, l'arcivescovo Laurence O'Toole morì a Eu il 14 novembre 1180 e fu successivamente canonizzato da papa Onorio III nel 1226.

L'arrivo dei Normanni influì notevolmente sulla Chiesa. I successivi titolari della sede di Dublino, in successione a Saint Laurence O'Toole, erano normanni o inglesi, esercitando un certo grado di autorità civile ed ecclesiastica. Nel 1191, sotto John Comyn (o Cumin), il primo arcivescovo anglo-normanno di Dublino, la città acquisì una seconda cattedrale sotto il patronato di San Patrizio. Nel 1216, durante il pontificato di Innocenzo III, le diocesi di Dublino e Glendalough furono unite.

In quest'epoca fu significativa l'influenza spirituale e il contributo degli ordini religiosi come gli Agostiniani, i Domenicani, i Francescani e i Carmelitani nelle generazioni successive alla fusione delle due diocesi. Anche la spiritualità medievale testimoniò una maggiore consapevolezza dell’importanza e del beneficio dei pellegrinaggi. Mentre i luoghi di pellegrinaggio locali come Glendalough diventavano popolari, importanti santuari internazionali d'oltremare come quello di San Giacomo, a Compostella in Spagna, suscitarono interesse.

La Riforma e il suo seguito immediato portarono sofferenza, martirio e distruzione a Dublino. Tra i martiri figuravano il beato Francis Taylor, sindaco della città e la beata Margaret Bermingham, la signora Ball. Altri provenienti da fuori Dublino includevano il beato Dermot O'Hurley, arcivescovo di Cashel, il beato Conor O'Devaney, vescovo di Down e Conor, e il beato Patrick O'Loughran, sacerdote della contea di Tyrone, tutti portati a Dublino da altre parti d'Irlanda ad affrontare il martirio. L'arcivescovo di Dublino Peter Talbot morì in prigione a causa della sua fede cattolica. Molti cattolici in quest'epoca subirono discriminazioni economiche, professionali, educative e sociali come conseguenza delle loro convinzioni religiose. La persecuzione delle Leggi Penali ha avuto un impatto significativo sulla popolazione di Dublino, paradossalmente spesso rafforzando il loro attaccamento al cattolicesimo. La leadership e la cura pastorale dei successivi arcivescovi alla fine del XVIII e nel XIX secolo si rivelarono significative.

L'arcivescovo alla fine del XVIII secolo era un dublinese, John Thomas Troy. Domenicano, già rettore della chiesa di San Clemente a Roma, fu trasferito nel dicembre 1786 dalla diocesi di Ossory a Dublino. Durante i suoi trentasette anni come arcivescovo supervisionò il graduale allentamento della legislazione delle Leggi Penali che portò all'espansione di una classe media cattolica. Ciò portò inizialmente alla costruzione di piccole case semplici per la celebrazione dell’eucarestia e successivamente di cappelle e chiese.

La fine del XVIII e tutto il XIX secolo furono un periodo di rinnovamento, ricostruzione e rinascita cattolica. Nella diocesi furono fondati diversi nuovi importanti ordini religiosi irlandesi con particolari carismi nel campo dell'istruzione, dell'assistenza sociale e sanitaria. L’arcivescovo Troy supervisionò la fondazione del St Patrick’s College di Maynooth durante il suo episcopato e pose anche la prima pietra della pro cattedrale in Marlborough Street. Quando morì, nel 1823, fu sepolto nella cripta della nuova chiesa metropolitana non ancora del tutto pronta per l'uso.

La costruzione della Pro-cattedrale fu completata dal suo successore, l'arcivescovo Daniel Murray. Era originario di Wicklow, e fu nominato vescovo coadiutore di Dublino nel 1809. L'arcivescovo Murray aveva studiato a Salamanca ed era conosciuto come un chierico pio, eloquente e colto. Tra le nuove congregazioni religiose femminili emergenti nella diocesi di Dublino, figuravano le Sorelle irlandesi della Carità fondate da Mary Aikenhead e le sorelle della Misericordia fondate da Catherine McAuley durante quest'epoca. Mons. Murray ha avuto un ruolo significativo anche nella fondazione delle Suore di Loreto, il ramo irlandese dell'Istituto della Beata Vergine Maria. Altri ordini religiosi irlandesi come i Fratelli Cristiani fondati dal beato Edmund Rice di Waterford aprirono istituti scolastici nella diocesi di Dublino durante il suo episcopato. Pur essendo un moderato in termini politici, l'arcivescovo Murray sostenne la campagna per l'emancipazione cattolica di Daniel O'Connell. Sostenne anche il sistema aconfessionale di istruzione nazionale introdotto nel 1831 e accettò la fondazione dei Queens Colleges nel decennio successivo. L'arcivescovo Murray supervisionò la creazione di un significativo movimento per la tolleranza sotto padre Mathew. Morì nel 1852 e fu sepolto nella cripta di Marlborough Street.

All'arcivescovo Murray successe il dottor Paul Cullen, allora arcivescovo di Armagh. Nato a Prospect vicino Ballitore, Co.Kildare, studiò alla Shackleton Quaker School, Ballitore, al Carlow College e all’Università di Propaganda Fide in Roma. Ordinato sacerdote a Roma nel 1829, divenne rettore del Collegio Irlandese di Roma nel 1832 e agì come agente per i membri della gerarchia irlandese.

Divenne rettore dell’Università di Propaganda Fide in Roma nel 1848 e fu consacrato arcivescovo di Armagh nel 1850, servendo come arcivescovo e delegato apostolico. Convocò e presiedette il Sinodo di Thurles nel 1850. Fu trasferito a Dublino come arcivescovo nel 1852. L'arcivescovo Cullen promosse l'uso di mezzi costituzionali per promuovere un miglioramento delle condizioni di vita in Irlanda, vietando il coinvolgimento politico attivo dei chierici.

Promosse anche la fondazione, nel 1854, dell'Università Cattolica, sotto il rettorato di John Henry Newman. Supervisionò la riqualificazione strutturale e pastorale dell'arcidiocesi di Dublino e fondò l'Holy Cross College, Clonliffe, il seminario diocesano, nel 1859. Centralizzò le strutture clericali e promosse l'ultramontanismo. Condannò anche attivamente il fenianesimo e il nazionalismo rivoluzionario repubblicano. Nominato cardinale nel 1866, fu influente nella stesura del dogma sull'infallibilità papale al Concilio Vaticano I (1870) e nella nomina di numerosi vescovi sia in Irlanda che all'estero. Nel 1875 presiedette il Sinodo nazionale di Maynooth. Morì nel 1878 e fu sepolto nella cripta della cappella del college a Clonliffe. […]

1.3/ Storia della Pro-cattedrale cattolica di St. Mary in Dublino, da Pro-Cattedrale di Santa Maria Dublino di Dermod McCarthy, The Irish Heritage Series, Eason and Sons Ltd. Dublino 1988 (dal testo on-line sul sito ufficiale St Mary Pro Cathedral al link https://www.procathedral.ie/about-us/ in traduzione Google con nostre correzioni)

[…] St. Mary era stata la grande abbazia benedettina e poi cistercense di St. Mary, fondata nel XII secolo. Le terre dell'abbazia si estendevano verso est lungo il lato nord del Liffey dalle attuali Four Courts, verso nord fino a Constitution Hill, e ad est fino al Tolka e al mare. Per quattro secoli l'abbazia fiorì diventando una delle più ricche d'Irlanda. L’abate era membro d’ufficio del Consiglio di Stato, che si riuniva nella sala capitolare di Santa Maria.

Tuttavia, nel 1539, come in tutte le case religiose, i monaci di Santa Maria furono costretti a cedere le loro terre e i loro possedimenti, mentre tutti gli “ornamenti papisti” furono gettati via. Le terre dell'abbazia rimasero non occupate, fatta eccezione per agricoltori e amministratori, fino al 1676, quando l'apertura dell'Essex Bridge (ora Capel Street Bridge), costruito con le pietre dell'abbazia in rovina, indicò l'estensione della città a nord del Liffey.

Il terreno venne smembrato, furono tracciate le strade e intitolate ai vari proprietari terrieri. Ironicamente, Lord Drogheda diede il suo nome a quattro strade nella sua parte delle terre dell'Abbazia di St. Mary: Henry, Moore, Earl e Drogheda (in seguito O'Connell) Street. Nel 1728, Great Marlborough Street, dal nome del Gran Duca, era l'estremo confine orientale di quelle terre dell'abbazia che erano state frantumate e costruite. Si trattava di un'area più che sufficiente per giustificare l'erezione di una nuova parrocchia. Lo stato, con un atto del Parlamento, creò la parrocchia (protestante) di St. Mary nel 1697, e dieci anni dopo l'arcivescovo Byrne, sebbene di nascosto, ne fece la parrocchia cattolica di St. Mary.

John Linegar divenne il primo parroco della nuova parrocchia di St. Mary. Dieci anni prima era tornato dall’ordinazione sacerdotale a Lisbona in una cura d’anime di nome St. Michan. Nel periodo peggiore della sua vita, a causa delle Leggi Penali, la sua vita era scampata a pericoli da parte di cacciatori di preti, ansiosi di arricchirsi individuando un prete papista da denunciare.

Ora si trovava destinato a una parrocchia senza chiesa né cappella di alcun genere. Ma nonostante il rischio cominciò a raccogliere fondi per una cappella, oltre a svolgere il suo lavoro sacerdotale quotidiano dicendo Messa e dando istruzioni nelle stanze prestate dai simpatizzanti. Gli ci vollero ventidue anni per risparmiare abbastanza per costruire una modesta cappella, ma nel 1729 fu aperta St. Mary's, in Liffey Street.

Sebbene le autorità del castello la elencassero come "casa della messa di Liffey Street", a quel tempo era considerata una cappella piuttosto bella. Un manoscritto del British Museum, scritto nel 1749, descrive l'altare, il pulpito, i dipinti, i confessionali e "due gallerie, diversi banchi per un migliore ordine e due vasi per l'aspersione di marmo nero nel cortile della cappella". L'acquasantiera è ora inserita nella parete della Procattedrale presso l'angolo sud-ovest.

Nel 1786 John Thomas Troy, un prete domenicano, nominato vescovo di Ossory dieci anni prima, fu trasferito a Dublino come arcivescovo. Presentò una petizione al Papa per consentirgli di prendere St. Mary's come sua parrocchia con uso di mensa. La richiesta fu accolta e immediatamente il dottor Troy iniziò a mettere da parte tutti i fondi che gli giungessero per costruire una “chiesa spaziosa e dignitosa” in una posizione centrale. St. Mary's della Liffey Street era servita per il suo tempo e per il suo scopo.

Sfortunatamente, ulteriori problemi si prospettarono. La ribellione del 1798 e le conseguenti rappresaglie rimandarono i suoi progetti e fecero sembrare un sogno quasi impossibile il progetto di costruire una grande chiesa in zona centrale.

L’emancipazione cattolica non arrivò, come sperato, con l’Atto di Unione approvato nel 1800. Anche l’ubicazione della nuova chiesa fa parte della sua complessa storia. Quando nel 1796, Drogheda Street (in seguito O'Connell Street) fu ampliata sul lato ovest per allinearla con Sackville Street e diventare la principale arteria stradale di Dublino, uno dei siti offerti fu preso in considerazione per la nuova St. Mary's. Tuttavia, si temeva che un passo così coraggioso avrebbe potuto solo ritardare o mettere a repentaglio l’emancipazione, quindi l’attenzione del dottor Troy fu diretta verso un punto meno visibile nelle vicinanze, lasciando la proprietà di Sackville Street perché diventasse la sede del nuovo ufficio postale generale.

Nel 1803 un comitato formato dal dottor Troy era riuscito a mettere insieme fondi sufficienti per effettuare un deposito monetario per l’acquisto della casa di Lord Annesley. Questa bella villa si trovava all'angolo tra Marlborough Street e quella che allora era conosciuta come Elephant Lane, poi Tyrone Place, ora Cathedral Street. Costava £ 5.100.

Tuttavia dovettero trascorrere altri dodici anni prima che fosse posta la prima pietra della nuova chiesa. In quel periodo la raccolta del denaro proseguì lentamente e con difficoltà.

Nel giugno 1814 il comitato fece il grande passo, intervenne una squadra di demolitori e sui giornali apparve un avviso che invitava a progettare l'edificio previsto. Come vincitore venne scelto un progetto firmato con la lettera “P” per una chiesa a forma di tempio dorico greco. Ad oggi l’identità di “P” è oggetto di speculazione tra gli storici dell’architettura. Alcuni credono che sia John Sweetman, un dublinese esiliato a Parigi dopo la ribellione del 1798. Un’opinione più probabile è che, sebbene Sweetman abbia inviato i progetti a Dublino, l’architetto fosse il francese Louis Hippolyte le Bas, la cui chiesa parigina di Notre Dame de Lorette somiglia molto a St. Mary. La segretezza sulla sua identità sarebbe stata essenziale poiché le Bas era l’architetto di Napoleone e l’Inghilterra era allora in guerra con la Francia.

Un modellino della chiesa proposta è ancora perfettamente conservato ed è uno dei modelli architettonici più grandi e più belli del mondo. Il design combina una varietà di stili. L'esterno rappresenta il meglio del revival greco. Il portico anteriore è una copia del Tempio di Teseo ad Atene, e le colonne doriche scanalate si innalzano senza base dal podio o dal pavimento della chiesa. L'interno è più in stile romano che greco. Una modifica importante fu l'aggiunta di una cupola. Qualcuno obiettò dichiarando che “artisticamente e praticamente la cupola era un errore; non è di alcun aiuto per il predicatore e costituisce un grave e infelice allontanamento dalle linee aggraziate e dai principi dell’arte greca”. Un altro lo descrisse come “una bella deformità”. È interessante confrontare fianco a fianco gli interni del modello originale e della chiesa appena completata.

Nell'agosto del 1821 una bandiera fu issata sulla sommità della cupola per indicare che la struttura dell'edificio era stata completata. Eppure restava ancora molto da fare. Il denaro era spaventosamente poco e il morale era basso. Iniziò una nuova campagna di raccolta fondi in tutta la città e lo stesso dottor Troy, all'età di ottantatré anni, andò a raccogliere di casa in casa nella parrocchia di Westland Row. Quando il comitato approvò una risoluzione secondo cui questo “splendido edificio doveva essere considerato una cappella nazionale o metropolitana piuttosto che una cappella parrocchiale”, i contributi arrivarono da più lontano. Nel marzo 1823 Papa Pio VII inviò un bellissimo calice d’oro, commissionato appositamente “per la nuova Cattedrale in costruzione a Dublino”.

Ma due mesi dopo, l’11 maggio, morì il dottor Troy, che era stato il promotore della costruzione dell’edificio. Il suo funerale fu la prima messa celebrata tra le mura dell'edificio incompiuto. Sebbene i suoi resti ora giacciono nelle cripte sotto la chiesa, al momento della sua morte furono portati temporaneamente nella cripta del convento di George's Hill. Le volte della nuova chiesa davano allora un prezioso reddito, affittate ai commissari dell'Agenzia delle Entrate come luogo di deposito degli alcolici! Questa disposizione cessò nel 1824 e da allora in poi la cripta divenne il luogo di sepoltura di oltre 900 benefattori della chiesa.

Il successore dell’arcivescovo Troy, il dottor Daniel Murray, diede nuovo impulso al completamento dell’edificio e finalmente arrivò il grande giorno. Il 14 novembre 1825 la chiesa era gremita per la cerimonia di dedicazione. Il coro diretto da Haydn Corri ha cantato la Grande Messa in do minore di Mozart, l'Ave Verum e il Te Deum di Curon. La maggior parte della gerarchia irlandese era presente, un evento raro a quei tempi, e il predicatore era il noto J.K.L., dottor James Doyle, vescovo di Kildare. Al ricevimento successivo Daniel O’Connell ha concluso il suo discorso con parole adatte oggi come lo erano nel 1825:

«Se tutte le classi di uomini irlandesi fossero unite, se il demone della discordia fosse scacciato da loro, che paese felice, quanto benedetta oltre ogni esempio dovrebbe essere l’Irlanda».

Quattro anni dopo, quando fu concessa l'emancipazione cattolica, O'Connell fu presente a una speciale messa di ringraziamento nella Pro-Cattedrale e nel 1841, come primo sindaco cattolico di Dublino dopo la Riforma, guidò in stato tra la folla esultante per la Messa in Marlborough Street indossando le vesti da sindaco e la catena d'ufficio; a causa delle leggi ancora in vigore le sue insegne ufficiali dovevano essere lasciate fuori dalla chiesa. O'Connell morì a Genova nel 1847. I suoi resti furono riportati a casa via nave e, tra scene di dolore universale, trasportati da Custom House Quay alla Pro-Cattedrale, dove la bara giacque per quattro giorni su un grande catafalco. La chiesa era avvolta in un drappo nero.

Dopo la dedicazione continuò l'abbellimento interno della chiesa. Lo splendido altorilievo dell'Ascensione è opera di John Smyth, mentre l'altare maggiore è stato scolpito da Turnerelli, uno scultore di origini italiane nato a Belfast e cresciuto a Dublino. L'energico dottor Hamilton, il secondo amministratore, completò la chiesa sia all'esterno che all'interno. L'intera opera era costata 45.000 sterline e ogni centesimo del debito fu saldato entro il 1844.

Nel 1852 l'arcivescovo Murray morì e gli successe Paul Cullen, una delle figure più influenti nella storia della chiesa del diciannovesimo secolo. Sia l'arcivescovo Murray che il dottor Cullen sono commemorati nella Pro-cattedrale da due monumenti in marmo, tra le opere più belle dello scultore Thomas Farrell. Murray è raffigurato in una posa inginocchiata e si dice che la sua immagine abbia una notevole somiglianza con l'uomo. Intorno alla base della figura in piedi di Cullen ci sono scene che descrivono la sua vita e la sua opera come arcivescovo, tra cui la sua preoccupazione per i poveri malati, per la formazione dei sacerdoti e per l'educazione cattolica in un clima di proselitismo.

Fin dall’inizio del suo episcopato, il dottor Cullen perseguì una politica di indipendenza dal governo e si oppose fermamente all’ingerenza dello stato negli affari della Chiesa. Non risparmiò sforzi per riabilitare un popolo che emergeva da secoli di oppressione, intimidazione e privazione. Tra le questioni principali da lui affrontate ci fu la creazione di un'università cattolica. Convinse un riluttante John Henry Newman a diventarne il primo rettore e, la domenica di Pentecoste del 1854, Newman fu solennemente insediato durante una cerimonia nella Pro-cattedrale e fece la sua professione di fede alla presenza del dottor Cullen.

[…]

2.1/ La distruzione (“dissoluzione”) di tutti i conventi e i monasteri irlandesi, con la cacciata di tutti i frati e i monaci, di tutte le suore e di tutte le monache, da parte di Enrico VIII, di Andrea Lonardo

Enrico VIII fece espellere dall’Inghilterra tutti i frati e le suore (francescani, clarisse, domenicani, agostiniani, ecc.), così come tutti i monaci e le monache (benedettini e benedettine, cistercensi, ecc.) e fece distruggere tutti i conventi e le abbazie, tutti i priorati e i monasteri, permettendo ai nobili e agli aristocratici di prelevare pietre e travi lignee, per portarli ulteriormente dalla sua parte con tali donativi.

Circa 850 chiese con annessi complessi monastici o conventuali, chiostri e foresterie annesse vennero distrutti dal 1536 al 1540. In soli 4 anni venne distrutte il lavoro di secoli, vennero distrutte biblioteche con libri di grande importanza, vennero cancellate opere artistiche e storiche. Ma soprattutto Enrico VIII eliminò così quei complessi che erano fedeli al papa e tutti quei religiosi che li abitavano e che dell’obbedienza alla chiesa avevano fatto la loro regola di vita; cfr. su questo I primi anni della riforma anglicana ed i cattolici inglesi da Enrico VIII ad Elisabetta I. Breve nota di Andrea Lonardo sulla “dissoluzione” dei monasteri in Inghilterra.

Lo stesso avvenne in Scozia, dove l’opera venne completata dal riformatore presbiteriano che diresse i suoi addirittura fino all’abbattimento delle cattedrali, poiché egli era contrario alla figura episcopale (in Scozia sono superstiti solo due delle antiche cattedrali gotiche del paese, delle altre restano solo rovine, esattamente come dei conventi e monasteri). Cfr. su questo 1/ John Knox, il riformatore protestante della Scozia che distrusse tutte le cattedrali e le abbazie scozzesi 2/ L’oblio di tale storia nei Musei, nei libri scientifici e nelle Guide turistiche della Scozia, con la relativa Gallery fotografica, sulla distruzione dei monasteri in Scozia e la demolizione presbiteriana delle cattedrali; per due studi accademici, cfr. Eamonn Duffy, The Stripping of the Altars. Traditional Religion in England, 1400–1580, New Haven, Yale University, 2005; J.G. Clark, The Dissolution of the Monasteries. A New History, New Haven and London, Yale University Press, 2022; B. Bradshaw, The Dissolution of the Religious Orders in Ireland under Henry VIII, Cambridge, Cambridge University Press, 2008).

Lo stesso avvenne in Irlanda che, negli anni della Riforma, apparteneva alla corona inglese il cui re d’Inghilterra portava anche il titolo di re d’Irlanda, per cui le norme emanate per l’Inghilterra venivano estese immediatamente anche all’Irlanda. I pochissimo edifici superstiti vennero definitivamente abbattuti nel Seicento da Cromwell, come ad esempio Cashel.

2.2 Immagini dei conventi e delle abbazie distrutte da Enrico VIII

Per rendersi conto di questo, vale la pena scorrere di seguito una serie di foto di alcuni dei conventi e monasteri saccheggiati e distrutti, ma le immagini qui presentate valgono per qualsiasi altro convento o monastero d’Irlanda.

Si è già detto della Cattedrale di Dublino, oggi Christ Church, fondata nel 1030 ca., costruita probabilmente da monaci benedettini fra il 1085 e il 1096, dal 1152 cattedrale, affidata poi ai Canonici Regolari (con la Regola di Agostino), il cui monastero venne dissolto nel 1541. Proseguì la sua esistenza come cattedrale anglicana della Church of Ireland.

Cashel venne, invece, definitivamente distrutto da Cromwell.

Molti dei siti già dei monaci irlandesi dei primi secoli del cristianesimo in Irlanda, come Clonmacnoise e Glendalough, vennero spogliati di ogni loro possesso e le loro chiese come le abitazioni monastiche scoperchiate e distrutte.

Ecco una serie di immagini di singole abbazie o monasteri o conventi, maschili o femminili o misti

- Priorato di Athassel

Il priorato di Athassel,nella contea di Tipperary, il più grande priorato medievale in Irlanda, venne costruito per i monaci agostiniani nel XII secolo. Venne dato alle fiamme nel 1447.

© EW wikitestaccountlogin | CC BY-SA 4.0

- Abbazia di Muckross

L'abbazia di Muckross, situata nel Killarney National Park, nella contea di Kerry, venne fondata nel 1448 come convento francescano. Venne data alle fiamme dalle truppe di Oliver Cromwell nel 1652.

© Daviddphotos | CC BY-SA 4.0

- Abbazia di Fore

Quella di Fore era un'abbazia fondata da San Feichin nel VII secolo e divenuta poi benedettina. Vi vissero fino a 300 monaci. Molte delle rovine che restano risalgono al XV secolo. Nel corso dei secoli venne bruciata 12 volte, ma ogni volta venne ricostruita. Alla fine, nel 1539, l'ultimo priore, William Nugent, si arrese al re inglese Enrico VIII, che ordinò la distruzione dell'abbazia.

© SE Keenan | CC BY-SA 4.0

- Abbazia di Bective

L'abbazia di Bective era un'abbazia cistercense della campagna irlandese fondata nel 1147 da Murchadh O Melaghlin, re di Meath. Venne sciolta nel 1536 per ordine di Enrico VIII.

© Klennon77 | CC BY-SA 4.0

- Abbazia di Mellifont

L'abbazia di Mellifont è stata il primo monastero cistercense in Irlanda. Venne fondata nel 1142 da San Malachia di Armagh, e ospitava i monaci inviati da San Bernardo da Chiaravalle, in Francia. Nel 1152 ospitò il Sinodo di Kells-Mellifont, e venne sciolta nel 1539.

© Brholden | Public Domain

- Abbazia di Jerpoint

L'abbazia di Jerpoint risale al periodo tra il 1160 e il 1200, ed è uno dei monasteri cistercensi più intatti d'Irlanda. Venne sciolta nel 1540.

© Andreas F. Borchert | CC BY-SA 4.0

- Abbazia di Corcomroe

Fondata alla fine del XII secolo, l'abbazia cistercense di Corcomroe è situata a Burren, nella contea di Clare. Costruita in pietra calcarea locale, l'abbazia romanica ha degli intagli in pietra attribuiti a un gruppo di artigiani dell'Irlanda occidentale noti come la “Scuola d'Occidente” (School of the West). Nel 1554, durante la Dissoluzione dei Monasteri, l'abbazia passò in mani private, ma i monaci continuarono a prendersi cura dei campi e a mantenere l'abbazia. L'ultimo abate, padre John O'Dea, un monaco di Salamanca, venne nominato nel 1628.

Fra i luoghi romani più famosi dove si rifugiarono i religiosi irlandesi in fuga dalla persecuzione anglicana in Irlanda, sono da annoverare il convento della basilica di San Clemente vicino al Colosseo, la basilica dei santi Domenico e Sisto, alla Passeggiata Archeologica e il Collegio Irlandese, vicino al Laterano.

Abbazia di Tipperary
Convento francescano di Adare
Sette chiese delle isole Aran
Convento di Armagh
Priorato di Athenry
Abbazia di Ballintuber
Abbazia di Ballyboggan
Abbazia di Baltinglass
Abbazia di Boyle
Priorato di Cahir
Convento domenicano di Cashel
Clonmacnoise
Convento di Drogheda
Glendalough, Priorato del Salvatore
Glendalough
Abbazia di Hore
Priorato di Kells
Convento di Kilcrea
Convento di Kilkenny
Abbazia di Monasterboice
Convento di Nenagh
Scattery Island
Skelling Michael sulle isole Skelling
Abbazia di Sligo

2.3/ Lista dei conventi agostiniani dissolti 

Si può altresì consultare questa lista dei conventi agostiniani dissolti negli anni di Enrico VIII stilata dal sito Cassiciaco e aprire il link alla rispettiva scheda, ove essa vi sia, poiché non tutte sono state completate. Si potrebbe redigere una lista analoga per i conventi francescani o domenicani, per le abbazie benedettini o cistercensi, e così via. Tutto venne distrutto dalla Riforma anglicana.

ABBEYDERG  (Fondato nel 1215 per i Canonici agostiniani regolari viene soppresso nel 1540 da re Enrico VIII)

ABBEYGORMACAN  (Priorato fondato dai Canonici agostiniani regolari nel XIII secolo)

ADARE (Complesso monastico fondato nel 1315 dai conti di Kildare e abbandonato nel 1536 per ordine di Enrico VIII)

AGHADE  (costruita nel 1151 come dipendenza di Dublino da Dermot mac Murchard, re di Leinster)

AGHMACART  (antico insediamento del VI secolo che viene affidato nel XI-XIII secolo ai Canonici agostiniani regolari)

ANNAGHDOWN  (insediamento rifondato nel 1140 da Turlough O'Conor per i Canonici agostiniani)

ARDANAREE  (convento fondato probabilmente sul fine del Trecento)

ARDCARN  (rifondato dopo il 1144 dai canonici agostiniani e sciolto probabilmente nel 1593)

ARMAGH  (tre monasteri di origine gaelica soppressi nel XVI secolo)

ATHASSEL  (Priorato vicino a Cashel istituito nel 1192 dai De Burgh per monaci di regola agostiniana)

ATHLEAGUE (Convento suore agostiniane fondato dopo il 1223 e sciolto nel 1543)

AUGHRIM  (priorato agostiniano dedicato a S. Caterina fondato agli inizi del XIII secolo)

BALLINSKELLIGS  (Priorato situato sulla penisola di Iveragh nel Kerry)

BALLINROBE  (si ritiene che la sua fondazione sia dovuta a Elizabeth de Clare, moglie di John de Burgh)

BALLINTUBBER  (Priorato dei Canonici agostiniani regolari)

BALLYBEG  (Priorato fondato da Filippo de Barry nel 1229 e dedicato a S. Tommaso Beckett)

BALLYBOGAN  (Priorato dei Canonici agostiniani regolari luogo di pellegrinaggio fondato nel XII secolo)

BALLYMACADANE  (monastero femminile fondato verso il 1450 da Cormac MacCarthy)

BALLYMORE  (priorato dei Canonici agostiniani regolari fondato attorno al 1250))

BALLYHAUNIS  (abbazia fondata verso il 1430 da MacJordan Dubh e chiusa nel 2001

BALLYSADARE  (Abbazia medioevale dei Canonici agostiniani regolari)

BANADA  (Donnchadh O'Hara la fondò nel 1423)

BANGOR  (di origini gaeliche divenne una abbazia agostiniana nel XV secolo)

BRIDGETOWN  (Nel XIII secolo è stato un convento dei Canonici Regolari di S. Victor di regola agostiniana)

BURRISCARRA  (insediamento agostiniano dal 1413 fino alla soppressione operata da Cromwell)

CAHIR  (istituito da Galfrid de Camvill alla fine del XII secolo)

Calliaghstown Convent, Meath  (Augustinian Arroasian Nuns)

CALLAN  (fondato da Edmund Butler di Pottlerath, un mecenate della letteratura nel 1461)

CANON  (abbazia fu fondata sull'isola di Canon nel 1189 da Domnall Mór Ua Briain re di Thomond)

CLARE (abbazia fu fondata nel 1195 da Domnall Mór Ua Briain re di Thomond)

CLOGHER  (Abbazia di S. Maria a Clogher venne fondata dai Canonici agostiniani regolare prima del 1183)

CLONES (divenne una abbazia agostiniana nel XII secolo e fu distrutta all'epoca di Enrico VIII)

Clonfert, Galway  (Canonici agostiniani regolari)

CLONMINES  (abbazia fondata dal Kavanaghs per i Frati Agostiniani verso il 1317)

CLONTUSKERT  (fondato nel XII secolo da Turlough O'Connor, re di Connaught, per i canonici agostiniani regolari)

CLOONTUSKERT  (ricostruito nel XII secolo da Tairrdelbach Mór Ua Conchobair, re di Connacht per i Canonici agostiniani regolari)

CONG  (fondato all'inizio del XII secolo per volontà di Turlough O'Connor re d'Irlanda)

CORK  (abbazia agostiniana del XIV secolo nota come Red Abbay)

CROSSMOLINA (Abbazia dei Canonici agostiniani regolari fondata nel XIV secolo dai De Barry)

Davy's Island Monastery Inishmore

DERRANE  (monastero doppio fondato verso il 1156 e attivo fino al 1578)

DERRY  (fondata dai Canonici regolari agostiniani verso il 1237 e affiliata all'abbazia di Armagh)

DEVENISH ISLAND  (Nel XII secolo divenne priorato agostiniano con annessa la chiesa di Santa Maria)

Dingle, Kerry  (Canonici agostiniani regolari)

DOWNPATRICK  (Priorato St Thomas the Martyr's Priory nel 1138 introduce comunità di canonici agostiniani)

Downs Priory Priory , Wexford  (Canonici agostiniani regolari)

DROGHEDA  (monastero citato nel 1623 da Lubin)

DROGHEDA  (abbazia e ospedale di S. Maria d'Urso furono fondati da Ursus de Suamel nel 1206)

Drumblane Priory Priory, Cavan  (Canonici agostiniani regolari)

DRUMALGAGH  (monastero di suore fondato prima del 1195 e soppresso nel 1543)

DRUMLANE  (l'antico monastero viene rifondato dagli agostiniani nel XII secolo)

Drumshallon Priory Priory, Louth  (Canonici agostiniani regolari)

DUBLINO  (convento della Santissima Trinità edificato nel Duecento sorgeva nella moderna area di Temple Bar)

Duleek Santa Maria Priorato, Meath  (Canonici agostiniani regolari)

Dungarvan, Waterford

DUNGIVEN  (Canonici agostiniani regolari fondarono questa abbazia probabilmente poco dopo il 1140)

DUNMORE  (fondato nel 1425 per gli Agostiniani da Malter de Bermingham, nono Barone Athenry

Durrow Priory, Offaly  (Canonici agostiniani regolari)

Elphin, Roscommon (Canonici agostiniani regolari)

Enniscorthy Priory Priory , Wexford  (Canonici agostiniani regolari)

ERREW  (priorato fondato nel 1413 dipendente dall'abbazia di Crossmolina)

Ferns Priory , Wexford  (Canonici agostiniani regolari)

Fertagh Priory Priory, Kilkenny  (Canonici agostiniani regolari)

FETHARD  (priorato dedicato alla Santissima Trinità eretto nel 1306 da Walter Mulcote)

GALWAY  (la presenza agostiniana risale al 1500 circa)

Gallo Priory Priory , Offaly  (Canonici agostiniani regolari)

GLENDALOUGH,  priorato fondato nel 1162 da Lawrence O'Toole per i Canonici di Sant'Agostino)

Graney Convent, Kildare   (Augustinian Arroasian Nuns)

Grazia Dio Abbey (fondato verso il 1190 da John Comyn per ospitare l'ordine delle Suore di S. Agostino)

Great Connell Priory, Kildare (ex casa di canonici agostiniani dedicata a Santa Maria e San Davide )

Hare Isola Priory, Westmeath  (Canonici agostiniani regolari)

KELLS  (priorato agostiniano fondato da Geoffrey FitzRobert nel 1193)

Kilcreevanty, Galway  (Canonici agostiniani regolari)

KILKENNY  (Nel 1211 William Marshall conte di Pembroke permette agli agostiniani di costruire un priorato)

Killinmulrooney  (Monastero di suore agostiniane dipendenti da Kilcreevanty fondato prima del 1223

Killagha

Killeigh Priory Priory, Offaly  (Canonici agostiniani regolari)

KILLEVY  (antico monastero gaelico rifondato verso il 117i da monache agostiniane)

KILLONE  (fondato verso il 1190 per monache agostiniane da Donald Mor O'Brien, re di Limerick)

Kilmacduagh, Galway  (Canonici agostiniani regolari)

Kilmore , Roscommon  (Monastero di Canonici agostiniani regolari)

KILSHANNY  (abbazia dei Canonici regolari fondata nel 1194)

Kilshanny, Clare  (Canonici agostiniani regolari)

INCHICRONAN  (abbazia agostiniana dipendente dal monastero di Clare)

Inchmacnerrin, Roscommon  (Abbazia di Canonici agostiniani regolari fondata nel 1140-1170)

Inchmore, Priory  (Canonici agostiniani regolari)

Inistioge Priory, Kilkenny  (Canonici agostiniani regolari)

Innisfallen, Kerry  (Canonici agostiniani regolari)

LEIGHLIN  (la fondazione a favore dei Canonici agostiniani sembra risalga al 1163 su istanza di Lorenzo O'Toole)

Limerick

Lisnevagh/Tobinstown Friary, Carlow

LISGOOLE  (Abbazia rilevata dai Canonici Regolari di Sant'Agostino nel 1106 circa)

Lismullin Convent, Meath

Lorrha, Tipperary  (Canonici agostiniani regolari)

MAGHERGLASS  (nel 1242 venne rifondato da Terence O'Hagan per i Canonici Agostiniani Regolari dipendenri da Armagh)

Mayo, Mayo  (Canonici agostiniani regolari)

Mohill Priory Priory, Leitrim  (Canonici agostiniani regolari)

Molana Priory Priory, Waterford  (Canonici agostiniani regolari)

Monaincha, Tipperary  (Canonici agostiniani regolari)

Mothel Priory Priory, Waterford  (Canonici agostiniani regolari)

MOVILLA  (Nel 1135 san Malachia di Armagh che vi introdusse i Canonici Agostiniani Regolari)

MUCKAMORE  (La regola agostiniana fu introdotta quando fu rifondato nel XII secolo come priorato)

MURRISK  (abbazia istituita nel 1457 da Hugh O'Malley)

MONISTERNAGALLIAGHDUFF  (convento fondato nel 1298 e sciolto nel 1541 noto come Abbazia di Santa Caterina)

Naas (monastero fondato nel tardo XIV secolo nella contea di Kildare)

Navan St. Mary's Abbey, Meath  (Canonici agostiniani regolari)

New Ross Friary, Wexford

NOSTELL  (priorato di regola agostiniana fondato nel XII sec. e confiscato da Enrico VIII nel 1540)

Odra  (monastero femminile fondato verso il 1144 e soppresso nel 1539)

ORLAGH

RATHKEALE  (priorato dei Canonici agostiniani regolari fondato verso il 1210)

Rattoo, Kerry  (Canonici agostiniani regolari)

Roscommon  (Monastero di Canonici Agostiniani Regolari fondato dopo 1140)

Roscrea, Tipperary  (Canonici agostiniani regolari)

San Patrizio Isola Priory Priory, Dublino  (Canonici agostiniani regolari)

San Wolstan Priory Priory, Kildare  (Canonici agostiniani regolari)

Seirkieran Priory Priory, Offaly  (Canonici agostiniani regolari)

Taghmon Convent, Wexford  (Augustinian Arroasian Nuns)

TERMONFECKIN (abbazia rifondata nel 1144 dai Canonici agostiniani)

Timolin Convent, Kildare  (Augustinian Arroasian Nuns)

Tipperary, Tipperary

Toomevara, Tipperary

TRIM (abbazia dedicata alla Beata Vergine situata sulla riva nord del fiume Boyne rifondata fra il 1140 e 1148)

TRISTERNAGH  (abbazia fondata nel 1192 da Geoffrey de Costantino e dedicata a Maria Madre di Dio)

TUAM  (nel 1140 Tirdelvac O'Conor, Re d'Irlanda, fondò un priorato per i Canonici Agostiniani)

TULLOW  (edificazione nel 1314 grazie all'intervento di Simon Lumbard Hugh)

2.4

È significativo che anche testi scientifici di taglio archeologico che forniscono uno sguardo sull’intera Irlanda, fissino i limiti cronologici delle loro ricerche dalle origini fino al 1600, proprio perché il Seicento rappresenta la data a partire dalla quale la maggior parte dei siti divennero appunto “archeologici”, abbandonati e in rovina, senza più esser utilizzati; cfr. su questo: A. Halpin – C. Newman, Ireland. An Oxford Archeological Guide to Sites from Earliest Times to AD 1600, Oxford, Oxford University press, 2009 e T. O’Keeffe, Medieval Irish Builidngs 1100-1600, Pamplona, Four Courts Press, 2015.
Per ulteriori approfondimenti, cfr. T. Ó Carragáin, Churches in the Irish Landscape AD 400-1100, Cork, Cork University Press, 2021; T. Collins, Female Monasticism in Medieval Ireland. An Archaeology, Cork, Cork University Press, 2021 e, per quel che riguarda la lunga serie di santi irlandesi che dettero vita a quelle abbazie, poi abbandonate: P. Ó Riain, A Dictionary of Irish Saints, Wilts, Four Courts Press, 2016.

3/ L’eliminazione della gerarchia cattolica

Estremamente significativa, ai fini della comprensione di ciò che avvenne a partire da Enrico VIII, è l’eliminazione della gerarchia cattolica, sostituita da quella protestante. La continuità episcopale cattolica venne mantenuta, quando non fu possibile diversamente, con l’ordinazione di vescovi in Europa che erano titolari di sedi irlandesi, ma non potevano dimorarvi e nemmeno visitarle, per la persecuzione anglicana.

Eclatante è il caso della diocesi di Dublino dove, alla morte dei vescovi si registrano lunghi anni di sede vacante, proprio nell’impossibilità di una presenza in loco di vescovi cattolici

Il dato risulta da Wikipedia e – pertanto – va preso con prudenza, ma lo riteniamo nel complesso su questo punto affidabile.

Il vescovo cattolico John Bale morì nel 1565, da quel momento la diocesi fu sede vacante per diciassette anni (1565-1582). Il papa decise per una nuova nomina nella persona di Thomas Strong solo nel 1582 – Strong (vescovo di Dublino dal 1582 al 1597 è vescovo ausiliare di Santiago di Compostela, perché non può risiedere in Irlanda).

Seguì un nuovo periodo di sede vacante (1597-1618). Dopo di essa venne nominato nuovamente un vescovo dal 1º ottobre 1618 al 20 aprile 1650, quando il presule morì).

Seguì un nuovo periodo di sede vacante (dal 1650 al 1669).

3.1/ La vicenda del vescovo Patrick O'Donnelly

Molto precisa – qui la fonte è storicamente attendibile e molto dettagliata – è la vicenda di Patrick O'Donnelly, il quale divenne vescovo di Dromore, con uno speciale indulto che permise ad un solo vescovo di ordinarlo (di solito l’ordinazione episcopale avviene in presenza di tre vescovi) e, a motivo del pericolo dell’estinzione della gerarchia cattolica, ordinò vescovi altri due preti nel 1707. Ne ordinò un primo e, con l’ausilio di tale vescovo, ordinò, in carcere, il vescovo di Dublino.

Questa la vicenda di Patrick O'Donnelly, nella voce Donnelly (O'Donnelly), Patrick (Pádraig Ó Donnghaile) (https://www.dib.ie/biography/donnelly-odonnelly-patrickpadraig-o-donnghaile-a2705), scritta da Ó Ciardha, Éamonn nel Dictionary of Irish Biography, disponibile on-line e qui da noi tradotta in italiano con l’ausilio di Google Traduttore e alcune nostre revisioni.

Donnelly (O'Donnelly), Patrick (Pádraig Ó Donnghaile) (1649–1716), vescovo cattolico di Dromore, nato a Desertcreat, vicino a Cookstown, Co. Tyrone, era forse il figlio di Patrick O'Donnelly che era ritenuto essere una persona "esclusa dalla grazia della vita o del patrimonio" ai sensi della legislazione del parlamento del Commonwealth del 1652. È possibile che Donnelly trascorse i tre anni prima della sua ordinazione nella scuola di Drogheda fondata dall'arcivescovo Oliver Plunkett (vedi) nel 1670. Ordinato dal primate a Drogheda nel 1673, Donnelly in seguito prestò servizio come curato nell'arcidiocesi di Armagh. Il suo nome appariva su una testimonianza giurata resa alla presenza del dottor Edward Tyrrell relativa al tentativo del frate apostata Anthony Daly di indurre i “conservatori” ad uccidere l'arcivescovo. Con suo fratello Terence (vescovo di Derry dal 1720 al 1726), Donnelly si imbarcò per Parigi nel 1679 per continuare i suoi studi; sostenuto da una borsa di studio presso il college irlandese, si laureò con un dottorato in giurisprudenza.

Al ritorno in Irlanda prestò servizio nella diocesi di Armagh come parroco delle parrocchie unite di Louth e Knocklouth, parroco di Keady e vicario generale di Armagh sotto Dominic Maguire. Nel 1697 fu nominato nella sede di Dromore dall'esiliato Giacomo II, in virtù di un indulto che gli consentiva di essere consacrato da un solo vescovo.

Donnelly rimase in Irlanda dopo l'approvazione del Bishops' Banishment Act del 1697, risiedendo nelle fortezze di Slieve Gullion, dove è ricordato nella tradizione locale da un campo ancora chiamato "quartieri del vescovo". Sebbene si fosse registrato come sacerdote ai sensi della legge per la registrazione del clero nel 1704, fu arrestato su testimonianza di un certo Walter Dawson nel 1706 per aver esercitato la giurisdizione ecclesiastica. Impegnato con "il cane nero" nella prigione di Newgate a Dublino, fornì l'ispirazione per un elogio del poeta Seán Ó Neachtain, 1650-1729.

Mentre era in prigione Donnelly consacrò Edmund Byrne arcivescovo di Dublino il 31 agosto 1707. A causa dell'assenza di altri vescovi in Irlanda, Thaddeus Francis O'Rourke, già cappellano privato del principe Eugenio di Savoia, che Donnelly si era consacrato vescovo di Killala solo una settimana prima, e Francis O'Ferrall, arcidiacono di Ardagh, lo raggiunsero nella prigione per celebrare la cerimonia. Il suo processo alla fine fallì per mancanza di prove.

In questo periodo, Donnelly giocò un ruolo nobile nel condurre la campagna per la riconciliazione con la chiesa del pentito John MacMoyer, che era stato determinante nella condanna per tradimento dell'arcivescovo Plunkett (1681). Intervenne anche nell'elezione di un vicario generale per la sede di Armagh dopo la morte dell'arcivescovo Maguire nel 1707. Sebbene il clero di Louth avesse scelto John Verdon, parroco di Louth, come loro superiore Donnelly invalidò l'elezione e nominò Peter Dowdall, parroco di Ardee. La sua opposizione alla candidatura di Verdon gli valse l'ostilità di una fazione pro-Verdon tra il clero dell'arcidiocesi.

L'intervento di Donnelly nella politica ecclesiastica dell'arcidiocesi rifletteva le sue ambizioni di succedere al malato Dominic Maguire e suscitò una dichiarazione in suo favore attribuita al decano Brian MacGurk (che morì poi in prigione nel 1713), che sopravvive tra le carte del Notaio dell'arcidioces, il parigino Jean Fromont. Sebbene approvato con entusiasmo da Byrne di Dublino, O'Rourke di Killala, il superiore del seminario nazionale di Parigi e da ampi settori del clero e degli studenti di Armagh, Donnelly fu ignorato a causa dell'intervento di Giacomo III a nome di Hugh MacMahon, nominato nel luglio 1715.

Donnelly morì nel 1716 e fu sepolto nel cimitero protestante di Desertcreat (anche l'ultima dimora di suo fratello Terence). Una lastra decorata con mitra e pastorale e recante l'iscrizione FEL[IM] [BRAD?]Y dà valore all'affermazione di McRory e alla tradizione popolare secondo cui Donnelly era il soggetto della ballata "Il bardo di Armagh", immortalata dal grande tenore John McCormack. La tomba viene chiamata localmente anche "la tomba del bardo".

Fonti

T. Ó Fiaich, ‘Dánta fa chléir Ardmhacha’, Seanchas Ardmhacha, ii, n. 2 (1957), 323; M. McRory, "La vita e i tempi del dottor P. O'Donnelly, 1649–1716", Seanchas Ardmhacha, v (1969–70), 3–33; Liam Swords, 'P. O'Donnelly, vescovo di Dromore, 1649–1716', Seanchas Ardmhacha, xv, n. 2 (1993), 84–97

3.3/

Sempre il Dictionary of Irish Biography, disponibile on-line e qui da noi tradotto in italiano con l’ausilio di Google Traduttore e alcune nostre revisioni, relativamente a Rothe, David (nel contributo di O'Connor, Thomas al link https://www.dib.ie/biography/rothe-david-a7813 ricorda che “Rothe realised the importance for church renewal of a well educated, theologically literate clergy. He worked tirelessly to support the Irish colleges abroad, especially in Paris, where he was instrumental in securing the patronage of Jean de l'Escalopier. He later supported efforts to raise funds for Douai and to found an Irish college in Rome. In October 1618 he was appointed bishop of Ossory, though he was not consecrated until 1619, in Paris”.

Secondo Wikipedia edizione inglese quando fu nominato il vescovo David Rothe, nel 1618, non c'erano altri vescovi cattolici residenti in Irlanda (https://en.wikipedia.org/wiki/David_Rothe: At that the time the archbishops of Ireland, (Armagh, Tuam, Cashel, and Dublin) were all in exile on the Continent) – non ci è stato possibile verificare l’affermazione su fonti più scientifiche.

Si noti, come nella biografia di Patrick O'Donnelly emerga anche la difficoltà ad essere sepolti in un luogo cattolico.

3.4/ L’analogo problema – anzi più grave per il limitato numero di cattolici – visse l’Inghilterra protestante. Solo nel 29 settembre 1850 papa Pio IX Mastai Ferretti ristabilì la Gerarchia Cattolica in Inghilterra

Dal volume VIII/2 (Jaca Book) della Storia della Chiesa, curata da H. Jedin (non è stato possibile controllare la fonte originaria)

In Inghilterra nel 1840 il numero dei vicari apostolici era passato da quattro a otto, ma la soluzione dei problemi della chiesa cattolica e anzitutto delle difficoltà che risultavano dal crescente numero di abitanti irlandesi nelle città industriali, era possibile, come fu evidente nel decennio successivo, soltanto attraverso l'organizzazione di un episcopato diocesano. 

Dopo l'elezio­ne di Pio IX alla cattedra di Pietro, rappresentanti dei vicari apostolici fecero le loro rimostranze a Roma, nel 1847 e poi ancora una volta nel 1848, insi­stendo per un rimedio che andasse in questo senso. 

Ma la rivoluzione romana e l'esilio del papa a Gaeta, ritardarono la decisione fino al 1850.
Nel frattempo l'organizzazione ecclesiastica in Inghilterra era sottoposta a uno sforzo an­cora più intenso, dopo la grande carestia del 1847, per l'affluenza di irlandesi poveri. 

Il breve papale Universalis Ecclesiae del 29 settembre 1850 eresse in Inghilterra e nel Galles una gerarchia cattolica con sede metropolitana a Westminster e dodici vescovi suffraganei

Mons. Nicholas Patrick Stephen Wiseman (Siviglia, 2 agosto 1802 – Londra, 15 febbraio 1865) fu nominato Arcivescovo Metropolita e successivamente Cardinale nel concistoro del 30 settembre 1850. 

Il 7 ottobre, poco prima della sua partenza da Roma per l'Inghilterra, il Card. Arcivescovo di Westminster indirizzò una lettera pastorale ai cattolici inglesi, in cui egli, di natura esuberante e ottimista, dava piena espressione alla sua gioia per il fatto «che l'Inghilterra cattolica è stata ora riportata, nella sua orbita di rivoluzione, al firmamento ecclesiale». […]

Si erano certo evitati, per discrezione, nella scelta delle dodici sedi suffraganee, i nomi delle diocesi anglicane, ma la scelta di Westminster come sede arcivescovile, provocò particolare irritazione perché anche se Westminster non era una diocesi anglicana, tuttavia l’abbazia veniva considerata santuario nazionale. 

Wiseman riuscì a placare gli animi con il suo abile ed efficace Appeal to the reason and good feeling of e English people, che pubblicò il 20 novembre, dopo il suo ritorno in Inghilterra. 

Anche se il 1 agosto 1851 fu elevato a legge un Ecclesiastical Titles Bill, che imponeva a tutti coloro che ricevevano nel Regno Unito il titolo di sedi episcopali, non disponibili, un'ammenda di 100 sterline, non vi fu alcuna applicazione di essa e vent'anni dopo fu tacitamente soppressa. 

L'incalzante preoccupazione della gerarchia se non valse alla conversione dell'Inghilterra, servì molto più all'organizzazione di un sistema parrocchiale e altresì alla costruzione di chiese e scuole per le masse dei cattolici poveri nei territori industriali. 

Più della metà dei cattolici viveva nel Lancashire (diocesi di Liverpool e di Salford), la cui popolazione era fortemente aumentata, per il forte afflusso a Liverpool negli anni dopo il 1847. 

Il resto era concentrato a Londra (diocesi di Westminster e Southwark) e nei territori industriali del Midland (soprattutto la diocesi di Birmingham). 

Nel resto dell'Inghilterra i cattolici erano in così scarso numero e così sparsi, che era difficile impiantare propriamente un'organizzazione diocesana. 

Grandi cose furono però compiute nei tre sinodi provinciali, tenuti sotto l’episcopato di Wiseman negli anni 1852, 1855 e 1859. 

Le missioni parrocchiali ebbero uno status definitivo e si affrontò il problema di avere preti per esse. Alcuni preti, ovviamente, vennero dall'Irlanda. 

Al sinodo del 1852 Newman tenne una delle sue più famose prediche: «The Second Spring» che mostrava che anche la sua immaginazione si era infiammata alla speranza di una conversione dell'Inghilterra, benché egli fosse di temperamento molto più cauto di Wiseman. 

Inoltre Wiseman proseguì la sua politica di inserire membri di ordini religiosi nelle missioni parrocchiali. […]

Il Cardinale stesso fondò una congregazione diocesana, gli oblati di San Carlo, e nominò Manning loro superiore. 

4/ Il divieto di studiare teologia in Irlanda per i cattolici e la costituzione nell’Ottocento della Catholic University, oggi University College Dublin, fondata da John Henry Newman nella sua stessa casa

4.1/ Il divieto di studiare teologia in Irlanda per i cattolici e la costituzione nell’Ottocento della Catholic University, oggi University College Dublin, fondata da John Henry Newman nella sua stessa casa, di Andrea Lonardo

Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Luoghi della storia della Chiesa in Europa, Riforma protestante e Cristianesimo, ecumenismo e religioni.

Il Centro culturale Gli scritti (17/9/2023)

La chiesa cattolica in Irlanda aveva numerosissimi luoghi per la formazione di monaci e monache, di frati e suore, di preti e vescovi, ma ogni collegio o istituzione universitaria di studi venne soppressa da Enrico VIII. Chi intendesse rischiare di divenire ministro cattolico, dopo la Riforma, dovette riparare all’estero in Francia o in Italia e lì studiare, chiedendo al vescovo locale o al papa di ricevere l’ordinazione per ritornare poi clandestinamente in Irlanda, a rischio di persecuzioni personali.

Il Trinity College di Dublino venne costituito da parte anglicana sui resti di un’abbazia cattolica dei Canonici regolari che era stata fondata nel 1166, su volontà del re di Leinster, Dermot Mac Murrough.

Dublino, Trinity College

L’abbazia venne distrutta nel 1539 sotto Enrico VIII e se ne assicurò la proprietà Lord Devlin nel 1565. La regina Elisabetta I vi fondò il Collegio della Santa Trinità, il Trinity College, con funzione di università. Ai cattolici fu impedito per legge di accedervi e di studiarvi, fin dalla sua fondazione.

Solo nel 1851 John Henry Newman potè fondare in Dublino la Catholic University, oggi University College Dublin. Sul luogo della prima sede della nuova istituzione universitaria cattolica sorge oggi il Museo della Letteratura irlandese, il MoLI.

4.2/ Dublino. A casa del cardinal Newman il Museo della letteratura d'Irlanda. In quella che fu la sede dell’Università Cattolica di Dublino, il cui primo rettore fu John Henry Newman e dove si laureò Joyce, è appena nato il Museo della letteratura irlandese, di Riccardo Michelucci 

Riprendiamo da Avvenire un articolo di Riccardo Michelucci pubblicato l’1/11/2019. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Luoghi della storia della Chiesa in Europa e Riforma protestante.

Il Centro culturale Gli scritti (17/9/2023)

Chissà quante storie avrebbero da raccontarci, le mura di questo edificio che per oltre un secolo ha ospitato la sede della seconda università di Dublino. Potrebbero ad esempio dirci cosa accadde quel giorno del 1902, quando un giovane James Joyce si fece immortalare nel giardino insieme ai suoi compagni di studi, subito dopo aver discusso la tesi di laurea.

Quella foto è appesa ancora qui, nell’atrio della Newman House, il grande palazzo georgiano che il futuro autore di Ulysses frequentò per quattro anni, portando a termine i suoi studi universitari in lingue moderne.

Queste stesse mura potrebbero anche ricordare quando, alla metà del XIX secolo, l’edificio fu ceduto alla congregazione dei gesuiti per farne la sede della Catholic University of Ireland, la prima istituzione universitaria cattolica dell’isola, fondata nel 1851.

All’epoca era un palazzo fatiscente e infestato dai topi ma di lì a poco sarebbe diventato uno dei cuori pulsanti dell’educazione di tutto il Paese. Il primo rettore fu il cardinale John Henry Newman […], tra i docenti ci fu uno dei più grandi poeti dell’era vittoriana, il gesuita inglese Gerard Manley Hopkins. L’edificio ospitò tutti gli studenti cattolici che non potevano o non volevano iscriversi alla principale università cittadina: l’antico, prestigioso e protestante Trinity College.

All’inizio del ’900 la Catholic University venne trasformata nell’attuale University College Dublin le cui esigenze di spazio, intorno al 1970, imposero il trasferimento di tutte le attività accademiche in un nuovo grande campus fuori città, nell’area periferica di Belfield, dove Ucd ha sede ancora oggi.

Da allora questo imponente palazzo georgiano affacciato sul lato sud di St. Stephen’s Green, il principale parco del centro di Dublino, è rimasto inutilizzato per quasi mezzo secolo in attesa di trovare una destinazione degna della sua storia.

«L’idea di trasformarlo in un museo dedicato alla letteratura nacque quasi per caso, una decina d’anni fa, da una conversazione in un caffè del centro tra Fiona Ross, all’epoca direttrice della National library of Ireland e lo scultore Eamonn Ceannt, nipote di uno dei martiri della Rivolta di Pasqua del 1916. La proposta fu accolta con enorme entusiasmo dalle istituzioni e dal mondo della cultura e si capì fin da subito che anche la comunità degli scrittori ne sentiva il bisogno».

A raccontarci l’aneddoto è Simon O’Connor, che ha visto nascere con i suoi occhi questo museo e adesso è stato chiamato a dirigerlo. Dopo quasi tre anni di lavori, con un investimento pari a dieci milioni e mezzo di euro in gran parte provenienti da finanziatori privati, il nuovissimo MoLI (Museum of literature Ireland) è stato finalmente aperto al pubblico qualche settimana fa.

Il progetto dello studio di architettura Scott Tallon Walker ha consentito di rimodernare l’antica Newman House convertendola in uno spazio moderno a metà strada tra il museo e la biblioteca, conservando tutto il fascino di un edificio risalente al XVIII secolo.

«L’idea iniziale, poi rispettata in fase di progettazione, non era quella di creare un mausoleo per vecchi libri o una semplice attrazione turistica, bensì quella di dar vita a un luogo moderno e accogliente, nel quale i visitatori potessero compiere un viaggio attraverso le epoche», spiega O’Connor. «In Irlanda abbiamo un grande rispetto per la nostra tradizione letteraria ma intendiamo anche coinvolgere gli scrittori e le scrittrici in attività aperte al pubblico, senza limitarci quindi a un lavoro didattico sul passato. Il museo vuole anche raccontare l’impatto che la letteratura irlandese ha avuto sulla cultura mondiale, dalla tradizione dei cantastorie medievali fino ai più noti scrittori contemporanei, con uno sguardo a quelli del futuro».

Al suo interno il MoLI ospita mostre permanenti dedicate ai grandi del passato e continui rimandi al presente, con un’attenzione riservata agli autori e alle autrici di oggi. Al pianterreno c’è una stanza molto evocativa che utilizza strumenti multimediali per ricreare il 'riverrun of language', ovvero il 'costante fluire' della lingua: brani tratti dai principali capolavori della letteratura Irish si rincorrono in uno schermo gigante ed escono dagli altoparlanti sotto forma di voci registrate.

Una delle stanze più grandi del pianoterra è immancabilmente dedicata a James Joyce, con un enorme plastico che riproduce gli innumerevoli luoghi di Ulysses disseminati per la città di Dublino, insieme a lettere originali d’epoca che raccontano la storia delle sue opere.

Joyce ambientò proprio in queste stanze un capitolo del suo Ritratto dell’artista da giovane ma l’alchimia di questo luogo è stata raccontata anche nelle pagine di romanzi come Una pinta di inchiostro irlandese di Flann O’Brien e Amiche di Maeve Binchy, due autori contemporanei che qui vissero e studiarono alla metà del ’900.

Anche la grande scrittrice e drammaturga Kate O’Brien, morta nel 1974, fu una studentessa della Newman House: a lei è dedicata un’esibizione temporanea allestita in un grande studio circolare affacciato sul giardino interno. Ai piani superiori dell’edificio si spalancano invece le stanze tematiche con le varie sezioni, quella per bambini e ragazzi, quella dedicata alle opere cinematografiche ispirate a poesie e romanzi, alle installazioni di arte visiva, gli spazi dedicati alla lettura e alle città europee che hanno avuto legami letterari con l’Irlanda: «adesso abbiamo scelto Parigi ma presto ne allestiremo una su Trieste», ci anticipa O’Connor.

C’è persino uno studio radiofonico digitale che trasmette ininterrottamente, sette giorni su sette, interviste, letture, dibattiti ed eventi con scrittori, poeti, artisti, educatori e accademici mandandoli in onda sulla web radio del museo. Il terzo e ultimo piano ospita infine una prestigiosa collezione di oggetti, quaderni, appunti e lettere, molti dei quali inediti, appartenuti a James Joyce. Tra questi spiccano la famosa copia numero uno di Ulysses con la dedica autografa dell’autore alla sua mecenate Harriet Shaw Weaver, gli appunti scritti a mano del capolavoro joyciano e infine l’imponente 'muro delle traduzioni', con decine di edizioni tradotte delle opere di James Joyce.

«I riscontri che abbiamo avuto nelle prime settimane dall’apertura sono stati talmente lusinghieri da farci pensare che supereremo facilmente la previsione di oltre ottantamila visitatori l’anno», afferma il direttore Simon O’Connor. «Nei prossimi mesi abbiamo in programma iniziative che vedranno come protagonisti molti scrittori contemporanei. E durante la stagione estiva in alcuni giorni rimarremo aperti fino a tarda sera». Soprattutto allora, clima permettendo, sarà possibile utilizzare lo spazio esterno che si spalanca sul retro dell’edificio: uno splendido giardino botanico vittoriano dominato da una quercia secolare e attrezzato con tavoli e sedie. Un’oasi letteraria aperta a tutti, nel cuore di Dublino, nei luoghi che furono frequentati dai grandi del passato.

4.3/

Dal link https://www.ucd.ie/newman/aboutjohnhenrynewman/

Il Newman Centre dell'UCD [University College Dublin] prende il nome dal teologo, filosofo, studioso e poeta St. John Henry Newman (1801-1890). Newman fu il fondatore (nel 1854) e il primo rettore dell'Università Cattolica d'Irlanda, istituzione predecessore dell'University College di Dublino. Newman è forse meglio conosciuto per la sua conversione dall'anglicanesimo al cattolicesimo romano nel 1845, così come per il suo volume di conferenze The Idea of a University (1852) e l'autobiografia Apologia Pro Vita Sua (1866). È stato canonizzato santo della Chiesa cattolica in Piazza San Pietro, a Roma, nel 2019.

Uno degli obiettivi principali dell'UCD Newman Center è continuare a promuovere l'eredità di Newman e sostenere la ricerca su tutti gli aspetti del suo lavoro.

Questo obiettivo è supportato dalla nostra partnership di lunga data con il Newman Trust e la Newman Society. La Newman Society of Ireland esiste per celebrare e condividere la straordinaria vita e le opere di San John Henry Newman. L'Associazione si riunisce […] presso Newman House, 86 St. Stephen’s Green, Dublino 2.

Newman House e MoLI

L'UCD Newman Center ha sede presso l'UCD School of Philosophy (John Henry Newman Building, Belfield) e presso l'UCD Newman House, 85 e 86 St. Stephen's Green, St. Kevin's, Dublino 2. Newman House è un importante punto di riferimento a St. Stephen's Verde. Luogo ricco di storia di Dublino, la casa prende il nome da John Henry Newman, fondatore e primo rettore dell'Università Cattolica d'Irlanda. Originariamente situato a Newman House e fondato nel 1854, era l'istituzione precorritrice dell'University College di Dublino. Oggi, Newman House comprende due splendide case georgiane, particolarmente degne di nota per i loro interni eleganti e gli splendidi intonaci. N.85 St Stephen's Green fu costruito nel 1738 e presenta pregevoli stucchi dei fratelli Lafranchini. Il n.86 fu costruito nel 1765 e contiene stucchi di Robert West, i più caratteristici della Dublin School of Plaster Workers. Newman House vanta anche numerose associazioni letterarie e culturali. Gerard Manley Hopkins, il poeta gesuita, fu professore di studi classici qui dal 1884 fino alla sua morte nel 1889, e il famoso scrittore irlandese James Joyce studiò qui e si laureò nel 1902.

Oltre all'UCD Newman Centre, Newman House ospita l'UCD Naughton-Joyce Centre e il nuovo Museo della letteratura irlandese (MoLI). Frutto di una partnership tra l'University College di Dublino e la Biblioteca Nazionale d'Irlanda, MoLI è una nuova istituzione culturale di riferimento nel cuore della capitale irlandese. MoLI trae ispirazione dal lavoro del più famoso scrittore irlandese James Joyce. Celebra la cultura e il patrimonio letterario irlandese di fama internazionale dal passato al presente, ispirando la prossima generazione a creare, leggere e scrivere.

5/ Sui martiri irlandesi, uccisi dalla Riforma

Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Luoghi della storia della Chiesa in Europa, Riforma protestante e Cristianesimo, ecumenismo e religioni.

Il Centro culturale Gli scritti (17/9/2023)

5.1/ Beati martiri irlandesi. Francis Taylor (1550 - †1621), Dermot O’Hurley, Margareth Bermingham Ball e 14 Compagni

Il contesto storico in cui si colloca il martirio di questi 17 gloriosi martiri è quello della Riforma Protestante e più dettagliatamente dello Scisma Anglicano, insieme anche alla particolare situazione politico-civile delle relazioni fra Inghilterra ed Irlanda conclusasi gradualmente con il trionfo della supremazia inglese sull’isola vicina. Gli sviluppi verificatisi nella situazione religiosa in Inghilterra ebbero inevitabili conseguenze sulla popolazione irlandese, rimasta fedele alla fede cattolica dei padri. Al centro di tutta questa tragica persecuzione sta la dottrina della suprema autorità spettante al Romano Pontefice in ambito spirituale.

La scomunica inflitta nel 1570 dal papa San Pio V alla regina Elisabetta I d’Inghilterra diede inizio ad una sfrenata persecuzione in Inghilterra in particolare contro i sacerdoti. In Irlanda, invece, le prime esecuzioni furono eseguite nella speranza di incutere timore nei cuori del popolo cristiano.

La ribellione iniziata dal conte di Desmond nel sud dell’isola, la spedizione militare di James Fitzmaurice Fitzgerald nel luglio 1579 con l’appoggio di Gregorio XIII e l’insurrezione di Lord Baltinglass nel 1580, indette in nome della libertà del cattolicesimo, fallirono tutte miseramente. A giudizio delle autorità protestanti di Dublino, tali iniziative costituivano comunque un valido motivo di preoccupazione.

Fu in questo clima che vennero messi a morte vescovi, sacerdoti, religiosi, laici. Il tragico destino di tutte queste persone dipese sempre da un unico motivo, cioè il rifiuto di professare il giuramento di Supremazia in riconoscimento della Regina quale unico vero capo della Chiesa Anglicana.

Passarono i giorni del martirio, ma fortunatamente non andò persa la memoria dei martiri. David Rothe, vescovo di Ossory, fu tra i primi a preoccuparsi di tenere vivo il ricordo di coloro che avevano versato il loro sangue per la fede in Irlanda e nella sua “Analecta de rebus Hibernicis”, stampata a Colonia nel 1619, pubblicò dunque i frutti della sua ricerca. Nella compilazione dell’elenco poté servirsi dell’opera di due predecessori: Conor O’Devany, lui stesso martire nel 1612, ed il gesuita John Howlin Waterford.

Nel 1661, un sinodo celebrato clandestinamente a Fethard, nella provincia ecclesiastica di Cashel, raccomandò a tutti i vescovi di redigere una sorta di martirologio diocesano, dei quali non esiste più purtroppo alcun esemplare, se non degli elenchi inviati da varie congregazioni religiose alle rispettive Curie Generali. Il numero iniziale di 460 nomi scese presto a 292. Recentemente, su invito della Santa Sede, fu selezionato dall’elenco totale di quasi 260 Servi di Dio un gruppo più ristretto di soli 17 martiri debitamente documentati, provenienti da tutte le quattro province d’Irlanda, che Papa Giovanni Paolo II ha beatificato il 27 settembre 1992.

Ecco i loro nomi:

Patrick O’Healy [Padraigo Heili], Vescovo di Mayo, 31 agosto
Conn O’Rourke [Conn O Ruairc], Sacerdote dei Frati Minori Osservanti, 31 agosto
Matthew Lambert [Maitiu Laimpeart], Laico , 5 luglio
Robert Meyler [Roibeard Meyler], Laico, 5 luglio
Edward Cheevers [Eadbhard Cheevers], Laico, 5 luglio
Patrick Cavanagh [Padraigh Caomhanach], Laico, 5 luglio
Dermot O’Hurley [Diarmaid O Hiarlatha], Vescovo di Cashel, 20 giugno
Margaret Ball nata Bermingham [Maighréad Ball nic Fheorais], Laica, 20 giugno
Maurice Mac Kenraghty [Muiris Mac Ionrachtaigh], Sacerdote della diocese di Limerick, 20 aprile
Dominic Collins [Doiminic O Coileain], Sacerdote gesuita, 31 ottobre
Conor O’Devany [Conchubhar O Duibheanaigh], Vescovo di Down e Connor, 1° febbraio
Patrick O’Loughran [Padraig Ó Lochrain], Sacerdote della diocese di Armagh, 1° febbraio
Francis Taylor [Proinsias Tailliuir], Laico, 30 gennaio
Peter Higgins [Peadat Ó Huiggin], Sacerdote domenicano, 30 ottobre
Terence Albert O’Brien [Toirdhealbhach Albert Ó Beiain], Vescovo di Emly, domenicano, 30 ottobre
John Kearney [Seano O Cearnaigh], Sacerdote dei Frati Minori Osservanti, 11 marzo
William Tirry [Liam Tuiridh], Sacerdote agostiniano, 12 maggio

Inoltre Papa Paolo VI il 12 ottobre 1975 aveva già canonizzato un martire della medesima persecuzione: Oliver Plunkett, Arcivescovo di Armagh, 1° luglio

5.2/ La beata Margherita Ball

Testo dal link https://www.assisiofm.it/beata-margherita-ball-276-1.html

L’essere madre del sindaco di Dublino per lei non fu né fonte di prestigio né motivo di orgoglio, ma causa di enormi sofferenze che ne determinarono o sicuramente ne accelerarono la morte.

La vita e il martirio dell’irlandese Beata Margherita Ball devono essere inquadrati nel clima di persecuzione religiosa che fa seguito allo scisma anglicano avviato in Inghilterra da Enrico VIII. Gli strettissimi legami socio-politici che legano l’Inghilterra all’Irlanda fanno sì che nel 1536 (cioè cinque anni dopo il famoso “atto di supremazia” con cui l’imperatore si era fatto proclamare capo supremo della chiesa d’Inghilterra) anche il parlamento di Dublino riconosca Enrico VIII unico capo della chiesa irlandese, determinando in questa maniera il definitivo strappo dalla Chiesa di Roma. Margherita in quel periodo è ventunenne, essendo nata nel 1515 all’interno dell’agiata famiglia Berminghan. 

A 16 anni si è sposata con Bartolomeo Ball e dà alla luce ben 20 figli, dei quali solo alcuni hanno la fortuna di giungere all’età adulta. Sono una coppia affiatata, profondamente religiosa, con una solida posizione economica; il marito gode di un prestigio indiscusso, che lo porta ad essere anche sindaco di Dublino. Non sono affatto allineati con la situazione politico-religiosa dominante: si sentono e si comportano da veri cattolici, continuando a riconoscere il primato del papa.

Nel loro palazzo abita un cappellano, che celebra normalmente la messa, la loro casa è aperta a incontri di catechesi ed a momenti di preghiera; Margherita, facendosi forza dell’influente prestigio del marito, arriva ad aprire nella sua proprietà anche una scuola cattolica. Bartolomeo muore nel 1568 e Margherita, oltre al dolore per la perdita della persona amata, si trova anche privata della protezione e del sostegno che egli le garantiva per professare apertamente e difendere la chiesa cattolica. 

Malgrado tutto prosegue nel suo impegno, dando ospitalità in casa sua a sacerdoti e religiosi anche quando ciò diventa estremamente rischioso. Nel 1570, infatti, con la scomunica di Elisabetta I che nel frattempo è salita al trono, una feroce persecuzione si scatena in Inghilterra, in particolar modo contro i sacerdoti cattolici e si estende ben presto anche in Irlanda. Verso la fine degli anni Settanta Margherita viene arrestata con l’accusa di aver fatto celebrare una messa in casa sua, ma viene ben presto liberata su cauzione. Nel frattempo, il figlio Walter sta coltivando l’ambizione di diventare sindaco di Dublino, adattandosi anche, per accedere alla carica, a rinnegare la propria fede e riconoscere la supremazia religiosa della regina d’Inghilterra. 

Margherita compie fino in fondo il suo dovere di mamma, cercando di far comprendere al figlio che nessuna carica politica, anche se prestigiosa, può essere barattata con la fede. Non solo non ci riesce, ma il figlio vede in lei la più acerrima nemica e il maggior ostacolo per soddisfare la sua ambizione politica. Poco dopo la sua elezione a sindaco, infatti, fa arrestare la mamma con l’accusa di aver dato ospitalità in casa sua a sacerdoti perseguitati. Margherita è quasi settantenne e viene condotta in prigione su un carro, passando per le strade di Dublino, esposta alla derisione ed allo scherno dell’intera città.

La attende una cella sporca, grondante umidità, senz’aria, che mina irrimediabilmente la sua salute. Proprio in considerazione delle sue precarie condizioni di salute, un paio di anni dopo le viene offerta la libertà in cambio di un pubblico rinnegamento della sua fede. Scontata la risposta negativa di questa donna forte e coraggiosa, che sceglie di terminare in carcere i suoi giorni, martire dell’Eucaristia e del Primato Pontificio. 

Muore nella sua cella nel 1584 ed insieme ad altri sedici compagni di fede (di cui 4 vescovi, 6 sacerdoti, 1 fratello religioso e cinque laici; anche lei, unica casalinga del gruppo, è stata beatificata da Giovanni Paolo II il 27 settembre 1992.

6.3/ Dall’Omelia di Giovanni Paolo II del 27/9/92 per la beatificazione dei martiri irlandesi Francis Taylor (1550 - †1621), Dermot O’Hurley, Margareth Bermingham Ball e 14 compagni

2. “Loda il Signore, anima mia!” (Sal 145, 1). Come potremmo non lodare i pregi dei diciassette Martiri Irlandesi che oggi vengono beatificati? Dermot O’Hurley, Margareth Bermingham Ball, Francis Taylor e i loro quattordici compagni furono fedeli testimoni e rimasero saldi nella loro devozione a Cristo e alla sua Chiesa a costo di atroci sofferenze e del sacrificio estremo della vita.

I diciassette Servi di Dio rappresentano tutti i settori del popolo di Dio: Vescovi, sacerdoti secolari e religiosi, un fratello religioso, sei laici e Margareth Bermingham Ball, una donna di straordinaria integrità morale che oltre alle torture fisiche dovette sopportare il tradimento del proprio figlio.

Noi ammiriamo i nuovi Beati per il loro coraggio. Li ringraziamo per la loro fedeltà in circostanze difficili, una fedeltà che è più di un esempio: è un’eredità per il popolo Irlandese e una responsabilità che va vissuta in ogni epoca”.

In un momento decisivo, tutte queste persone scelsero di rispettare il loro patto con Dio: “Tutti i comandi che ha dati il Signore, noi li eseguiremo!” (Es 24, 3). Insieme a S. Oliver Plunkett, i nuovi Beati sono solo alcuni della moltitudine di Martiri Irlandesi dell’Epoca delle Leggi Penali. L’epoca di confusione religiosa e politica in cui vissero questi testimoni fu caratterizzata da gravi intolleranze da più parti. La loro vittoria consiste proprio nell’aver affrontato la morte senza rancore nel cuore. Vissero e morirono per Amore. Molti di loro perdonarono pubblicamente tutte le persone che avevano in qualche modo contribuito al martirio.

Il significato dei Martiri oggi sta nel fatto che la loro testimonianza vanifica la pretesa di vivere egoisticamente o di costruire un modello di società priva di una visione integrale del nostro destino umano, senza riferimento alla nostra eterna chiamata, senza trascendenza. I Martiri esortano le future generazioni di uomini e donne Irlandesi: “Combatti la buona battaglia della fede; cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato . . . conserva senza macchia irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo” (1 Tm 6, 12-14).

Affido all’intercessione dei Martiri tutto il popolo d’Irlanda: le sue speranze e le sue gioie, le sue necessità e difficoltà. Che ognuno possa gioire dell’onore offerto a questi testimoni della fede. Dio li ha sostenuti nelle sofferenze, ha offerto loro il conforto e la corona della vittoria. Possa Dio sostenere coloro che oggi operano per la riconciliazione e la pace in Irlanda! Beati Martiri d’Irlanda, intercedete per l’amato popolo Irlandese!